Emerge dall’ordinanza che ha portato ai 19 arresti eseguiti ieri mattina
10 Aprile 2018 - 00:00
MADDALONI – E’ Juri La Manna uno dei pentiti che ha raccontato la sua verità nell’ordinanza che ha portato ai 19 arresti eseguiti ieri mattina a Maddaloni, misure cautelari che hanno sgominato 3 gruppi di spaccio attivi nelle palazzine di via Feudo 54.
Ecco la versione integrale delle dichiarazioni rese ai magistrati dall’ex componente del clan Venosa: “Altra piazza di spaccio che opera a Maddaloni e che pure pagava la tangente al clan era quella che stava nelle palazzine popolari del Bronx che si trovano a via Feudo. Lo spaccio avveniva sotto l’abitazione della figlia di Ciariello. Quando io ho avuto rapporti con Ciariello fino al 2009 inizio 2010, era lui che ritirava la tangente per il clan e il soggetto che gestiva la piazza di spaccio era un tale Fanalino.
Lui era una persona anziana e pagava 300 euro a settimana. Dopo la morte di Fanalino la piazza di spaccio è continuata ad essere gestita dal figlio Orazio che già in precedenza collaborava con il padre. Quando ha iniziato a gestire Orazio il volume di affari si è notevolmente ampliato dato che Vittorio Lai pretese una somma maggiore a titolo di tangente per il clan da parte di Orazio, il quale iniziò a pagare la somma di 500 euro a settimana, somma veniva ritirata per il clan sempre da Ciariello.
Già quando gestiva Orazio il suo più fidato collaboratore era un tale zingariello cioè Fabio Romano il quale dopo l’arresto di Orazio è divenuto il referente della piazza. Più volte ho avuti rapporti con Fabio Romano fino al periodo immediatamente precedente al mio arresto. In particolare già nel 2013 io ho incontrato Romano perchè non si comprendeva se Romano da quando era diventato il referente della piazza di spaccio che operava nel Bronx, continuasse a pagare la tangente al clan. La Gazzillo era convinta che di tali somme se ne impossessasse Michele Lombardi. Io, dopo aver parlato con Romano, che incontrai tramite Ciariello, capii anche se nessuno lo disse espressamente che i soldi della tangente per il clan venivano consegnati da Fabio ancora a Ciariello.
Voglio inoltre precisare che fino al momento del mio arresto del novembre 2014, Romano ancora gestiva la piazza di spaccio di crack nelle palazzine di via Feudo. Posso dire con certezza ciò in quanto ho incontrato lo stesso Romano poco prima del mio arresto nella villetta Imposimato. In quel periodo io già facevo parte del gruppo Venosa, sempre per il tramite di Ciariello incontrai Romano per vedere se lui poteva aiutare Raffaele Venosa a riattivare il traffico di droga e trovare fornitori di erba. Sapevo che Fabio aveva buoni canali di rifornimento presso i napoletani che spacciavano all’ingrosso. Non riuscimmo a trovare l’accordo in quanto lui pretendeva di fornire l’erba a 13-14 euro al grammo che il gruppo Venosa avrebbe dovuto pagare con il sistema del cavallo di ritorno. Sul mercato si poteva reperire erba allo stesso sistema a 8/9 euro al grammo.”