AVERSA. VOTO DI SCAMBIO. Ecco perché fino ad oggi non abbiamo scritto i nomi dei due consiglieri (uno di Teverola) e del super politico indagati. SU FIORENZANO…

16 Ottobre 2019 - 16:20

AVERSA (gianluigi guarino, lidia e christian de angelis) – Vabbè, scriviamola pure noi questa cosa, tanto oramai è un coro di articoli allusivi che sono proprio quelli che, al netto della “legittima difesa” che facciamo quando pronostichiamo i vincitori di una gara d’appalto, non appartengono al nostro modo di fare giornalismo.
Da una settimana abbiamo appreso da fonti interne al consiglio comunale di Aversa che c’è un consigliere della maggioranza che è indagato rispetto ad un ipotesi di reato, voto di scambio, compiuto in occasione delle ultime elezioni comunali. Parallelamente, sarebbe finito sul registro degli indagati anche, e per lo stesso motivo, un consigliere comunale di Teverola. Insieme a loro ci sarebbe anche un politico di spicco, con una carica istituzionale, a sua volta finito sotto indagine poiché avrebbe fatto larga profusione di promesse in cambio di voti a questi due candidati, da lui, evidentemente, sostenuti fortemente.
Allo stato delle cose, CasertaCE ha il 90% di convinzione sull’identità dei 3 indagati, nel senso che conosciamo i nomi e non da adesso. Ma siccome il 90% non è il 100%, abbiamo deciso, oggi, per onor di firma, di segnalare anche noi questa notizia, giusto perché qualcuno potrebbe pensare magari che vogliamo proteggere questo o quel politico.
Come si usa nei manifesti funebri, ve lo scriviamo in grassetto, si

dispensa dalle telefonate a CasertaCE per conoscere aumm aumm l’identità dei 3 suddetti.

L’unica cosa che potremmo fare è quella di richiamare una breve dichiarazione rilasciata dal consigliere comunale di Aversa Pasquale Fiorenzano al sito locale LaRampa: “Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia“. Premesso che non è assolutamente detto che il nome da noi conosciuto per Aversa coincida con quello di Fiorenzano, va detto, anzi ribadito, perché l’ambiamo scritto più volte, che sono quattro le modalità attraverso cui un cittadino può venire a conoscenza di essere indagato ufficialmente. Ci sarebbe anche una quinta, cioè una specifica richiesta formulata alla Cancelleria di una Procura, ai sensi dell’articolo 335 del codice di procedura penale, ma in questo caso la Procura può ma può anche negare, l’accesso da parte del richiedente, all’informazione su un suo eventuale status di sottoposto alle indagini. Dunque concentriamoci sulle 4 modalità classiche: un cittadino viene a sapere di essere indagato in quanto gli viene notificato un avviso di conclusione indagini, nel quale è scritto testualmente che quel documento vale anche come informazione di garanzia. In questo caso, il neo indagato deve nominare un avvocato o farsi difendere d’ufficio e se ritiene, può chiedere, a 20 giorni dalla notifica, di essere ascoltato dal Pm, oppure presentare una memoria difensiva o un qualsiasi elemento che possa giovare alla sua posizione. Secondo caso: ti bussano al citofono e, dopo esser saliti a casa tua, ti mostrano un mandato di perquisizione firmato dal Pubblico ministero. Quelli che mostrano possono essere i carabinieri, la polizia di Stato, la guardia di finanza e anche un mix di queste tre strutture delle forze dell’ordine, che collaborano, per esempio, all’interno della Dia (Direzione investigativa antimafia). Prima di iniziare la perquisizione, vien detto al destinatario della stessa di chiamare un avvocato o di aspettare, in caso contrario, un legale d’ufficio, la cui presenza e fondamentale e irrinunciabile, durante la perquisizione, proprio a tutela del perquisito, in quanto questi è ufficialmente indagato. Terzo caso: ti arriva un avviso e ti ordinano di presentare il tot giorno, alla tot ora, nell’ufficio della procura di un magistrato, oppure, come capita molto più spesso, nell’ufficio di componenti delle forze dell’ordine che, su delega del Pm, svolgono attività di polizia giudiziaria, e di portare con te l’avvocato di fiducia. In caso contrario, sarà la stessa polizia giudiziaria un avvocato d’ufficio. Si tratta del mandato di comparizione, anche in questo caso, l’obbligo di nomina di un avvocato è la prova provata che il destinatario del mandato di comparizione sia ufficialmente indagato.
Quarto e ultimo caso, ovvero, prepara mutande, calzini, magliette e pantaloncini in una bella borsa e attrezzati per raggiungere un penitenziario. Ore 5 del mattino, ti bussano alla porta, sono i carabinieri, i poliziotti, i finanzieri o la Dia che ti portano in caserma o in questura per tutti gli adempimenti che sono propedeutici al carcere. Poi, puoi anche avere una botta di culo e andare a riporre la biancheria negli scaffali, perché quegli arresti non sono in carcere ma ai domiciliari. Anche in questo caso, non c’è dubbio (ma proprio nessun dubbio) che tu, caro cittadino sei indagato.
Nel caso di Fiorenzano, siccome nessuna ordinanza di custodia cautelare gli è stata notificata, rimangono le altre 3 ipotesi. Dunque, quando dice di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia, non abbiamo alcun motivo per dubitare. Ma il fatto di non aver ricevuto un mandato di comparizione o di non avere subito una perquisizione, o la notifica di un decreto di chiusura indagini, non significa necessariamente che uno non è indagato

Altra batosta per il Municipio normanno, secondo indiscrezioni provenienti dalle aree del tribunale, vi sarebbero due iscritti nel registro degli indagati della Procura di Napoli Nord per voto di scambio, avvenuto durante le amministrative 2019. L’indagine avviata durante le elezioni, e resa pubblica dall’ex Ministro degli Interni Matteo Salvini lo scorso 12 giugno, giunge con l’iscrizione nel registro degli indagati di un consigliere di maggioranza del Comune di Aversa e di un altro politico.

L’UIGOS – Ufficio Investigazioni Generali e Operazioni Speciali – del commissariato della Polizia di Stato di Aversa, a seguito di segnalazioni per la compravendita di voti durante il ballottaggio del 9 giugno scorso, ha avviato un’indagine. Il Ministro dell’Interno, aveva anche sottolineato di non poter entrare nel merito delle indagini perché coperte dal segreto istruttorio. Ebbene è di queste ore la decisione degli inquirenti di indagare ufficialmente due soggetti per tale reato. Le indagini erano partite a seguito di accertamenti circa le promesse elettorali in cambio di voti e foto in cabina elettorale, ma anche promesse di posti di lavoro o licenze, il tutto per accaparrarsi quella manciata di voti per superare l’avversario. Questa situazione si aggiunge all’ombra gettata nei giorni scorsi dove si palava di voto di scambio per le regionali, come dichiarato da Guglielmo Pellegrino in merito allo stadio Bisceglia, dichiarazioni in parte, poi ritrattate,ma che comunque non hanno impedito agli inquirenti di convocarlo e chiedere spiegazioni e nomi in merito.