A CASERTA cave aperte fino al 2027. Stamattina Gennaro Oliviero ha presentato un emendamento per cancellare l’articolo pro Luserta

29 Luglio 2019 - 17:52

CASERTA – È stato Gennaro Oliviero, presidente della Commissione Ecologia e Ambiente del consiglio regionale della Campania ad assumere l’iniziativa che potremmo definire “l’emendamento pro-Zac”, che non è una promozione della vendita gratuita del più famoso antidepressivo del pianeta, ma semplicemente il ripristino del valore delle cosiddette Zone ad Alta Criticità, su sui si basava la tempistica stabilita dalla legge regionale n.22 del 2017 della chiusura definitiva delle cave a Caserta e zone limitrofe.
L’articolo 4 del disegno di legge, che andrà in commissione domani mattina e in consiglio giovedì, appartiene a una di quelle strutture legislative, fondamentalmente votate ad aggiustare i meccanismi in modo da farli sposare con gli interessi del presidente e dei consiglieri di maggioranza pro tempore.
Viene definita generosamente legge di semplificazione, che in teoria e a rigor di statuto, doveva essere, com’è stato in passato, incardinata nei lavori della prima commissione Affari Istituzionali, che però essendo presieduta da Alfonso Piscitelli in dissidio con De Luca e la maggioranza, non viene considerata più affidabile.

Da qui il trasferimento all’affidabilissima commissione attività produttive, presieduta da Nicola Marrazzo, che è lo zio dell’altro consigliere regionale Stefano Graziano.

L’emendamento presentato oggi da Gennaro Oliviero e che domani sarà discusso nell’appena citata commissione, smonta tutta la struttura e il gioco di abilità attraverso cui, in pratica, sempre mediante l’utilizzo della foglia di fico della cosiddetta riqualificazione che passa, com’è noto, per tante altre centinaia di migliaia di tonnellate di materiale da cavare, erano stati cancellati i termini di chiusura delle cave previsti dalla legge 22 del 2017 con estrosa ricollocazione degli stessi in funzione dei destini del policlinico, cioè di quel cantiere abbandonato destinato, con buona pace delle dichiarazioni fatte da De Luca circa due anni fa, a rimanere tale per anni e anni ancora.

Se poi, tra otto anni, il policlinico non dovesse aprire, allora le cave dovrebbero chiudere definitivamente a prescindere.
In poche parole, una super proroga che ridicolizza il concetto stesso di “Zona Altamente Critica” coniata e messa nero su bianco da Antonio Bassolino nel Piano Regionale delle Attività Estrattive, approvato dal Consiglio Regionale nel 2006.

L’area dei Colli Tifatini era zona altamente critica tredici anni fa e in base a questo fu stabilito un cronoprogramma, divenuto una sorta di barzelletta alla mercè delle diverse lobbies dei cavaioli.
Oggi si dice, dunque, che Caserta è da tredici anni una Zac.
Però, a guardar bene, la situazione non è poi tanto critica, e se è critica, non lo è altamente.
Per cui andiamo al 2027, cioè a ventun anni di distanza dall’approvazione del Prae.
Su questa base, l’emendamento di Oliviero, che mira alla cancellazione dell’articolo n.4 del disegno di legge, uscito dalla penna del neo delegato all’agricoltura Nicola Caputo, fortemente sostenuto da Antonio Luserta nell’ultima campagna elettorale, e da quella del consigliere regionale Giovanni Zannini, appare fondato e con buone possibilità di essere approvato domani in commissione, anche alla luce della lettera che il sindaco Carlo Marino, avvertito – udite udite – da un nostro articolo, ha spedito stamattina direttamente al governatore De Luca e al suo vice Bonavitacola.

‘Sti politici!