AVERSA. Il cambiamento di Golia: un super ribaltone trasformando 5 Stelle in “5 Ricotte” e vendendo anche la coscienza a Diana, Innocenti e Sagliocco

7 Dicembre 2020 - 18:47

AVERSA – Armiamoci e…cambiate.
Partite prima voi, poi, tranquilli, io vi raggiungo.
Nel mentre provo a capire cosa significhi fare il sindaco come si faceva nell’Ancient Regime.
Perché il male lo puoi battere solo se lo conosci e, come celebrava un celeberrimo slogan della prevenzione, “se lo conosci non ti uccide”.
Questo è il discorso che deve aver fatto necessariamente, nelle ultime settimane, il sindaco di Aversa Alfonso Golia ai suoi sostenitori.

A coloro che nella tarda primavera del 2018 gli firmarono una cambiale in bianco affinché Golia li rappresentasse in nome del rinnovamento, dell’innesco di una nuova politica che ambiva, addirittura, a diventare una “politica nuova”.
Aversa, dunque, laboratorio del cambiamento.
Pane al pane, vino a vino. Bando agli interessi personali, di casta o di lotti.
La nuova politica funzionerà così:
noi saremo custodi inflessibili del mandato ricevuto.
Noi rappresenteremo il 65% degli aversani che ci hanno premiati al ballottaggio, stabilendo sin da ora che chi è in maggioranza fa il suo mestiere di maggioranza, guardando e non perdendo mai di vista la stella polare del mandato ricevuto.
Allo stesso tempo, la democrazia nobile e la nuova politica chiederanno che chi è stato delegato a rappresentare la minoranza del popolo sovrano lo faccia a testa alta, interpretando, dunque, il modo di essere e di vedere le cose di chi riteneva, a torto o a ragione, ma indiscutibilmente, democraticamente riteneva, che Alfonso Golia non fosse meritevole di essere votato per indossare la fascia tricolore.
Non c’era dubbio che questo rappresentasse il punto forte, qualificante.
Perché in un posto in cui negli ultimi 20 anni il trasformismo della ricotta ha fatto in modo che non una consiliatura, se si eccettua il regno di Domenico Ciaramella, arrivasse a conclusione, tu la faccia te la giochi prima di tutto su questo terreno, da cui discendono tanti guai, perché il trasformista ingrassa grazie alle clientele.
E se sta in minoranza, può raccogliere al massimo le briciole e non le porzioni che contano, quelle che poi ti permettono di essere eletto sempre, anche se una volta ti candidi con Rifondazione Comunista e la volta successiva con Forza Nuova.

È il trasformismo che rovina e distrugge ogni giorno la buona politica.
E allora, quello che sta facendo Alfonso Golia in queste giornate non può non essere che la sperimentazione del male.
Frequento l’abisso per poterlo dominare nel segno dei grandi ideali che ho enunciato in campagna elettorale. Perché l’esperienza sia completa, bisogna farla in maniera totale, no limits. E allora ai tre consiglieri comunali targati Zannini, Francesco Sagliocco, Giovanni Innocenti e Olga Diana, eletti da tutt’altra parte eletti per rappresentare la nobile minoranza del popolo aversano, non gli offriamo un assessore, bensì due.
Poi, al sempre più frastornato consigliere comunale grillino Romano, lo nominiamo, magari, vicesindaco, con buona pace di tutto quello che 5 Stelle, che il sindaco vuole trasformare in “5 Ricotte” ha detto prima, durante e dopo l’ultima campagna elettorale.
Conoscendo gli usi e i costumi di questa terra e avendo intuito qualcosa del carattere del primo cittadino attraverso la visione di alcuni suoi video social, riteniamo che farà di tutto per essere all’altezza, per rappresentarsi quale speculare misura di quel male in cui vuole letteralmente rotolarsi per poterlo combattere veramente in futuro.
E allora, armiamoci e…cambiate.
Io vi seguo con calma.