BANCHE ED USURA A CASERTA. Istituto di credito condannato: ha vessato un noto imprenditore con interessi fuorilegge

26 Marzo 2021 - 17:14

L’intervento dell’avvocato Gianluca Casertano

 

CASERTA – Alla parola USURA si è soliti associare la disdicevole condotta, consistente in un reato, praticata in genere dalla criminalità organizzata e/o da persone che approfittano delle altrui difficoltà economiche.

Forse non tutti sanno che anche le banche possono applicare tassi usurari. La modalità è semplice! Nell’ambito del rapporto di c/c intrattenuto con la propria banca di fiducia, può accadere che questa applichi interessi in misura superiore ad un determinato limite disciplinato dalla Legge n. 108/1996, “sforando” il cosiddetto tasso soglia usura.

La Banca d’Italia trimestralmente compie una rilevazione statistica dei T.E.G.M. (tassi effettivi globali medi) suddivisi per categorie di operazioni omogenee e praticati dagli Istituti di Credito alla clientela, il cui risultato viene fornito al Ministero dell’Economia e delle Finanze che con Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e sul proprio sito istituzionale ogni 3 mesi rende noti i limiti oltre i quali si verifica lo sforamento nel tasso usurario

Al fine di rendere comprensibile il concetto esposto si pubblico una recente sentenza resa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere all’esito di un giudizio patrocinato dal sottoscritto nell’interesse di una storica azienda operante da oltre 50 anni nel settore degli elettrodomestici, che ha agito contro la banca con cui intratteneva un rapporto fiduciario di conto corrente da molti anni al fine di verificare la regolarità della tenuta di c/c.

Ebbene il Giudice alle pagine 6 e 7 della pronuncia, confrontando appunto i limiti trimestrali imposti dai decreti ministeriali con quelli applicati dall’Istituto al cliente ha rilevato che in ben 33 trimestri l’Intermediario ha applicato interessi oltre il tasso soglia. Ne è conseguito il ricalcolo del saldo del rapporto di conto con l’espunzione di tutte le voci illegittime, all’esito del quale è risultato un cospicuo credito in favore del correntista nei confronti dell’istituto.

Naturalmente per ottenere un tale epilogo è consigliato rivolgersi ad un legale esperto in materia bancaria, che nell’atto introduttivo del giudizio sollevi le adeguate censure contro le banche. Per essere chiari, laddove si voglia contestare alla propria banca l’applicazione di una condotta usuraria, nell’atto introduttivo del giudizio è necessario indicare specificamente i trimestri in cui sono stati superati i tassi soglia usura (previamente accertati con una relazione di parte da un esperto contabile) e, cosa fondamentale, allegare i decreti ministeriali in cui sono indicati i limiti dei tassi da non superare. La sola mancata allegazione dei decreti comporta il rigetto della domanda da parte del Giudice con rischio di condanna alle spese di lite. Quindi oltre al danno la beffa!

L’illegittima applicazione di tassi usurari, infine, accertata all’esito di un giudizio, come nel caso portato ad esempio, espone l’Intermediario ad una segnalazione alla Banca d’Italia, organo deputato alla vigilanza e controllo delle condotte degli istituti bancari che provvede ad applicare le relative sanzioni; oltre la possibilità per il correntista di adire l’autorità giudiziale in sede penale per l’accertamento del reato di usura.

avv. Gianluca Casertano

Sentenza n. 2638 pubbl. 17.11.2020