Echinococcosi e Idatidosi nel cane
27 Febbraio 2019 - 10:08
Si tratta di una parassitosi comune agli animali e all’uomo e per questo definita zoonosi.
Il parassita responsabile è una tenia (Echinococcus Granulosus), vale a dire un verme piatto di dimensioni estremamente ridotte (2/5 mm) e formato da una testa (detta scolice) dotata di alcuni uncini per attaccarsi alla mucosa intestinale del cane, e da altre tre piccole porzioni dette proglottidi, che aumentano progressivamente di dimensioni.
Questo vuol dire che la proglottide più vicina alla testa è anche la più piccola, mentre l’ultima, cioè la più lontana, è la più grande in quanto gravida, ossia ripiena di uova (300 / 400).
Soltanto il cane e gli altri canidi (coyote, dingo, sciacallo et.) albergano nell’intestino tenue il parassita come lo abbiamo appena descritto, cioè il parassita adulto (per questo sono detti ospiti definitivi).
UN CANE PUÒ AVERE CENTINAIA DI TALI VERMI NEL SUO INTESTINO TENUE!
Ogni due giorni però l’ultima proglottide della tenia, cioè quella contenente le uova, si stacca dal resto del parassita e viene eliminata con le feci del cane.
Queste uova nel mondo esterno (terreni, pascoli, acque) resistono a lungo nell’attesa di ess mangiata da un ospite idoneo, che non è un canide ma un così detto “ospite intermedio “, rappresentato da: pecore, capre, bovini, suini, equini, camelidi, vari mammiferi selvatici e uomo.
Nello stomaco di tali ospiti le uova si rompono e da esse esce una larva che attraversa la parete dello stomaco o quella dell’intestino e quindi trascinata nel sangue raggiunge il fegato, dove può fermarsi o continuare nel suo tragitto fino a raggiungere il polmone e, se neppure qui si ferma, può continuare il suo viaggio nel torrente sanguigno fino a raggiungere un qualsiasi organo.
Fermatasi in un organo questa larva si trasforma in ciste (così detta “cisti idatidea”) e comincia ad accrescersi molto lentamente, potendo raggiungere nell’uomo le dimensioni della testa di un feto (10-15cm).
All’interno di tale ciste vi sono numerose vescicole ciascuna delle quali contiene 10-30 forme larvali di parassita (protoscolici).
Riassumendo: tutti quegli ospiti che abbiamo definito intermedi, fra i quali anche l’uomo, se si infettano sviluppano nei loro organi delle cisti.
Echinococcosi: come avviene il contagio
Il ciclo vitale del parassita prosegue quando un cane o un altro canide ingerisce un viscere di un ospite intermedio che presenta le cisti del parassita. Una volta ingerite, tali cisti all’interno dell’intestino del cane danno di nuovo luogo alla formazione della tenia adulta.
Questa parassitosi è diffusa in tutto il mondo ma è più frequente nei paesi dove la pastorizia è ben sviluppata (Sardegna) e dove i cani hanno maggiori possibilità di nutrirsi di resti d’animale che fungono da ospiti intermedi.
I cani da pastore spesso si nutrono dei resti di pecore morte al pascolo e non ritrovate dal pastore oppure maldestramente sotterrate da quest’ultimo.
Ma questa non rappresenta l’unica possibilità di contaminazione dei cani che spesso s’infestano mangiando i resti delle macellazioni casalinghe o comunque clandestine.
L’uomo poi entra accidentalmente nel ciclo vitale di tale parassita quando ingerisce verdure crude, altri alimenti o acqua contaminate dalle uova eliminate dal cane, o quando sporcatosi le mani con le feci di un cane che elimina le uova, si porta le mani alla bocca (tipica modalità di contagio per molti bambini).
Non è invece fonte di contagio per l’uomo l’assunzione di carni crude contenenti le cisti del parassita (cisti idatidea).
Sintomi Echinococcosi
Nel cane il parassita adulto all’interno dell’intestino non provoca una grave sintomatologia anche quando l’infestazione è massiva, ad eccezione di una modesta irritazione intestinale.
Il fatto che il cane non abbia sintomi eclatanti fa sì che spesso l’infestazione passi inosservata, da ciò l’importanza di effettuare nei cani un esame delle feci due volte l’anno, anche in assenza di disturbi intestinali eclatanti.
Nell’uomo invece i sintomi della malattia sono collegati all’accrescimento della ciste nei vari organi dove per le elevate dimensioni raggiunte determina compressione sui vari tessuti ed organi, provocandone danni e cattivo funzionamento. Le cisti inoltre possono infettarsi e dare ascessi epatici e polmonari.
Molto pericolosa invece è per l’uomo la rottura traumatica, accidentale o chirurgica di una cisti idatidea all’interno dell’organismo, che provoca la diffusione delle larve in tutto l’organismo e quindi la formazione di nuove cisti idatidee.
Diagnosi Echinococcosi
Nel cane la diagnosi è coprologica anche se la notevole somiglianza delle uova di tale parassita con quelle di altre tenie rende molto difficile una diagnosi di certezza, che viene fatta solo con il ritrovamento dell’intero parassita nell’intestino del cane o fortuitamente nelle feci.
Per l’uomo la diagnosi viene fatta attraverso esami sierologici, intradermoreazioni o esami radiografici, ecografici etc.
Profilassi Echinococcosi
La prevenzione si basa sul rispetto di alcune semplici norme igieniche:
- Esame periodico delle feci del cane e trattamento dei soggetti che risultano affetti da teniasi
- Controllo della mattazione con distruzione di tutti i visceri di animali che risultino infetti
- Divieto di ingresso dei cani nei locali di macellazione
- Adeguata distruzione delle carcasse di ovini o altri animali morti al pascolo
- Adeguata pulizia delle mani dopo aver toccato un cane e comunque prima di mangiare