MONDRAGONE. Augusto La Torre fa le raccomandazioni e non le estorsioni. La richiesta di lavoro per il figlio…
13 Ottobre 2018 - 17:15
MONDRAGONE – “Non fu estorsione, ma un tentativo di raccomandazione“. Con queste parole i giudici del tribunale del Riesame di Napoli hanno rigettato l’appello presentato dalla Dda di Napoli, contro la decisione del Gip che, a sua volta, aveva rigettato l’istanza, sempre della Da, di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Augusto La Torre. Beninteso, non stiamo parlando di qualcosa che cambia la situazione di La Torre che resta in carcere per un’altra montagna di sentenze definitive.
Ricordiamo, come abbiamo scritto quando abbiamo trattato dettagliatamente l’ordinanza relativa al figlio di La Torre, che la vicenda coinvolge un amministratore, al quale il boss chiese, in una lettera, di assumere il figlio, per aiutarlo. Se per la Dda la missiva aveva intento estorsivo, per i giudici il contenuto dello scritto è il tentativo del padre di favorire il guadagno, al figlio Francesco Tiberio, di un reddito sicuro.
Ora bisognerà vedere se la Dda presenterà l’ultimo ricorso possibile, quello alla corte di Cassazione.