ARRESTI IN COMUNE. In manette dipendenti corrotti: un giro milionario e documenti falsi per la cittadinanza

13 Maggio 2025 - 11:15

ORTA DI ATELLA – È scattata all’alba di oggi, 13 maggio, una vasta operazione della Polizia Metropolitana di Napoli, che ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Aversa Napoli Nord, su richiesta della Procura della Repubblica di Aversa Napoli Nord, nei confronti di otto persone. I soggetti sono gravemente indiziati di associazione per delinquere, falso in atto pubblico e corruzione, nell’ambito di un articolato sistema finalizzato al rilascio illecito della cittadinanza italiana a cittadini brasiliani.

Il cuore dell’inchiesta: falsi documenti e complicità comunali

L’indagine ha fatto luce su una rete ben strutturata che operava nei comuni di Orta di Atella, Frattaminore e, inizialmente, Villaricca, dove ha avuto origine il procedimento penale da cui è scaturita l’inchiesta odierna. L’organizzazione, che si avvaleva della complicità di dipendenti

comunali, agenti della polizia municipale e mediatori privati, garantiva il rilascio della cittadinanza italiana jure sanguinis attraverso la falsificazione di residenze, documenti anagrafici e atti genealogici.

Tra i destinatari delle misure cautelari figura il titolare di una società di intermediazione, per il quale è stata disposta la custodia cautelare in carcere. L’uomo organizzava il fittizio ottenimento della residenza per i cittadini brasiliani, predisponendo le pratiche necessarie. Quattro dipendenti pubblici, in servizio presso gli Uffici Anagrafe e Stato Civile dei Comuni coinvolti, sono stati posti agli arresti domiciliari, così come tre soggetti esterni che fornivano supporto logistico e documentale.

Case e timbri falsi per ottenere la residenza

Il meccanismo truffaldino prevedeva la falsa iscrizione all’anagrafe di cittadini brasiliani che non avevano mai risieduto nei Comuni indicati. A questi venivano forniti immobili per simulare la residenza, timbri contraffatti, falsi passaporti, dichiarazioni di presenza manipolate e certificazioni genealogiche inventate, attestanti ascendenze italiane inesistenti.

Il ruolo dei pubblici ufficiali era decisivo: in cambio di denaro e regali, attestavano la presenza fittizia degli stranieri, producevano certificati di residenza falsi e – in alcuni casi – redigevano direttamente la documentazione necessaria per l’ottenimento della cittadinanza.

Il business del “passaporto facile”: milioni di euro

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i mediatori incassavano tra gli 8.000 e i 45.000 euro per ogni pratica, con una media di 22.000 euro a persona. Considerato l’elevato numero di richieste gestite, il giro d’affari dell’organizzazione ha superato diversi milioni di euro.

Le indagini, sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti, analisi di documentazione informatica e riscontri bancari, hanno permesso di ricostruire anche una dettagliata contabilità di cassa: nei file analizzati dagli investigatori compaiono importi, nomi dei funzionari corrotti e indicazioni precise delle pratiche “lavorate”, con un sistema di rendicontazione interna che ha confermato la natura sistematica del sodalizio.

Le origini dell’inchiesta

L’attività investigativa trae origine da un primo procedimento condotto nel Comune di Villaricca, definito con una sentenza di condanna del GIP del Tribunale di Napoli Nord il 31 gennaio 2025. Le successive ramificazioni dell’inchiesta hanno consentito di svelare un sistema consolidato, attivo anche in altri Comuni dell’area a nord di Napoli, con rapporti corruttivi stabili tra pubblici ufficiali e operatori del mercato illecito della cittadinanza.