AVERSA. Menomale, torna il “nostro” fuoriclasse Carlo Maisto, la “mano lunga” di De Luca, l’uomo di Graziano e di Villano becca un incarico al comune griffato Serpico ed Accardo

2 Luglio 2022 - 13:55

UN pò target, un pò anche mascotte di CasertaCe negli anni in cui ha svolto (si fa per dire) la funzione di commissario del consorzio di bonifica, messo lì proprio da Graziano. Un soggetto simpatico, in buoni rapporti con Claudio Schiavone e con le imprese vicine al clan dei casalesi e che prima dell’avvento di Maisto avevano fatto man bassa di lavori e di appalti nel corsorzio. La nostra simpatia nei suoi confronti è frutto di una straordinaria, esilarante intervista in cui conia una “geniale” auto definizione per qualificare il suo ruolo al vertice del carrozzone di via Roma, in Caserta

 

QUI SOTTO LA VIDEO INTERVISTA. AL MINUTO 1.17 LA FRASE TRAGICOMICA

AVERSA(g.g.) Partiamo da un primo elemento di valutazione della determina dirigenziale il cui testo integrale pubblichiamo in calce all’articolo: questa reca le firme dei dirigenti Raffaele Serpico e Gemma Accardo. Il primo non specifica a che titolo la appone, visto che questa è preceduta solamente dalla definizione “il dirigente”. Dirigente a che cosa, non si sa.

La Accardo, invece, si firma come dirigente dell’area finanziaria, aggiungiamo noi ancora facente funzioni, visto che ad occhio e croce non è stata ancora ufficializzata la sua comunque certa vittoria del concorso che blinderà la posizione a tempo indeterminato. Nella narrativa di questa determina viene citato anche il nome di Leopoldo Graziano, definito, al contrario di Serpico, responsabile dell’area Lavori Pubblici. Responsabile non vuol dire dirigente.

Per cui dobbiamo ritenere che il dirigente sia Serpico, il quale farebbe bene, lo ripetiamo, a specificare il suo ambito di competenza, anche in considerazione di tutti i guai che ha passato ultimamente, fino a quando la Dda di Napoli ha ritenuto che non ci fossero gli elementi di prova sufficienti per chiederne il processo per la vicenda dell’appalto p rifiuti, – Carlo Savoia e Paolo Galluccio per intenderci – dentro alla quale, però, l’abbiamo detto e lo ribadiamo, i comportamenti di Serpico  dell’uomo della pubblica amministrazione, dell’alto dirigente della burocrazia del Comune, secondo solo  a quello di Caserta per importanza nella nostra provincia, sono stati pessimi e deplorevoli, visto che definirli solamente inopportuni sarebbe poco, troppo poco.

Al punto che noi, con ampia disponibilità ad associare, eventualmente, profonde e approfondite  argomentazioni a questa tesi, riteniamo che dal punto di vista del diritto amministrativo, tali comportamenti meritassero un’indagine e conseguenti provvedimenti disciplinari.

Nulla di personale nei confronti di Serpico e neppure nei confronti dell’ormai neo dirigente dell’area finanziaria Gemma Accardo, che però, a sua volta  non può stare nella zona di confort valutativo di CasertaCe, perchè, perdonateci l’intransigenza, l’affidamento pressoché diretto, attribuito dalla Accardo, quando fino a qualche mese fa, era facente funzioni dell’Ambito territoriale C6 dei servizi sociali, alla cooperativa Quadrifoglio di Luigi Lagravanese, è una cosa che, come si suol dire, “non si può vedere”, anche se, va pure detto, peggio di questo affidamento è la burocrazia dello Stato italiano che consente a certe imprese letteralmente travolte da pesanti indagini giudiziarie su presunti rapporti con il clan dei Casalesi, di continuare a stare nel famoso e famigerato Mepa, cioè l’elenco delle imprese abilitate a partecipare al mercato della pubblica amministrazione e consente pure a dirigenti come Gemma Accardo di perfezionare questi affidamenti con la copertura di un elenco disastrosamente tenuto e gestito dal ministero dell’ Economia

Passiamo al secondo elemento di valutazione: con questa determina dirigenziale, Raffaele Serpico, con l’avallo di Gemma Accardo, cioè di due dirigenti che, fermo restando il dovuto e indiscutibile rispetto per le loro persone, incrociano la nostra sempre motivata e argomentata disapprovazione, affidano un incarico di progettazione definitiva ed esecutiva, nonché il quasi sempre associato compito di coordinatore per la sicurezza del cantiere o dei cantieri, all’ingegnere Carlo Maisto da Frignano.

Toh, chi si rivede, il mitico Carlo Maisto, ospite di centinaia di articoli e di inchieste giornalistiche che CasertaCe ha dedicato alla sua gestione (si fa per dire) del Consorzio di bonifica del basso Volturno che ultimamente ha assorbito anche quello aurunco, per intenderci l’ente che ha la sua sede in via Roma a Caserta.

Uno che non ci risulta affatto antipatico. Anzi, ci ispira simpatia come tutti quei soggetti che lavorano o dicono di lavorare in questa provincia e che, ineffabilmente, sviluppano l’80, il 90 o addirittura il 100% del proprio fatturato grazie ad incarichi ricevuti nella pubblica amministrazione.

Però, Maisto lo fa, come detto, con simpatia. Memorabile, al riguardo, una sua video intervista, da noi tantissime volte riproposta come autentico cult,in cui afferma che lui, da commissario del consorzio di bonifica, si muoveva e si sarebbe mosso come la “mano lunga” del governatore De Luca. E se non ci credete, vi riproponiamo il video per la 200esima volta, così ascoltate cosa dichiarava  Maisto, messo al vertice del consorzio di bonifica, dall’allora consigliere regionale del Pd Stefano Graziano, al cui carrozzone politico elettorale, Maisto era aggregato al punto da farci scrivere, in ogni nostro articolo dell’epoca, che chi comandava al consorzio di bonifica era quasi esclusivamente Graziano.

Dunque riassumiamo: ci sono due elementi di premessa, il primo relativo alla funzione attiva nell’affidamento dato a Carlo Maisto da parte dei dirigenti Raffaele Serpico e Gemma Accardo, la seconda collegata strettamente all’identità del beneficiario, al suo curriculum recente che lo ha visto anche segnalarsi per qualche proficua chiacchierata, di cui pure abbiamo scritto, in una piazzetta di Frignano con certi soggetti che in passato, prima di passare guai e anche un po’ di tempo nelle patrie galere, Claudio Schiavone, giusto per fare un nome a caso, avevano fatto man bassa di appalti anche grazie alla grande attività di apparecchiatore di procedure di mister Mastracchio, un altro sempreverde, un altro inamovibile che, “giustamente”, per le benemerenze collezionate a quei tempi, oggi è stato nominato, grazie alla politica, grazie a qualche consigliere regionale, direttore generale del consorzio.

Nel momento in cui leggerete la determina, vi farete l’idea che sia stata applicata una procedura ineccepibile. Stavolta, dal Mepa, sono stati attinti i nomi di 10 imprese, di cui 4, la partita Iva di Carlo Maisto e quelle di Nicola Torromacco, Umberto Seguino e Lucio Attrone, hanno presentato un’offerta. Tra queste, la migliore di tutte è risultata quella di Maisto, con un ribasso del 14,11% partendo da una base d’asta  di 11mila 253 euro oltre Iva.

Ora, se non bastano i due elementi di premessa, relativi all’identità dei tre personaggi direttamente coinvolti in questa storia, per accogliere con cautela l’esito dell’affidamento in discussione, prima di affermare che Carlo Maisto se l’è aggiudicato per equità e non per altro, va inserito il terzo ed ultimo elemento: assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica del comune di Aversa è Marco Villano, in pratica la controfigura, l’alter ego di Stefano Graziano, che, ricordiamo, è colui che tiene in vita il sindaco Alfonso Golia e la sua eccentrica giunta, insieme a Giovanni Zannini.

Dunque, ricapitoliamo: dirigenti impegnati nella procedura, Raffaele Serpico, reduce da tutto quello che abbiamo letto nelle carte giudiziarie di un’inchiesta, da cui la sua posizione esce intonsa per quanto riguarda il diritto penale, ma non, a nostro avviso, per quanto riguarda l’etica della responsabilità e l’etica comportamentale di un alto dirigente di enti locali, e Gemma Accardo, reduce da quell’autentico colpo di classe grazie al quale, prima di lasciare l’interim del coordinamento dell’ufficio di piano dell’Ambito intercomunale C6 dei servizi sociali, ha attribuito un bell’incarico remunerato al Quadrifoglio portafortuna di Lagravanese, travolto, non solo dalle indagini giudiziarie ma anche da una lunga sequela di interdittive antimafia.

Raffaele Serpico, Gemma Accardo e il beneficiario Carlo Maisto, autodefinitosi la mano lunga del governatore De Luca e uomo di stra-fiducia di Stefano Graziano, che, non a caso, l’ha voluto, per diversi anni, al timone di quel carrozzone vergognoso che si chiama Consorzio di bonifica. Stefano Graziano che ha in Marco Villano, vicesindaco e super assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica, la sua controfigura.

Che dite, basta per avanzare qualche remotissimo dubbio sul fatto che il destino di questa procedura magari possa non essersi determinato per effetto di una verifica dei requisiti e di una modalità casuale che avrebbe premiato Maisto in quanto lui ha effettivamente battuto gli altri tre concorrenti sopravvissuti di cui, peraltro, ci piacerebbe conoscere, dai verbali di gara, il ribasso da loro messo in busta, visto che, nel corpo della determina, non se ne trova traccia?