Il CORONAVIRUS e Villa delle Magnolie: il comunicato della clinica è rassicurante, ma contiene a nostro avviso delle carenze e dei vuoti che vanno precisati

9 Marzo 2020 - 17:16

CASTEL MORRONE (g.g.) – Ha ragione l’amministrazione di Villa delle Magnolie a lamentarsi per il frullato impazzito di notizie e di stupidaggini che stanno girando nella rete e che lanciano allarmi inconsulti e non del tutto fondati su una presunta pericolosità dei locali della struttura sanitaria di Castel Morrone, di proprietà della famiglia Caterino. Vedete come siamo bravi? Nessun pregiudizio. Per cui oggi ci limiteremo a fare l’analisi del testo del comunicato di Villa delle Magnolie, a cui offriamo piena e convinta ospitalità, pubblicando la sua versione integrale. Cosa dicono a Villa Delle Magnolie? Affermano che diverse unità del personale non ci sarebbero contagiati, e quindi i tamponi effettuati, che riteniamo effettuati, perché è l’unico modo per sapere se c’è stato contagio, sarebbero risultati tutti negativi, usiamo il condizionale a prescindere perché un giornale serio l’indicativo lo utilizza col contagocce e guarda alla come riferimento alla curiosità di San Tommaso Apostolo, che voleva toccare con mano. Questi test del tampone sarebbero stati effettuati all’indomani dell’ufficializzazione del contagio subito dal geriatra e cardiologo di Santa Maria Capua Vetere, che gli ambulatori, i corridoi e le stanze di Villa delle Magnolie ha frequentato di recente e in un passato anche meno recente. Sulla relazione tra questo professionista è la struttura sanitaria, nulla di più rispetto a ciò che abbiamo scritto afferma l’amministrazione della Villa: il medico è un collaboratore e non un dipendente. Esattamente quello che abbiamo spiegato noi ai nostri lettori, ai quali abbiamo anche aggiunto che questo medico è stato, prima di andare in pensione, a lungo dipendente dell’Asl di Caserta, nell’organico dell’ospedale Melorio di Santa Maria Capua Vetere. Diciamo che l’aggettivo “esterno”, collegato al sostantivo “collaboratore”, ha rappresentato un piccolo infortunio lessicale, per’altro compensato da un’affermazione chiara da parte della clinica di Castel Morrone sul fatto che questo collaboratore è esterno solo in quanto non è dipendente, ma ha comunque preso parte all’attività terapeutica di Villa delle Magnolie da cui mancherebbe, però, secondo ciò che è scritto nel comunicato, dal giorno 28 febbraio.

Ricapitoliamo: tamponi negativi per i dipendenti, collaboratore esterno in loco fino al 28 febbraio. Siccome il comunicato è di stamattina, dobbiamo ritenere che i controlli sono stati effettuati fino a ieri, fino a sabato, fino al 7/8 marzo. Dal 28 febbraio al giorno 8 marzo ci stanno in mezzo 9 giorni, dunque un tempo inferiore al periodo di incubazione del covid-19, che è di una dozzina di giorni, esteso per sicurezza a 14. E qui notiamo la prima dimenticanza, una cosa importante che avrebbe dovuto essere specificata nel comunicato: fa piacere a noi e a tutti il fatto che i tamponi ai dipendenti siano risultati tutti negativi, detto questo, però, il tampone che conterà, la prova decisiva sarà quello effettuato il 13 e il 14 giorno, cioè al confine temporale del periodo massimo di incubazione del virus. In questa caciara generale, se abbiamo capito bene, le persone venute a contatto con contagiati vengono messe in quarantena e dentro questa che si sviluppa negli ormai canonici 14 giorni vengono “tamponati” una, due o anche tre volte, con l’ultimo test, in caso di negatività dei primi, sempre e comunque fissato, alla fine della seconda settimana di quarantena. Sarà solo quel test a stabilire un’autentica negatività pro tempore della persone che a quel punto potrà lasciare la quarantena e potrà comportarsi come ogni non-contagiato, che comunque deve stare attento osservando tutte le precauzioni. Ecco, se la direzione sanitaria di Villa delle Magnolie avesse offerto comunicazioni più precise rispetto a quelle offerte, sarebbe stato più rassicurante. vedete, non abbiamo affrontato, e non affronteremo, la questione della donna 70enne di San Prisco risultata positiva al coronavirus e deceduta. Non l’affronteremo perché non abbiamo notizie certe sul periodo in cui essa è stat ricoverata sulla clinica e quando è stat dimessa. Qualche indiscrezione parla del 15 febbraio come data di uscita, il che tranquillizzerebbe il personale qualora questo sia stato totalmente sottoposto a indagini aggiungendo agli operatori che hanno avuto a che fare con il medico collaboratore, quelli che hanno assistito la donna poi deceduta il 6 marzo. Ma siccome, come abbiamo detto, mancano elementi precisi di tipo temporale, non ci avventuriamo ulteriormente su questa seconda vicenda che riguarda o semplicemente lambisce la nota struttura sanitaria di hospice e riabilitazione.

IL COMUNICATO DELLA CLINICA RESO NOTA OGGI: