CASAGIOVE. Che “bordello” il campo sportivo. Sindaco Corsale se lei non rescinde la convenzione vuol dire che c’è qualcosa di strano sotto
21 Novembre 2019 - 17:00
CASAGIOVE (g.g.) – Diciamo che, dopo anni di polemiche espresse nel dibattito politico locale, anche noi di CasertaCE, pur non avendo la possibilità di seguire con puntualità assoluta le vicende di Casagiove, ci siamo incuriositi sul modo con cui vengono gestiti gli impianti sportivi che, va detto perché è sempre bene ricordarlo e non è mai noioso farlo, sono di proprietà dei cittadini, anche se non appare, purtroppo, così. A Casagiove ma anche nel resto della nostra provincia.
In estrema sintesi, in modo da aprire un fronte di analisi nel quale tutte le parti in cause, semmai lo riterranno opportuno, potranno inserirsi interagendo con noi e tra di loro, ci dicono che le condizioni del campo di calcio dello stadio che ha ospitato i campionati molto competitivi, che al tempo della gestione della famiglia Corsale si sono ripetuti negli anni, dell’Hermes Casagiove, sono diventate molto ma molto precarie. Erba alta, nessuna manutenzione delle strutture e degli spogliatoi, insomma, un evidente depauperamento del valore di un bene pubblico. Quando i Corsale hanno lasciato l’Hermes Casagiove, inseguiti da polemiche attivate anche da quel Mario Melone che quelle polemiche non le ha fatte più quando ha realizzato il “ribaltone” entrando in maggioranza, è rimasta (riteniamo) in vigore la convenzione tra il comune e la A.S.D.
Guardando al modo con cui i Corsale hanno gestito lo stadio negli anni in cui erano loro l’Hermes Casagiove, c’è da ritenere che il privato a cui il comune aveva assegnato il controllo delle operazioni, incrociava diversi obblighi, così come erano stati messi nero su bianco nella convenzione. Va anche aggiunto che qualche opera che in quella convenzione era prevista è rimasta, però, al palo, a partire dagli spogliatoi, concausa, insieme alle dimensioni del rettangolo di gioco, del fatto che la prima squadra dell’Hermes Casagiove, quando ha avuto accesso ai campionati di Promozione ed Eccellenza, è stata costretta ad emigrare a Recale e a peregrinare ulteriormente in altri campi da gioco, come, ad esempio, quello di Curti. L’altro
Ora, si chiami Rispoli, si chiami Francesco, si chiami Antonio, si chiami Juventus, si chiami Hermes Casagiove, non cambia nulla. Se un contraente è inadempiente, se io da condomino mi sono impegnato ad abbattere un muro perimetrale e non lo faccio, gli altri condomini mi citeranno in giudizio e a quel punto o abbatto il muro, o di tasca mia rimborso gli altri condomini il costo per abbatterselo autonomamente. Non ci sembra che esistano altre strade. Poi, magari, la convenzione la leggeremo e scopriremo che esiste la clausola della distruzione, di cui Corsale diventerebbe ugualmente responsabile perché, al tempo, in questa baraonda di ruoli e competenze, lui e la sua famiglia erano seduti dall’altro lato del tavolo. Erano, come titolari dell’Hermes Casagiove, i gestori privati con i quali il comune stipulava una convenzione che dunque il commercialista, divenuto poi fascia tricolore, dovrebbe conoscere in ogni sillaba, in ogni sua virgola.
Il sindaco è stato sempre molto cortese nei nostri confronti e ha sempre accettato di esprimere la sua idea in replica alle nostre o a quelle erogate da D’Angelo ed altri settori dell’opposizione. La speranza è che lo faccia anche stavolta. Domani proveremo, non velo garantiamo al 100% ma ci proveremo, a continuare questo giro d’orizzonte nelle strane gestioni degli impianti sportivi di Casagiove. E anche in questo caso formuleremo domande precise, chiare, tecnicamente strutturate all’amministrazione