ASL, LA BOIATA DEL SECOLO. Ora Russo parla di alert ma il suo documento è lampante: c’è scritto fascia rossa e fascia arancione

2 Marzo 2021 - 20:41

Un’altra giornata persa e sottratta al buon governo del territorio. Sarebbe interessante e anche divertente stabilire il rateo odierno dello stipendio dei sedicenti manager dell’azienda sanitaria locale

 

CASERTA(g.g.) Uno spettacolo di arte varia, coordinato e diretto da uno dei direttori generali Asl meno preparati della storia di questa provincia nei cui cieli non hanno certo mai volteggiato aquile della preparazione e delle competenze. Al suo fianco sindaci che neppure un documento sanno leggere, smentendo che si sia parlato di zona rossa e cercando inutilmente di coprire questa ennesima “patacca”, rifilata dal Dg Ferdinando Russo.

Dopo il nostro articolo, pubblicato verso le 16 e 30 di oggi (CLIKKA QUI PER LEGGERE), dall’Asl hanno fatto filtrare che la loro non era una direttiva vincolante, bensì un auspicio, un invito, a un certo punto lo hanno definito un alert.

In realtà, non è così, perchè se leggete la nota ufficiale che pubblichiamo per la terza volta, vengono indicati testualmente 27 comuni “di fascia rossa” e altri due “di fascia arancione”, come se in Campania non ci trovassimo già tutti in fascia arancione e come se ci fosse da dimostrare ulteriormente che in un momento di grande difficoltà e di grande preoccupazione, all’Asl di Caserta non hanno meglio da fare che sputar fuori cazzate che creano solamente ulteriore allarme, come se quello determinato dalla pandemia non fosse già sufficiente a rendere complicate e non certo gaie le giornate delle popolazioni indigene.

Nelle ultime ore, abbiamo letto in rete di tutto e di più. Tre sindaci, quello di San Cipriano Vincenzo Caterino, quello di Arienzo Giuseppe Guida, quello di San Marco Evangelista Gabriele Cicala, hanno ripetuto come dei pappagalli la storia dell’esortazione, dell’alert, non vedendo o facendo finta di non vedere quello che è scritto nel documento in questione, accolto, al contrario, con grande sconcerto da parte di altri sindaci, che invece sanno decisamente leggere,  a partire da quello di Maddaloni Andrea De Filippo, tra le altre cose costretto a casa da una fresca positività al covid, che letteralmente non credeva alle sue orecchie quando il povero dirigente del distretto in cui insiste la città da lui governata, gli ha chiesto di scrivere un’ordinanza, sì, ripetiamo, un’ordinanza che certificasse e rendesse esecutivo l’inserimento di Maddaloni in quella che, ripetiamo, è stata definita testualmente fascia rossa.

Per cui, le giustificazioni, le modalità attraverso cui si cerca di mettere una toppa, diventano ancor peggiori del danno creato nel pomeriggio, con il più stupido dei documenti mai erogati negli ultimi anni dall’Azienda Sanitaria Locale di Caserta.

Tra le altre cose, un documento stupido, in prima battuta e anche in seconda battuta, e surreale, dato che i sindaci non hanno alcun potere di determinare la collocazione del proprio comune in una fascia rossa. Quando questi scienziati dell’Asl scrivono nell’oggetto della loro comunicazione che questa classificazione dei comuni risponde alla nuova struttura normativa del Dpcm, toccano il massimo del ridicolo, visto e considerato che l’ultimo Dpcm l’ha varato l’allora premier Giuseppe Conte e non c’è alcun riferimento a limitazioni selettive uguali a quelle di cui fa menzione la lettera firmata dal direttore generale Ferdinando Russo e che al contrario, si trovano, ma solo in nuce in un altro Dpcm, quello non ancora varato, quello che verrà, il primo a firma di Mario Draghi, che dovrebbe vedere la luce alla fine di questa settimana.

Tra le altre cose, il meccanismo di irrigidimento selettivo delle misure di prevenzione se proprio vorrà coinvolgere i sindaci, dovrà essere limitato dall’utilizzo dello strumento giuridico dell’ordinanza per ogni singola questione e non potrà essere allargato ad una classificazione di ordine generale del proprio comune inteso come zona rossa.

Se, infatti, il governo nazionale ritiene che sia giusto modulare le misure in base ai gradi di densità dell’epidemia dei diversi territori, potrà farlo coinvolgendo i sindaci ma senza mai chiedere loro di firmare ordinanze omnibus di inserimento in fascia rossa.

Anche perchè siccome i signorini del governo stanno a Roma, al caldo dei loro palazzi, mentre i signorini della Regione stanno a Napoli a coltivare i loro intrallazzi, i sindaci girano per strada nei loro comuni e col cavolo si prenderanno gli insulti dei commercianti, dei genitori, degli automobilisti, cioè di tutti quanti i residenti che il primo cittadino ce l’hanno lì, a portata di mano, anche, eventualmente, per rifilargli una solenne pedata nel sedere.

Ecco perchè i provvedimenti selettivi di zona rossa che già esistevano, sono affidati alle competenze delle Regioni, visto che i processi amministrativi di un comune sono fatalmente più sofferti, più lenti, in quanto risentono di una pressione dell’opinione pubblica locale, i cui fragori si avvertono distintamente dalle finestre di casa dei primi cittadini. L’Asl, come ha spedito a De Luca, nel mese di dicembre, i dati del contagio relativi a Marcianise e ad Orta di Atella, ora dovrebbe farlo anche con questi 27 o addirittura 29 comuni. A quel punto, il presidente della Regione, come fece ad ottobre, potrebbe firmare una o più ordinanze di inserimento dei “27+2” in zona rossa e in zona…niente perchè se abbiamo interpretato la catastrofica comunicazione dell’Asl di Caserta, quella “fascia arancione” potrebbe essere la cosiddetta fascia arancione rafforzata, non avendo alcun senso, come abbiamo scritto all’inizio, parlare di fascia arancione semplice, dato che tutta la Campania è già sottoposta a questo regime.

Siamo messi proprio male, anzi malissimo.