SETTEMBRE AL BORGO. Per noi è scandalo dei prezzi gonfiati per gli artisti. Le gravi colpe del comune e un paio di cosine da dire al signor Andrea Aragosa

30 Agosto 2019 - 19:07

 

 

 

 

 

 

 

CASERTA (g.g.)Andrea Aragosa è un uomo, a suo modo, geniale. Ha capito che lavorare con gli enti locali non è una iattura ma può diventare un’occasione. Questo accade se l’impresario, il mediatore di artisti è in grado di farli salire sul palco, di farli esibire senza che l’ente locale organizzatore abbia necessariamente versato un solo euro prima dell’esibizione, rinviando il saldo a un tempo futuro, con la conseguenza che probabilmente l’intero meccanismo venga regolato da norme bancarie, da interessi di fatto e non da quelle del diritto amministrativo.

E noi una persona così l’ammiriamo, l’apprezziamo e non ci farà certo cambiare idea la sua arrabbiatura culminata con la coniazione di un appellativo che al sottoscritto mancava nel bouquet di insulti di cui è sempre e sistematicamente inondato: per Aragosa sarei un “energumeno“.

Cioè uno grande e grosso che, senza ragionare e senza spiegare o, per dirla in maniera dialettale, maggiormente vicino alla cifra culturale di Aragosa, senza saper leggere e scrivere butta mazzate a destra e a manca. Però, uno che modernizza la figura dell’impresario come ha fatto Aragosa, in grado di sostenere finanziariamente, attraverso un modello bancario come già spiegato, i ritardi atavici dei comuni nel pagare, va premiato.

Questa simpaticissima e abilissima persona insiste nel dichiararsi estraneo al cartellone di Settembre al Borgo. Lo ha fatto anche nel post in cui mi chiama energumeno e che apre questo articolo, visto che CasertaCe è un luogo di confronto, di scontro dialettico, ma mai di censura, come facevano e fanno quelli là che, una volta, abitavano a Napoli, in via Chiatamone. Aragosa l’ha fatto ribadendo che gli artisti e i prezzi a loro connessi siano frutto dell’attività della mitica Promo Music, del famoso impresario di Orta di Atella Tonino Palmieri. 

Aragosa, Aragosa o come qualcuno la chiama scherzosamente nel suo mondo “Aragosta, ma quanto mi costa!“, lei può prendere per fessi chi non conosce la materia e non si applica nell’approfondimento delle cose. Ma non noi. Le facciamo una domanda: sapeva lei che il degnissimo e autorevolissimo (lo pensiamo, senza ironizzare) direttore artistico di Settembre al Borgo Enzo Avitabile, comunicando formalmente al comune di Caserta la chiusura del tabellone, abbia espressamente suggerito di utilizzare la Promo Music per ingaggiare questi cantanti?

Adesso cosa ci vuol raccontare, che lei ed Avitabile non vi conoscete? Basta andare sul sito blacktarantella.it e lì non occorrono didascalie. Stiamo parlando di due persone che al di là della definizione cauta di “manager” data da Aragosa, sono legate anche in affari, intesi come business. D’altronde, Black Tarantella non è una fondazione, né un’associazione, né un istituto di beneficenza, ma una legittima società a responsabilità limitata.

Insomma, sa Energumeno ad Aragosta, nun ce prova.

Un comune serio che tiene ad ogni singolo euro che viene speso e di cui ogni cittadino è proprietario in quota parte, ha il dovere, una volta ratificato l’elenco degli artisti selezionati dal direttore, di fare un’indagine di mercato. E guardate, come il più remoto e scalcagnato comitato-festa dell’ultimo San Crispino sa bene, non esiste settore più di questo, in cui l’elemento della concorrenza tra operatori e la possibilità di accedere anche direttamente ai “rappresentanti di prima battuta” di quello o di quell’altro cantante, si può effettivamente risparmiare, riducendo l’ampiezza della filiera degli operatori che, giustamente, alla Aragosa, vogliono guadagnarci. In poche parole, quello dei cantanti è uno dei pochissimi comparti di servizi in cui si può acquistare (quasi) a prezzo di mercato. Cioè a cifre ben lontane da quelle che il comune di Caserta pagherà per Ornella Vanoni, per il one-woman-show di Dolcenera, per Luca Barbarossa, per Stefano Di Battista e Nicky Nicolai e per il Jaques Morelenbaum Trio. Cifre che esprimono un delta che se legittimamente premia la qualità e la furbizia della “Banca Aragosa” che non sarebbero pagate da alcun privato, benché meno dai signori Carlo Marino, Emiliano Casale e Tiziana Petrillo qualora dovessero contattare un artista per farlo esibire in una festa tra amici nel giardino della propria abitazione.

Alla prossima puntata.