A 73 anni si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Vanvitelli: “L’avevo promesso a papà prima che morisse”
29 Marzo 2024 - 10:22
E’ rimasto iscritto all’università per 54 anni, lo aveva promesso al padre, poco prima che morisse. Prima agricoltore, poi impiegato presso gli uffici del Giudice di pace, infine impiegato comunale presso i Servizi sociali
E’ la storia di Enzo Fernando Buccoliero che lo aveva promesso al padre prima che morisse, 54 anni fa. Ieri ha dato seguito a questo ultimo desiderio alla presenza commossa dei nipoti e degli amici riuniti nell’aula del complesso di Santa Patrizia a Napoli dove si sono svolte le sedute di laurea del corso di medicina e chirurgia dell’università Vanvitelli.
La sua tesi in malattie nervose e mentali dal titolo “Parkinson e parkinsonismi atipici (Plus)” assegnatagli dal suo relatore, Antonio Gallo, professore associato di neurologia presso la I Clinica Neurologica dell’Ateneo Vanvitelli. “Enzo è rimasto iscritto all’università per 54 anni perché, nonostante le tante avversità che la vita gli ha riservato, voleva portare a termine i suoi studi iniziati nel 1970 – ha commentato al termine della seduta di laurea il professor Gallo -. Nulla lo ha fatto desistere, nemmeno le sveglie alle 2 di notte per mettersi in autobus alle 5 del mattino, facendo 7 ore di viaggio e, spesso, restando sveglio anche la notte successiva aspettando in stazione il bus del ritorno. Questo per ogni esame, incontro con i docenti o per seguire i corsi”.
Per far fronte alle malattie dei genitori e alle difficoltà economiche si è rimboccato le maniche facendo tanti lavori e continuando a studiare nel tempo che gli era concesso. Prima agricoltore, poi impiegato presso gli Uffici del Giudice di Pace, infine impiegato comunale presso i Servizi Sociali. “I servizi sociali in qualche modo avevano a che fare con la cura delle persone – ha spiegato – perché quello sempre era il mio desiderio. E poi lo avevo promesso a mio padre, che me lo chiese prima di morire. Mi disse: Enzo non mollare. E io l’ho fatto”.
Dopo la proclamazione a dottore in medicina e chirurgia ha voluto ricordare suo fratello maggiore che non c’è più: “Mio fratello si stava laureando in lettere qui a Napoli – racconta con voce rotta dall’emozione – mi ha spinto a iscrivermi a medicina. Poi sono accadute tante cose. La malattia di mia madre, che ho assistito per 18 anni, poi quella di mio padre, più breve ma altrettanto dolorosa che che esigeva cure, le difficoltà economiche, il mio lavoro di agricoltore. La vita può deviare il tuo percorso, rallentarlo, ma questo non significa che non si può ugualmente raggiungere la meta, i propri sogni, anche 73 anni, come è successo oggi a me”
“Questa storia deve essere di esempio per tanti giovani studenti – ha commentato il rettore dell’Ateneo Vanvitelli Gianfranco Nicoletti – le difficoltà negli studi, quelle della vita, sono inevitabili. Ma la tenacia e la perseveranza sono elementi necessari per raggiungere i propri obiettivi. Tutti hanno diritto agli studi alla formazione all’università oggi deve essere quanto mai inclusiva e per quanto possibile, di sostegno ai giovani a loro futuro“