Ribadiamo il concetto, noi siamo per allargare, ma a favore di chi ha curiosità culturale, non per quelli delle scampagnate che possono andare in tanti altri posti
2 Aprile 2018 - 00:00
CASERTA (Pasman) – Quando, alcuni giorni fa, è stata ufficializzata l’apertura della Reggia anche per la Pasquetta di quest’anno non ci siamo meravigliati più di tanto.
Da tempo il monumento è stato piegato alla nuova “concezione mercantilistica” dei beni culturali propugnata dall’ormai uscente ministro Dario Franceschini e a Caserta messa in pratica dal direttore Mauro Felicori. E qui va definito un concetto.
Sarebbe giusto operare in modo tale da rendere possibile, con una politica di prezzi bassi, la fruizione del monumento per chi lo apprezza o lo vuol conoscere, ma l’effetto marmaglia, l’effetto scampagnata non c’entra nulla perchè quelle migliaia di persone entrate nella scorsa pasquetta erano lì per il pic-nic, scelsero quel luogo come avrebbero potuto scegliere un qualsiasi altro prato di un altopiano.
Chi ha voluto e potuto, economicamente, ha trovato difatti le porte spalancate del palazzo reale, per la realizzazione eventi ed iniziative giustificate da ragioni di sola ostentazione. E non si è esitato, davanti ai pagamenti cash, ad autorizzare persino cerimonie che esponevano a rischi, pressochè certi di danni, quei delicati ambienti storici. La scena di alcuni mesi fa di quell’operaio che monta sulla groppa di uno dei leoni di marmo dello scalone d’onore, per fissare un drappo matrimoniale, resterà negli annali non solo nazionali.
Questo nuovo corso ha prodotto anche altrove delle vere e proprie perle. Ad esempio, per restare nei paraggi, il direttore del parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna, non fa mistero che sogna di riportarvi i Pink Floyd, come un qualsiasi impresario musicale.
A chi, dei nostri lettori, volesse documentarsi sugli effetti deleteri della riforma Renzi-Franceschini sulle belle arti e sul paesaggio italiano e sulla contrarietà ad essa espressa dai massimi studiosi ed esperti nazionali della materia, ci permettiamo di segnalare il documentatissimo volumetto di Vittorio Emiliani, dal titolo inequivoco Lo Sfascio del Belpaese che egli peraltro ebbe a presentare a Caserta lo scorso anno a un’iniziativa della sezione locale di Italia Nostra.
Per il resto, dato atto al direttore bolognese di aver fatto una buona propaganda del monumento con la sponda di giornali e televisioni a lui favorevoli a priori, tutti i problemi che affliggevano il complesso vanvitelliano sono rimasti tali.
Sul piano gestionale sarebbe lunga la lista degli episodi che dimostrano l’inefficienza generalizzata di uffici e servizi e a cui non si è messo mano. Cos’ gli appalti languono, i sindacati sono sulle barricate, molti custodi ancora non hanno la libertà di intervenire nei confronti degli ambulanti abusivi che agiscono davanti ai loro occhi.
Sul piano museale, abbiamo assistito ad una gestione di risulta, con l’affastellamento di iniziative, mostre ed eventi di sedicente cultura, che più che dare prestigio al monumento sembra ne abbiano ricevuto. Così ci è stata ammannita anche l’esposizione di blocchi di polistirolo o l’installazione incomoda di graticci metallici nel bel mezzo del “cannocchiale”.
Tornando all’inizio, dunque, non sorprende, in questa logica distorta, la riapertura di Pasquetta intesa a fare incassi e segnare record di afflussi, nonostante l’anno scorso sia accaduto di tutto, bagni in fontana, danneggiamenti assortiti, venendo dal nostro giornale tanto ampiamente quanto facilmente preveduto.
Perchè un fatto innegabile che le torme di persone che si riverseranno alla Reggia lo faranno, in quella giornata almeno – può piacere o no – non, come abbiamo scritto prima, per una spinta culturale, ma per la più classica delle scampagnate, con il corredo del peggio possibile. E pensare di controllare le cose è una pia illusione, per la sicura inadeguatezza del dispositivo di vigilanza, per numero degli uomini impiegabili e per il timore degli interventi che essi generalmente mostrano di nutrire. Per piazza Carlo III non vi è ancor di più dubbio che essa sarà invasa da comitive e gitanti per la più classica delle abbuffate fuori porta.
Ma quello che sbalordisce, invece, è leggere che, secondo il più diffuso giornale della provincia, l’anno scorso sarebbe andato tutto per il meglio, in quanto nessuno dei pericoli e dei timori che si paventavano alla vigilia si concretizzò.
Ma non ci pare proprio che sia andata così.
Qui chiudiamo, non prima di aver proposto ai nostri lettori un foto della Reggia di qualche giorno fa, che si commenta da sola.
Ci augureremmo, per carità di patria, di trovarci davanti ad un esperimento botanico dei giardinieri della Reggia, ma temiamo che non sia così.