Appalti truccati per alberghi e complessi turistici, 11 arresti. Incastrato noto professionista casertano

15 Gennaio 2024 - 18:06

Manette per dirigenti di partito ed ex amministratori.

CASERTA. C’è la riqualificazione del Rione Terra di Pozzuoli al centro dell’inchiesta della Procura di Napoli che ha portato a undici misure cautelari, notificate in mattinata da Guardia di finanza e Polizia di Stato, con quattro uomini in carcere e due ai domiciliari: coinvolti esponenti politici, amministratori locali e imprenditori, tra i quali Nicola Oddati, all’epoca dei fatti componente della Direzione Nazionale del Pd e attualmente dirigente della Regione Campania, l’ex sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, già coinvolto in un’altra analoga indagine, entrambi in manette.

Tra i destinatari delle misure cautelari anche il casertano Antonio Carrabba, di 61 anni. Per lui obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Con Figliolia ed Oddati sono finiti in carcere anche l’ex presidente dell’Enit Giorgio Palmucci, attuale vicepresidente di Confindustria Alberghi e l’imprenditore Salvatore Musella, di cui Carrabba sarebbe stato uno stretto collaboratore.

Ai domiciliari altri due collaboratori di Musella: Salvatore Della Corte e Gianluca Flaminio. Obblighi di presentazione alla pg, oltre che per Carrabba, anche per Angelo Tortora, dipendente del Comune di Pozzuoli e collaboratore dell’ex sindaco; Giovanni Bastianelli, ex direttore esecutivo dell’Enit; un ex consigliere regionale della Calabria, Sebastiano Romeo, e un ex assessore comunale di Grottaglia e consigliere provinciale di Taranto, Luciano Santoro,

anche lui del Partito Democratico, candidato alla segreteria Provinciale Pd di Taranto, ex assessore comunale a Grottaglie ed ex consigliere provinciale a Taranto.

Le accuse della seconda sezione della Procura, che opera nell’ambito dei reati contro la pubblica amministrazione, sono concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, traffico di influenze illecite e turbata libertà degli incanti. Nello specifico le turbative riguardano la gara per la concessione del Rione Terra di Pozzuoli, l’ipotesi di corruzione per l’aggiudicazione di un’altra concessione pubblica e le presunte intermediazioni illecite sia per l’affare della conversione in struttura alberghiera del Rione Terra che per altri appalti pubblici.

Secondo quanto emerso dalle indagini una parte di questi lavori e la gestione di un grande complesso turistico-alberghiero negli edifici ristrutturati, sarebbero stati aggiudicati grazie a versamenti periodici di denaro dall’imprenditore di Pozzuoli, Salvatore Musella a Nicola Oddati. Quest’ultimo poi avrebbe fatto pressioni sul sindaco di allora Figliolia, perchè fossero anticipati a Musella i requisiti di partecipazione alla gara. 

Secondo quanto emerso dalle indagini una parte di questi lavori e la gestione di un grande complesso turistico-alberghiero negli edifici ristrutturati, sarebbero stati aggiudicati grazie a versamenti periodici di denaro dall’imprenditore di Pozzuoli, Salvatore Musella a Nicola Oddati. Quest’ultimo poi avrebbe fatto pressioni sul sindaco di allora Figliolia, perchè fossero anticipati a Musella i requisiti di partecipazione alla gara. 

“Mi sorprende la severetà della misura – spiega l’avvocato dell’ex primo cittadino Figliolia Luigi De Vita – l’intento del sindaco era affidare a un unico grande gruppo i lavori per avere la certezza che il rione potesse funzionare”.