CASERTA. Il PD vuole cementificare il Macrico, l’altolà di Italia Nostra e la misteriosa pompa di benzina di S. Clemente

31 Maggio 2019 - 11:53

CASERTA (PasMan) – La sezione casertana “A. Franzese” di Italia Nostra ha ritenuto di dover vedere nelle nebbie che da tempo circondano l’urbanistica casertana. E lo ha fatto con il convegno dal titolo “Dialoghi sul territorio – La città che vogliamo: il PUC di Caserta, un’occasione mancata”, che si è tenuto giovedì scorso presso l’enoteca provinciale di via Battisti, con l’intervento di relatori di particolare spicco professionale e civico, trattandosi del noto urbanista Vezio De Lucia, progettista del PTCP (Piano territoriale di coordinamento provinciale) di Caserta, del professor Sergio Tanzarella in qualità di portavoce storico del Comitato Macrico e dell’architetto Maria Carmela Caiola. Per il sodalizio casertano, sono intervenuti specificamente la consigliera Annamaria Bitetti e la presidente Maria Rosaria Iacono, che ha introdotto l’incontro. La quale, per conto di Italia Nostra, stigmatizzando i ritardi dell’amministrazione comunale  nella redazione del Piano Urbanistico Comunale, non ha mancato di ricordare come il documento Preliminare ad esso, già formalmente approvato, indichi chiaramente, a dispetto dei traccheggiamenti che vi sono sulla destinazione del Macrico, l’uso pubblico di tale area, da riconvertire e riconfigurare a verde  attrezzato.

Nelle foto, il pubblico ed un momento dell’incontro. 

L’iniziativa ha avuto fondato motivo di essere, in quanto i segnali di allarme che si colgono da quel settore politico amministrativo della città, così delicato per gli ingenti interessi economici che vi sono connessi e che più volte è finito nel mirino degli inquirenti, sono gravi e preoccupanti.

A cominciare proprio dall’annosa questione del Macrico, la cui destinazione naturale e per comune sentire della cittadinanza dovrebbe essere quella a verde pubblico integrale, ma che continua ad essere al centro di tatticismi burocratico-procedimentali del governo cittadino per finalità che a non pochi appaiono sostanzialmente speculative. Intanto la vicenda ha vissuto, da ultimo e dopo la serrata dei ranghi delle scorse settimane da parte delle associazioni cittadine costituitesi da oltre un ventennio nel Comitato Macrico, un altro cruciale e significativo capitolo. L’incontro, convocato lo scorso 23 maggio dai parlamentare del movimento cinque stelle per discutere sui progetti per l’area, è stato clamorosamente disertato, in quanto gli attivisti hanno ritenuto “ propedeutica ad ogni altro discorso la definizione della destinazione urbanistica F2 (verde pubblico inedificabile) e chiedono “…a tutti i parlamentari cinque stelle del territorio un incontro da tenersi dopo le consultazioni europee per chiarire la posizione delle associazioni che si battono per il parco pubblico fin dal 2001.

Vi sono poi, ad allarmare, le recenti affermazioni del consigliere comunale, capogruppo del PD, Andrea Boccagna, secondo le quali la giunta starebbe lavorando per “…portare la possibilità di edificare nuovi alloggi almeno a 2.000-2.100 appartamenti”. Posizione, questa, immediatamente censurata dal gruppo consiliare Speranza per Caserta, che ha denunciato il suo sconcerto per la nuova, abnorme ed assolutamente immotivata cementificazione che si starebbe preparando per la città.

Si aggiunga, a questi indizi, il ritardo tecnico nell’approvazione del P.U.C. (piano urbanistico comunale), denunciato appunto anche dalla Iacono, dietro al quale è possibile intravvedere una voluta strategia, perché la mancata approvazione del documento urbanistico, che doveva avvenire entro il termine perentorio del 24 luglio 2017, avrebbe dovuto, secondo le norme, importare la decadenza del vecchio, sostituendo Piano Regolatore Generale. Ma, come afferma l’opposizione politica in consiglio comunale “…Negli ultimi due anni, sono numerosi i permessi a costruire rilasciati sulla base di questo obsoleto strumento urbanistico, basti pensare alle nuove attività di grande distribuzione sorte in aree F3, o i permessi rilasciati in zona via Falcone-Borsellino in area D3. La quale, infine, si chiede: “ E’ valido tutto ciò? ”.

C’è il caso ancora, che sfiora l’incredibile, del cantiere misterioso di San Clemente, dove si sta realizzando un impianto di carburanti, che, oltre ad essere di dimensioni ingenti, presenta inspiegabilmente una struttura interrata di due piani. Sull’opera, come già accaduto in passato per altri casi, neppure la commissione urbanistica comunale riesce a saperne nulla di più preciso. Gli uffici tecnici municipali, alla richiesta di documenti e precisazioni, nicchiano ed ai dirigenti è sufficiente fare spallucce, in una farsa oscena. Intanto i lavori vanno avanti, ovviamente. Ed ancora  ricordiamo ancora le diecine di palazzi storici del centro cittadino che, sottoposti ad interventi di pseudo-ristrutturazione, sono stati e vengono tuttora sfigurati e trasformati in fabbricati cubitali. In questa prospettiva, già temiamo, dopo l’ex palazzo Montagna, lo sfregio di piazza Correra.

Nella foto, l’ex palazzo Montagna di piazza Correra. L’immagine è tratta dal volume di architettura Gli spazi per la Mente di Giancarlo Pignataro.

Ma qui mette conto di vedere quello che è emerso dai lavori del dibattito.

Sergio Tanzarella ha fornito un aggiornamento sulle attività del Comitato Macrico, evidenziando la rinnovata compattezza di tutte le associazioni cittadine che lo compongono e dando notizia che sarà richiesto quanto prima al consiglio comunale di calendarizzare la discussione per la qualificazione urbanistica dell’area come verde pubblico e che già quattro consiglieri comunali hanno assicurato la propria disponibilità in tal senso. Ha quindi reso nota l’adesione alla causa del Comitato ricevuta dal sindacato CGIL, presente con Angelo Papadimitra della segreteria casertana, ed ha informato che sarà avviato, con proprie risorse, un piano di piantumazione di nuovi alberi in città, nella speranza che nessun ostacolo specioso venga frapposto dagli uffici comunali. Sergio Tanzarella, anche in questo suo intervento, come già in altre occasioni annotate dal nostro giornale, ha espresso il convincimento che in questi intoppi nella destinazione dell’area del Macrico, altrimenti più che pacifica, vi sia la mano di forze della speculazione cementizia. E come non dargli ragione.

L’architetto Giancarlo Pignataro, vicepresidente e referente della commissione urbanistica dell’Ordine degli architetti casertano, ha sottolineato la gravità dei reiterati colpi inferti alla tipologia edilizia cittadina (palazzi con cortile ed orto urbano) con la conseguente perdita d’identità nel centro storico e con interventi avulsi dal contesto e privi di qualità. A Caserta come nel Paese – ha affermato – la sua associazione professionale ha due priorità assolute: restaurare i territori ed i fabbricati , e tendere a zero con la occupazione dei suoli (agricoli e non).

Nella foto, Vezio De Lucia e Giancarlo Pignataro.

Vezio De Lucia, dopo aver denunciato le gravi responsabilità di una classe politica ambigua, perché trascina irrisolta la vicenda dell’area del Macrico da oltre due decenni, ha affermato che la città, a risarcimento delle condizioni in cui il verde pubblico cittadino è stato portato, avrebbe bisogno non di una, ma di due di quegli spazi.

Fortunatamente, come dimostra questo meritorio convegno, lo spirito civico è desto e speriamo che chi deve capire capisca. Sorprende solo che, rispetto ad un profluvio di rilievi e persino di gravi accuse che da ogni dove vengono mosse all’azione urbanistica della città, non vi sia – non si pretende un controllo di legalità – almeno un accenno di chiarimento politico.

 

Nella foto, piazza Correra con i suoi  palazzi più antichi .

 

Nella foto, uno scorcio di piazza Correra con gli edifici abbandonati.

Nella foto, un palazzo storico di via Giannone, totalmente sventrato.

Nella foto, la villetta comunale di via S.Antida ceduta dal comune a favore di un condominio privato di nuova realizzazione.