AVERSA. Ciro Lama aveva smascherato il fallimento sulla differenziata della De Angelis. Al di la di questo, ecco gli errori del primo cittadino

21 Novembre 2018 - 12:13

AVERSA(Gianluigi Guarino) C’è un qualcosa di anomalo nelle manifestazioni di autentica ira, in cui, spesso e volentieri, il sindaco, Enrico De Cristofaro prorompe al cospetto di dirigenti, funzionari e impiegati del comune di Aversa.

Un’anomalia bifronte. Da un lato riguardante l’aspetto emotivo dell’uomo, particolarmente irritabile e che, attraverso questi scatti umorali, che sulla carta dovrebbero rappresentare un problema appartenente alla intimità, alla sfera inviolabile della privacy, ma che diventa questione extra privata nel momento in cui questa sorta di stabilità dell’instabilità emotiva del primo cittadino, crea un riverbero nell’esercizio della sua funzione, che è pubblica per antonomasia.

Indiscutibile, invece, la seconda direttrice di effetto di questo atteggiamento reiterato. Se un sindaco dispensa cazziatoni a destra e a manca ai dipendenti, può anche rappresentarsi, in una visione superficiale delle cose, come uno che si fa rispettare, uno che supplisce all’incapacità dei dirigenti e dei funzionari con responsabilità rilevanti, come sono per esempio le cosiddette posizioni organizzative, a rendere efficace, efficiente l’opera degli uffici.

Ma se capitano vicende come quella consumatasi una decina di giorni fa, nella famosa lite tra De Cristofaro e il funzionario dell’area Ambiente Ciro Lama, anche questo schema dello sceriffato utile e doveroso, cade.

Cade perchè Ciro Lama ha dimostrato di essere un buon impiegato e un buon funzionario. E soprattutto ha dimostrato di avere l’attitudine a dire la verità. Lo ha fatto con coraggio, calcolatrice in mano, quando ha, messo nero su bianco, i

risultati fallimentari e nettamente declinanti rispetto al passato, della raccolta differenziata.

Una certificazione che ha fatto cadere il castello di carta, costruito attraverso la realtà apparente, alterata, virtuale delle banali veline via social, di un assessorato all’Ambiente che si voleva far passare come un modello di qualità e una somma felice di capacità.

Noi non eravamo presenti al fattaccio. Ciro Lama ha raccontato che il sindaco, già agitato, voleva che lui raggiungesse una scuola. E lo facesse fisicamente, in pochi minuti. In quel momento, però, il funzionario era impegnato in un atto a cui non poteva sfuggire per indiscutibili e dimostrati doveri d’ufficio. Di qui la discussione, la presunta aggressione con tanto di presunto dito puntato alla gola, e il resto lo conoscete.

E torniamo alla seconda conseguenza di queste esplosioni di “carattere”. E’ vero che la Bassanini è stata una dei fallimenti più clamorosi della storia della repubblica italiana, perchè essendo stata concepita da un professore abituato a frequentare le università francesi e il paese d’Oltralpe, dove esiste una grande scuola della pubblica amministrazione, una sorta di accademia militare, che forma prima di tutto i valori,  non ha valutato minimamente la condizione di atavica carenza culturale, valoriale dei dirigenti e dei funzionari italiani, finendo per spostare la potestà sul ladrocinio, dai soli politici ad una sorta di confederazione di interessi tra politici e dirigenti.

Però la Bassanini è legge dello stato. Piaccia o non piaccia, deve essere rispettata. E la Bassanini non permette che il sindaco di un comune possa girare negli uffici con l’aria di un pistolero. Un sindaco può convocare a sè il segretario comunale, notificargli e motivargli precisamente la sua insoddisfazione per come funzionano uno o più uffici e può chiedere al segretario, che è il capo di tutti i dirigenti, di intervenire affinchè la situazione venga risolta o vada a migliorare.

Dunque, il secondo effetto, quello oggettivo e indiscutibile, è rappresentato da una violazione, da parte del sindaco di Aversa, dei principi della legge Bassanini che ha separato i percorsi esplicativi di funzioni e poteri esercitati dalla potestà politica del sindaco e dalla potestà amministrativa del dirigente.

Poi, sulle chiacchiere, i pettegolezzi si potrebbe aprire un libro. Ma noi che siamo abituati a ragionare utilizzando la nostra conoscenza e la nostra coscienza, abbiamo preferito commentare l’episodio di Ciro Lama attraverso categorie nobili di valutazioni.

L’assessora all’Ambiente si chiama Marica De Angelis. Va bè, sarà una combinazione, ma il sindaco, quando si tratta della De Angelis, perde costantemente la bussola.