A Scauri va in scena La Marittima del Biciclettario: bici d’epoca, giovani talenti e parole che pedalano.
7 Maggio 2025 - 07:39

Due giorni tra storia e sport: ciclostoriche sui percorsi Gustav e Marica, pedalata ecologica, Campionato Regionale Giovanissimi con La Marittima Baby e freestyle show.
SCAURI (Pietro De Biasio) – Tutto è pronto. Si respira quell’aria di attesa che solo gli eventi veri riescono a creare: quelli che non passano come il vento, ma lasciano una traccia. E «La Marittima – Ciclostorica del Bicicletterario» è diventata, negli anni, un rito collettivo, un omaggio al ciclismo, alla memoria e alla bellezza del Sud pontino. Il 10 e 11 maggio 2025, sul lungomare di Scauri di Minturno, si torna in sella. Con partenza e arrivo dalla storica Arena Mallozzi, «La Marittima» si rinnova nella formula e si conferma negli intenti: unire le biciclette d’epoca, i paesaggi autentici, i racconti, la letteratura, il gusto dello stare insieme. Un nome che è un ossimoro felice. «Storica» ma nuova. «Bicicletta» e «letteratura» nello stesso respiro.
Nata grazie all’intuizione del Co.S.Mo.S. – Comitato Spontaneo Mobilità Sostenibile, ed è cresciuta nel solco tracciato da «Il Bicicletterario», premio letterario che ha fatto parlare di sé ben oltre i confini laziali. Non è solo una ciclostorica, è un viaggio culturale che abbraccia luoghi, persone e parole. E sarà proprio il sud del Lazio, questo lembo estremo di Ulisse e di ninfe, questo angolo d’Italia dove il mare si chiama Golfo di Gaeta e le montagne si chiamano Aurunci, a fare da cornice ai percorsi scelti per l’edizione 2025. Due i percorsi in programma. Il primo si chiama «Linea Gustav» e già nel nome si avverte il peso della memoria. Sono 70 km tra campagne, colline e sentieri segnati dai combattimenti della Seconda guerra mondiale.
Ogni tornante ha visto passare uomini in fuga o in attacco, ogni discesa racconta il coraggio di chi ha resistito. Si parte dall’Arena Mallozzi, sul lungomare di Scauri, si pedala verso il promontorio di Monte d’Argento e si risale il fiume Garigliano fino al primo ristoro, al Real Ferdinando: un ponte, certo, ma anche un monumento all’ingegno e alla storia. Il secondo percorso, più breve (38,8 km), si chiama «Marica», come la dea antica venerata dalle popolazioni aurunche. Qui non c’è guerra ma mito, non ci sono trincee ma acque sacre. Un anello che tocca le stesse prime emozioni del percorso lungo, prima di staccarsi in dolcezza. Anche qui si passa per il Real Ferdinando, anche qui ci si ferma, si sorride, si ascolta. Ma quest’anno, «La Marittima» fa un salto in avanti senza tradire nulla.
Accanto al cuore ciclistico e culturale, esplode il programma della «Marittima in Festa», una due giorni che promette emozioni a ogni ora. Si comincia sabato 10 maggio alle 9.00, con la «Marittima Baby», gara di abilità-sprint valida come Campionato Regionale per le categorie G1-G6. Si corre all’Arena Mallozzi, in un clima di festa vera, con piccoli corridori dai 3 ai 15 anni, tesserati e non, pronti a misurarsi tra birilli e curve strette. Si comincia alle 11,00, ma il vero premio è il sorriso e la spinta gentile degli adulti che, per un giorno, si fanno da parte. Nel pomeriggio, dalle 14.00, sempre all’Arena Mallozzi, ci sarà lo spettacolo mozzafiato di Matteo Corvo, funambolo del bike freestyle. Un concentrato di tecnica, audacia e poesia in movimento. Salti, trick, equilibrio: il ciclismo che si fa acrobazia, ma anche meraviglia per occhi giovani e meno giovani.
E non finisce qui. A fianco delle biciclette, la letteratura. Proprio durante la presentazione dell’evento, al Lido Aurora di Scauri, è stato presentato un libro speciale: «Il gregario canterino» di Silver Mele. Un libro che non è solo ciclismo. È vita. È la storia di Luigi, padre del noto giornalista sportivo di Canale 8, professionista tra il ’61 e il ’66. Un solo successo, una tappa al Giro di Svizzera nel ’62. Un podio sfiorato al Vigorelli nel Giro del ’64. Ma soprattutto una voce bella, limpida, intonata. In gruppo lo spingevano per sentirlo cantare. Lo chiamavano il «jukebox su due ruote». E lui cantava, ma a modo suo: «Mi spingete, e io canto». Un patto. Una poesia. Un mondo che non c’è più ma che ritorna, ogni volta che si sale su una bici d’epoca. E allora sì, tutto è pronto. Pronti i percorsi, pronti i ristori, pronti i numerosi volontari, dell’organizzazione, pronti i bambini con le ginocchia sbucciate e la maglia nuova, pronti i corridori con la borraccia di latta e il cuore pieno di memorie.