AVERSA. Ecco perchè, in teoria, il sindaco Alfonso Golia non è caduto ed è pienamente in carica. Si può salvare con la rinomata tecnica delle “FACCE DI CULO”

1 Dicembre 2020 - 13:04

I termini del bilancio e quelli decisivi di una diffida, che arriva a prescindere dal voto. Stamattina stiamo tratti in inganno perchè ci avevano fatto capire che il 30 novembre rappresentasse non la scadenza ordinaria, ma la vera “scadenza”, cioè quella che arriverà dopo 20 giorni dalla diffida del prefetto che verrà notificata di qui a poche ore, massimo domani

 

AVERSA(g.g.) Correva l’anno 2009 e Nicodemo Petteruti al tempo sindaco di Caserta, cadeva ingloriosamente a conclusione di una seduta del consiglio comunale convocata per l’approvazione del bilancio. Una bocciatura che però lo stesso Petteruti, evidentemente consigliato da chi ben masticava la materia delle prassi amministrative da Azzeccagarbugli, più che del diritto amministrativo, riuscì a ribaltare, incrociando la riprovazione di tanti e anche del sottoscritto che con quel sindaco litigava esattamente come aveva litigato con il suo predecessore e come avrebbe poi litigato con i suoi successori, con il solo Carlo Marino, a dire il vero, non impegnato in un’azione giudiziaria nei nostri confronti, che lui, del resto, da avvocato, sa già a priori che sarebbe vana, al contrario di Falco, Del Gaudio e del già citato Petteruti che mi avevano “regolarmente” querelato.

A sostenere la tesi di CasertaCe che riteneva impossibile tornare a votare in consiglio un bilancio già bocciato, c’era un nome molto importante dell’avvocatura amministrativa e cioè Chicco Ceceri.

Con lui, mettemmo a fuoco molte ragioni giuridicamente rilevanti. Ma alla fine, la linea Petteruti passò. Nottetempo, Vincenzo Amendola, per gli amici del suo partito scherzosamente “Amerdola”, che era un mediocre segretario regionale del Pd come oggi è specularmente un mediocre ministro degli Affari Europei, salì a Napoli a bordo della sua autovettura e raggiunse, a Caserta, la villa del medico cardiologo Luigi Piazza, dove questi viveva, e vive ancora, con la sua consorte Rosa Bonavolontà. Era stata quest’ultima, con il suo voto, in dissenso a quello del resto di buona parte del centrosinistra, a determinare la caduta di Petteruti.

Fu una notte lunga e alla fine la Bonavolontà cedette e illuminò il semaforo verso ad una riconvocazione del consiglio comunale a conclusione del quale, in quello che fu l’ultimo atto della sua vita politica (perchè francamente da allora si sentì impresentabile), votò esattamente al contrario di come aveva votato nella precedente seduta. Furono presentati ricorsi e richiesti pareri ad eminenti giuristi, ma Petteruti continuò ad amministrare fino a quando poi la situazione non precipitò definitivamente a fine 2010.

Intanto, quella linea che, a nostro avviso, non era equa, si andava rafforzando come vera e propria prassi. Più i governi nazionali toglievano risorse ai comuni e più a questi garantivano dei contentini. Insomma, per farla breve, oggi se un’amministrazione sottopone al voto del consiglio comunale un bilancio di previsione, un bilancio consuntivo o tutti i documenti a questi assimilabili, va a casa solo se quel voto è avvenuto a scadenza della diffida inviata dalla Prefettura.

Questo aneddoto è fondamentale per capire cosa sia successo veramente e cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni ad Aversa, dove ieri sera il sindaco ha subito una durissima bocciatura politica da parte della sua ex maggioranza.

Intanto, vediamo con precisione che cosa si è votato: un assestamento di bilancio e un bilancio Consolidato che poi è quello che contiene anche poste particolari che non compaiono in altre forme espressive dello Stato Patrimoniale e quello economico finanziario di un ente, come, ad esempio, i valori di costo relativi alla partecipazione di un comune all’interno di enti strumentali come sono ad esempio l’Asi, il consorzio idrico eccetera. 

Si tratta di due documenti perfettamente assimilabili alle forme principali di bilancio che sono quello di previsione e quello Consuntivo.

Si è votato il 30 novembre, cioè nel giorno della scadenza dei termini. Oggi, primo dicembre, da questi termini, siamo indubbiamente fuori. Ma attenzione, la Prefettura, nelle prossime ore, spedirà senza ombra di dubbio al comune di Aversa, la sua diffida. In poche parole, il voto negativo ad un bilancio o ad un suo derivato, pur assumendo un importantissimo valore politico, non è più un passaggio giuridicamente vincolante al punto da determinare necessariamente la caduta di un’amministrazione comunale e lo scioglimento del consiglio.

Seguiteci un attimo ancora e ricapitoliamo: per approvare un bilancio esiste un termine. Dopo quel termine, la prefettura ne concede, in pratica, un altro, che poi è quello veramente importante, notificando una diffida che scadrà dopo 20 giorni.

Se entro questo lasso di tempo il bilancio oppure un assestamento dello stesso o un consolidato non dovessero essere approvati, allora il sindaco, la giunta e il consiglio comunale, andrebbero sul serio a casa. Ciò vuol dire che durante la diffida, ci sarebbe anche il tempo per convocarlo in linea di massima, altre due volte, il consiglio comunale. Ovviamente, nel caso in cui questo accadesse e dunque nel caso in cui, tornando alla questione specifica di cui ci stiamo occupando, il sindaco Alfonso Golia, convincesse a votare a favore chi, ieri sera, ha votato contro, ci troveremmo di fronte all’ennesimo sputtanamento della classe politica locale. Uno sputtanamento però solo teorico, manualistico, visto che la medesima, avendo dimostrato di non ritenere la propria reputazione neanche un optional esistenziale, potrebbe anche arrivare a fare una porcheria del genere perchè, scusateci la provocazione, la faccia di culo che occorrerebbe per votare sì dopo aver votato no o essersi astenuti che poi nel contesto di un bilancio è la stessa cosa che votare no, troverebbe riscontro in centinaia, anzi, in migliaia di altre facce di culo incrociate sul proprio cammino ad ogni uscita di casa mattutina.

Il che non implicherebbe la necessità di evitare la “gogna della vergogna”, nel momento in cui il politico faccia di culo rappresentasse la risultante e l’espressione logica, automatica, naturale di un popolo di facce di culo.

Facendo un esempio banale, se un consigliere comunale di Aversa che ieri sera ha votato contro il bilancio e, in una eventuale riconvocazione, votasse a favore, incrocerebbe la mattina dopo, all’uscita di casa, tante persone che hanno, nell’ordine, parcheggiato l’auto in terza fila, che hanno bypassato almeno tre semafori rossi, che hanno costruito una mansarda abitabile spacciandola per stenditoio, che si sono allacciati illegalmente al contatore della pubblica illuminazione e potremmo proseguire per ore. 

Comunque, aspettiamo l’invio della diffida da parte della Prefettura e poi torneremo ad occuparci su questa vicenda.