LA NOTA. POSTE ITALIANE UMILIATA E RESPONSABILE. I rapinatori sono entrati nella filiale di corso Giannone dallo stesso buco (o quasi) di un mese fa
9 Gennaio 2020 - 18:45
CASERTA (g.g.) – Una beffa. Un incredibile beffa, ed ora c’è anche la certezza: i malviventi che ieri hanno depredato ancora una volta ufficio postale di corso Giannone sono entrati esattamente dallo stesso varco alle fognature usato nella prima rapina del 2 dicembre.
Inoltre, dalle notizie che avevamo acquisito non c’era stato nessun tipo di contatto e non ci risultava che ci fosse stato alcun tipo di scontro anche verbale tra i malviventi e il personale o i clienti, invece pare che i dipendenti siano stati minacciati. I malviventi avrebbero costretto un’impiegata a entrare nel bagno e a chiudersi dentro. Questo ovviamente cambia in qualche modo la tipologia del fatto, derubricandolo come rapina.
Nel dettaglio del colpo, invece, il passaggio dalle fogne al pavimento utilizzato a dicembre era stato chiuso con una struttura di cemento. Lavoro del tutto inutile visto che i rapinatori non hanno fatto altro che spostarsi solo di pochi centimetri, circa quaranta, entrando di lato rispetto al rispetto al buco fatto poco più di un mese fa. Per cui, è evidente che o si è trattato della stessa banda oppure di persone vicinissime a questa, che sapevano benissimo come muoversi e probabilmente sono andati anche a fare dei sopralluoghi. Tutto ciò nonostante quella zona sia stata monitorato e sottoposta ad indagini e rilievi di sorveglianza per qualche giorno dopo la rapina.
Ciò che sicuramente traspare è la grande sfrontatezza della banda che, però, pone il problema serio della sicurezza a cui non possono badare le forze dell’ordine. Abbiamo l’impressione che se si fosse trattato di una banca privata, la rapina di dicembre ci sarebbe stata ma difficilmente avremmo raccontato di questa sfrontata, incredibile beffa, la replica del mese dopo. Questo perché una banca privata non si sarebbe accontentata di fare solamente una struttura di cemento per bloccare lo spazio, quei 40 cm, quel mezzo metro quadrato, utilizzato a dicembre per perforare il pavimento ed entrare. Invece, ripetiamo, quaranta centimetri. Perché, evidentemente, i malviventi si sono trovati particolarmente bene e avevano capito che quel post, quella porzione del pavimento era utile per il passaggio e l’hanno tranquillamente, disinvoltamente utilizzato.
Che cosa ne pensiamo? Che Poste Italiane è un ente pubblico di proprietà dello Stato e quindi abbiamo l’idea che all’interno il management, la dirigenza nazionale, regionale, provinciale non è che si preoccupi granché da perdere altri soldi perché, alla fine, ci pensa la Banca d’Italia il giorno seguente a riempire di nuovo le casseforti depredate.
A questo punto, ci scuserete la battuta, non ci resta che aspettare l’inizio del mese prossimo quando ci sarà il nuovo pagamento delle pensioni e la stessa banda farà un foro di 40 cm dall’altro lato, ridendosela di gusto di fronte a quelle strutture di cemento che non servono letteralmente a un tubo.