CASERTA. La coppia Carlo Marino e Franco Biondi ora vuole fare il biodigestore nella cava d’Agostino. Giovanna Maietta: “Siamo già pronti a mandare il primo esposto”

26 Aprile 2020 - 18:28

CASERTA – Non lo possiamo escludere, anzi, va ritenuto più che probabile dopo aver sentito al telefono Giovanna Maietta, una delle promotrici storiche delle associazioni ambientaliste e anti cave di Caserta, un ricorso al Tar contro il progetto, attivato dal Comune capoluogo, di insediamento in contrada Mastellone, nell’area della ex cava d’Agostino dell’ormai famoso e famigerato biodigestore di compostaggio la cui localizzazione è stata “derubricata” dalla prima assegnazione all’area Asi di via Ponteselice, e non certo a costo zero, come scriviamo nel secondo articolo che dedichiamo alla vicenda (clicca qui per leggere). “Credo – spiega Giovanna Maietta a Casertace –che

non ci sarà bisogno di arrivare fino al Tar. La nostra associazione ha infatti intenzione di presentare subito un esposto alla Procura della Repubblica. Chi conosce la storia di quelle aree, cioè della cava D’Agostino e della cava Iuliano, sa che al tempo in cui l’attività estrattiva di cava era consentita e non regolamentata, questa ha potuto svilupparsi anche in zone classificate come agricole. E l’area scelta dal Comune – rivela la Maietta -, scelta per il biodigestore è ufficialmente e indiscutibilmente, una zona agricola dove, in un tempo diverso rispetto a quello dell’antica deregulation delle cave, non può insediare un impianto di trattamento di rifiuti organici”.

La Maietta sottolinea un episodio storico che noi ricordavamo solo in maniera sfumata. “Se ricordate bene – spiega – già ai tempi della crisi di Lo Uttaro, con Luigi Del Rosso assessore all’ambiente, si parlò di una destinazione simile come grande discarica per le stesse aree di cui si torna a parlare oggi, definite per altro a grave rischio idrogeologico e a grave rischio frane dall’autorità di bacino”.

Una valutazione che ora si vorrebbe eludere attraverso questa acrobatica riperimetrazione.

“Io penso – conclude Maietta – che il sindaco Marino sappia bene che neanche questa cosa si possa realizzare. E come ha fatto già per via Ponteselice. avvia le procedure che però alla fine servono solamente a spendere quattrini pubblici per rendere la vita migliore a questo o a quel professionista, a questa o a quell’altra impresa”. 

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