Mimmo Pagano e il fratello Nicola sono camorristi o innocenti? Non si scappa: uno tra Nicola Schiavone e Luigi Cassandra mente

25 Maggio 2019 - 19:00

TRENTOLA DUCENTA – Non si scappa: o è un bugiardo Nicola Schiavone o è un bugiardo Luigi Cassandra, ex super assessore al Comune di Trentola, ex imprenditore di riferimento di Michele Zagaria e oggi collaboratore di giustizia.

Non esiste una terza chiave interpretativa. Nicola Schiavone ha affermato che Mimmo Pagano è diventato un suo socio negli affari di Capua. Ed ha aggiunto che ha riciclato i soldi della famiglia Pirozzi, soprannominata dei “Picciuotti”.

Insomma, accuse gravi espresse attraverso un racconto circostanziato, anche se questo di per sé non significa che si tratti di un racconto sincero.

Ha dichiarato Luigi Cassandra il 15 febbraio 2017: “Mimmo Pagano subiva estorsioni da Schiavone”. E ancora: “Nicola Pagano (fratello di Mimmo ed ex primo cittadino di Trentola, ndr) è un timorato di Dio, una brava persona”.

Esattamente l’opposto, dunque, di ciò che ha dichiarato Schiavone junior, che oltre ad aver raccontato di esser diventato socio di Mimmo Pagano, ha anche detto di aver incontrato Nicola Pagano, incassandone la piena disponibilità.

Il che per un “timorato di Dio” non sarebbe proprio una gran cosa.

Allora, chi mente tra Nicola Schiavone e Luigi Cassandra?

Risposta da cento milioni di dollari, che difficilmente potrà declinarsi in una verità conclamata e oggettivamente riscontrata.

Uno sforzo che si può fare sul piano della riflessione su questa domanda può efficacemente riguardare la valutazione sull’interesse, anzi sul tipo di interesse che Nicola Schiavone e Luigi Cassandra possono avere nel mentire nel momento in cui raccontano cose sui fratelli Pagano.

Abbiamo capito che Nicola Schiavone non è un ignorante, ma uno sufficientemente riflessivo che soprattutto trascorre molto tempo nella lettura di recenti o più datati atti giudiziari.

Insomma, non avrebbe, potenzialmente, grandi difficoltà a costruire un castello di fandonie.

Detto questo, però, resta il problema del movente: per quale motivo Nicola Schiavone ha alimentato in sé questo livore nei confronti dei Pagano?

Storicamente non si scorge la potente motivazione, anche se va detto che con i camorristi è meglio andarci con i piedi di piombo visto che Enzo Tortora passò quello che passò, una vera via Crucis dell’ingiustizia, solo perché gli autori di Portobello avevano, una volta, negato che dei banali centrini, fatti all’uncinetto da una congiunta di quel folle di Panico, fossero presentati in quella popolarissima trasmissione che ogni venerdì (allora c’erano solo due canali) faceva 20 milioni di spettatori.

Questo per dimostrare che non necessariamente occorre una motivazione importante quando di mezzo ci sono dei criminali.

Va aggiunto però che Panico era un folle conclamato, mentre Nicola Schiavone tutto è fuorché matto.

Più prudenti bisogna essere sulle dichiarazioni rilasciate sul luogotenente dei Carabinieri Vittorio Palmiero, per anni impegnato in indagini di camorra dentro i Ros, oggi trasferito in una stazione CC della provincia.

Trattandosi, fino a prova contraria, di un cacciatore di camorristi, può anche darsi che il camorrista voglia vendicarsi.

Palmiero e Schiavone hanno incrociato i loro destini e i loro differentissimi mestieri nell’inchiesta Normandia.

Beninteso, con tutto il rispetto che dobbiamo, non tanto a Vittorio Palmiero, ma alla divisa e ai gradi che porta, ribadiamo l’incredibile inopportunità che il cognato di Mimmo e Nicola Pagano sia stato impegnato in indagini su Trentola, la città in cui vive con sua moglie, sorella dell’imprenditore e dell’ex sindaco.

Veniamo, infine, alle potenziali motivazioni che avrebbero potuto spingere Luigi Cassandra a non affrontare la verità: Speculazione Chimera.

Luigi Cassandra, nei primissimi tempi della sua collaborazione, ha dichiarato di essere stato un socio occulto di Luciano D’Alessio, cioè di colui che appariva ufficialmente. Ma ha anche aggiunto che questa funzione di socio occulto era stata ricoperta anche da Mimmo Pagano.

Insomma, esiste una lunga consuetudine di relazioni, soprattutto economiche, tra l’ex assessore e la famiglia Pagano, proprio a partire da questa Speculazione Chimera, le cui indagini a nostro avviso non hanno esplicato tutta la verità a partire da qualcosa che non ha funzionato nella relazione professionale tra la stazione di Trentola e i Ros che a Trentola si chiamavano Vittorio Palmiero.

Allora, ripetiamo: uno dei due mente. Potremmo farci un sondaggio sopra ma evitiamo visto queste vicende hanno investito e profondamente modificato in peggio la vita di molte persone e di molte famiglie.