AVERSA Clamoroso: l’amministrazione comunale raddoppia la tariffa per la mensa scolastica. Valanga di accuse e genitori in subbuglio. La nostra posizione sull’impresa “La Mediterranea” e su Mimmo Dell’Aversana

20 Settembre 2021 - 19:22

Di nuovo costretti a declinare una premessa che in nessun’altra parte di Italia sarebbe necessario formulare, stavolta riguardante l’impresa “La Mediterranea”. Vanno precisati, infatti, i contenuti di certi nostri articoli mai mossi da valutazioni personali, ma sempre da analisi sulle modalità con cui vengono gestiti i soldi pubblici. IN CALCE ALL’ARTICOLO ALCUNI POST DEI GENITORI INCAZZATI.

 

 

AVERSA (g.g.) Ci faremmo volentieri mozzare i polpastrelli delle dita pur di evitare di scrivere certe premesse. Ma questo qui è un posto in cui la categoria della perdizione umana ha un significato considerato normale, ortodosso dai più.
Non abbiamo nulla di personale nei confronti del Signor Domenico Dell’Aversana. I suoi sono, fino a prova contraria, dei buoni supermercati e la sua “La Mediterranea” è una società che lavora bene, ovviamente fino a prova contraria, alle mense delle diverse scuole della città di Aversa, Materne, Elementari e Medie, la cui competenza nella gestione materiale degli immobili e nella erogazione dei servizi, è in capo al comune.
Avremmo scritto la stessa cosa anche se la mensa scolastica fosse stata garantita dai pasti dello Chef Antonino Cannavacciuolo o dai figli del compianto Don Alfonso Iaccarino, fondatore dell’omonimo ristorante stellatissimo in quel di Sant’Agata dei Due Golfi.
Noi di CasertaCe, infatti, non abbiamo assolutamente messo in discussione la qualità del cibo e degli altri servizi erogati da “La Mediterranea”. Abbiamo scritto un’altra cosa, e cioè che nel corso della consiliatura di Enrico

de Cristofaro, l’allora assessora e vicesindaco Federica Turco, la ribaltonista di oggi, ebbe modo, una volta venuta a conoscenza del nome delle imprese che avevano risposto al bando di gara, di entusiasmarsi moltissimo, come possono tranquillamente confermare i suoi colleghi assessori di allora, di fronte alla scoperta che “La Mediterranea” aveva presentato una propria offerta.
Un entusiasmo che la Turco poté trasformare in soddisfazione quando “La Mediterranea” si aggiudicò l’appalto, relazionandosi in maniera a dir poco armonica, a un capitolato di gara che non piacque a tutti e che più di una polemica suscitò per certi suoi contenuti che sembravano (abbiamo scritto sembravano, non erano) confezionati su misura per l’impresa del luscianese Dell’Aversana.
Se oggi torniamo a scrivere dell’argomento, è perché questo è saltato naturalmente fuori con l’approssimarsi dell’anno scolastico iniziato mercoledì scorso, 15 settembre. Quindi, nessuna forzatura di sorta. Ma siccome ne dobbiamo scrivere per dovere di cronaca, non possiamo non sottolineare che Federica Turco, al tempo di De Cristofaro era vicesindaco e assessore, mentre oggi è solo un consigliere comunale. Ma siccome in giunta c’è Francesco Sagliocco, figlio di Luciano Sagliocco, altro grande estimatore di Mimmo Dell’Aversano, è come se ci fosse lei lo stesso. Quella era una maggioranza di centrodestra, questa è una maggioranza di centrosinistra, ma il risultato non cambia rispetto alla necessità di dover rendere questa vicenda della mensa molto più trasparente di quella che non sia oggi, anche e soprattutto a garanzia dell’immagine e della reputazione, indiscutibili sempre fino a prova contraria, dell’imprenditore Domenico Dell’Aversana, per gli amici Mimmo, e della sua impresa “La Mediterranea”.
Insomma, noi ritorniamo sull’argomento ancora una volta perché questo è diventato di strettissima attualità. Prima, per la contingenza legata all’inizio dell’anno scolastico, successivamente alle specifiche polemiche suscitate da quella porcheria di bilancio di previsione, approvata in fretta e in furia l’altra sera, dal quale è scaturito un piano delle tariffe per i cosiddetti “servizi a domanda individuale”, che ha lasciati annichiliti genitori e famiglie degli alunni delle scuole primarie della città. Una bruttissima sorpresa per i cittadini-contribuenti di Aversa: la specifica tariffa che le famiglie dovranno versare per consentire ai propri figli di usufruire del servizio di mensa scolastica si è, in pratica, raddoppiata. Una vera e propria stangata che ha suscitato, come potrete leggere da alcuni post da noi estrapolati da Facebook, l’ira e la dura protesta di molti genitori che accusano l’amministrazione comunale di aver inciso pesantemente sui budget familiari in un momento difficile in cui la ripresa post Covid è solamente cominciata.
E per il momento ci fermiamo qui perché ci mancano gli elementi di riscontro per continuare e, dunque, anche per esprimere un nostro punto di vista che, sicuramente, non mancherà nei prossimi giorni, soprattutto su due punti ben definiti: il contenuto dei motivi che certamente l’assessore Giovanni Innocenti deve aver spiegato alla città e che hanno determinato questo pesantissimo aggravio di spesa per le famiglie aversane, e poi anche l’attuale status dei rapporti tra l’amministrazione comunale e la società “La Mediterranea”. Al riguardo, accerteremo subito se il contratto, firmato quale conseguenza dell’aggiudicazione di quella gara, ripetiamo, molto contestata, sia scaduto o meno. Perché se non è scaduto, non c’è problema, e noi perimetreremo l’area di valutazione della questione delle tariffe e anche di quella relativa alla qualità del servizio erogato, persuasi come siamo che il Dell’Aversana lavori bene, sempre fino a prova contraria. Nel caso invece in cui il contratto sia scaduto e il Comune abbia garantito alla società “La Mediterranea” una proroga dello stesso, dimostrando indolenza o anche peggio nella messa in opera di una nuova gara di appalto, allora ripubblicheremo tutte le sentenze e tutti i rilievi che la magistratura requirente ed inquirente ha messo nero su bianco nei loro atti giudiziari quando ha definito l’istituto della proroga un fatto assolutamente eccezionale ed, eventualmente, ad applicazione limitatissima nel tempo. Dopo aver pubblicato queste cose, prenderemo e porremo all’attenzione dei nostri lettori aversani, il parere, a suo tempo espresso dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione o Anac che dir si voglia, che valutò in pratica come fatto tossico dei processi di governo degli enti locali, l’utilizzo dello strumento della proroga. Quel parere recava la firma in calce di Raffaele Cantone, autorevolissimo magistrato, che, alla guida dell’Anac, era arrivato dopo aver scritto pagine di storia da PM della DDA di Napoli nella lotta alla camorra casertana durante il periodo in cui questa “faceva” più di 100 morto l’anno. Si trattò di una delle ultime firme apposte da Cantone sotto a un documento Anac visto che, il CSM, scelse proprio lui per occupare la “bollente” poltrona di procuratore della Repubblica di Perugia all’indomani dello scandalo di Luca Palamara e compagnia.