CAMORRA E SERVIZI SOCIALI. Pasquale Capriglione in sodalizio con il Casalese Lagravanese. L’imbroglio della gara di SPARANISE e la montagna di voti che l’imprenditore ha portato al mulino di Giovanni Zannini

12 Dicembre 2021 - 19:08

Oggi, siamo in grado di focalizzare l’articolazione delle ipotesi di reato a carico del reuccio dei servizi sociali, del sindaco di Sparanise, di un dipendente del comune di Teano. Sullo sfondo la vecchia vicenda delle interdittive antimafia subite dal consorzio Agape

 

CASERTA – (g.g.) Probabilmente, se Pasquale Capriglione non avesse avuto, come ha avuto per qualche tempo, un buon, anzi un ottimo avvocato, la storia dei servizi sociali che in provincia di Caserta sono solo o quasi solo una fucina di danari e non certo di assistenza di qualità alle persone disagiate, avrebbe preso un corso diverso.

E un corso diverso avrebbe preso anche, probabilmente, la politica, visto e considerato che con Pasquale Capriglione a pieno regime, quell’intreccio opaco, per molti versi inquietante, ha potuto consolidarsi, proliferare e rafforzarsi sempre di più, mettendo insieme questo imprenditore di Falciano del Massico, trapiantato a Carinola, con il consigliere regionale Giovanni Zannini e con un altro imprenditore di Caserta, pure lui molto noto, Antonio Luserta, che da qualche anno, sta commettendo l’imprudenza di svolgere lo stesso un ruolo politico di prima linea, così com’è successo ultimamente quando la squadra formata da Magliocca e Zannini, gli ha dato l’incarico non certo banale, di raccogliere le firme tra i consiglieri comunali della provincia di Caserta sia per la candidatura a presidente di Giorgio Magliocca, sia per la lista messa insieme dal gruppetto di cui sopra.

Se qualche anno fa, il Tar avesse infatti confermato la decisione assunta da una Prefettura, riteniamo quella di Caserta, di cancellare il consorzio Agape dalla white list, con conseguente determinazione di interdittiva antimafia, Capriglione sarebbe rimasto prigioniero del suo rapporto intimissimo con Luigi Lagravanese, imprenditore di Casal di Principe, iper-attivo nei servizi sociali che la Dda considera, anche per effetto delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, vicino alla famiglia Schiavone, a Nicola Schiavone soprattutto ma anche a Mario Schiavone, Carmine Schiavone, Antonio Iovine, Nicola Coppola, Massimo Russo, Giuseppe Misso e Mario Iavarazzo.

Una cornice criminale di cui, secondo le prime prospettazioni di accusa della direzione distrettuale antimafia, avrebbe beneficiato anche Pasquale Capriglione.

Il consorzio Agape fu graziato ma Capriglione e Lagravanese fecero tesoro della lezione, cominciando a muoversi apparentemente in ambiti autonomi. Poi venne Nestore e tutto quello che ormai i lettori di CasertaCe sanno a memoria per quanti articoli abbiamo dedicato a questa enorme zona grigia negli ultimi 10 anni.

Capriglione e Lagravanese vengono dunque considerati una coppia di affari in grado di monopolizzare larga parte dei servizi sociali in provincia di Caserta, in grado di dare decine e decine di posti di lavoro a politici locali e a loro familiari. Tutto quello che Capriglione ha fatto negli ultimi 3 o 4 anni si è tradotto in voti a favore di Giovanni Zannini che ricordiamo alle elezioni regionali è stato il più votato della provincia, varcando, molto pericolosamente per lui, le 21mila preferenze personali.

Il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello, un corpo e un’anima sola con lo Zannini, che non a caso lo avrebbe voluto far nominare (era tutto già deciso) presidente della Gisec, in modo da mettere le mani, dopo averlo fatto con i servizi sociali e col ciclo delle acque attraverso il controllo militare di assunzioni ed incarichi del consorzio idrico, anche sull’altro comparto altamente remunerativo dal punto di vista del forziere elettorale.

La vicenda che viene contestata a Martiello, indagato per corruzione in concorso e per quella parte dell’articolo 416 bis che ha assorbito il vecchio articolo 7 del decreto legislativo del 1992, è solo uno tra i diversi episodi raccontati nel tempo da CasertaCe.

Sono tre i comuni di cui la Dda si occupa: Sparanise, dove per giunta sempre nello stesso periodo, massimo un poco prima, era stato assunto, in categoria D, proprio l’attuale presidente della Provincia Giorgio Magliocca; Carinola, dove si è svolta una delle più sconce campagne elettorali per le comunali, a protezione della posizione di Pasquale Di Biasio, presidente del Consorzio Idrico, con Capriglione in prima fila a tirar fuori bandi con mille promesse di assunzione; e Teano, altro luogo in cui il Capriglione e Zannini hanno assunto il controllo della politica locale, nel momento in cui il sindaco Dino D’Andrea si èlegato da qualche tempo proprio alla coppia Caprìgliione – Zannini , anche in antitesi  alla cugina Pina Picierno,

 

Il fatto incriminato riguarda l’appalto per la gestione del micronido di Sparanise, assegnato allegramente con trattativa privata a Pasquale Capriglione. A osservare bene, questa è una delle prime volte in cui vediamo in un atto giudiziario prendere di mira, non la procedura finale di aggiudicazione, bensì quello che è il vero momento in cui, negli ultimi anni, sono state spostate, dagli abili manovratori degli uffici comunali, le pratiche di corruzione e di turbativa d’asta. Lo abbiamo definito più volte, il “vestito fatto su misura”.

Questo di Sparanise rappresenta la proverbiale goccia nell’oceano, perchè solo noi di CasertaCe negli ultimi anni, ci siamo occupati di decine e decine di casi in cui, a partire dal capoluogo, il contenuto del bando era costruito in modo tale da garantire all’impresa prescelta a monte e che già aveva oliato tutte le ruote, di aggiudicarsi tantissime gare.

Così è successo, secondo i magistrati della Dda, anche a Sparanise. Ma sappiatelo, lo vogliamo ripetere, è solo una goccia nell’oceano. Capriglione è stato uno tra i più spregiudicati come capita spesso con i soggetti che operano nei servizi sociali. Ma Capriglione è in cospicua compagnia. Sono tantissimi i sindaci, gli assessori, i consiglieri comunali, i dirigenti, i funzionari che hanno truccato gare per farle vincere agli amici loro, quelli che poi avrebbero mollato le bustarelle, ma soprattutto i posti di lavoro che servivano a riempire di voti le urne elettorali.

Per la cronaca, oltre a Capriglione e a Martiello, sono indagati e hanno subito perquisizione per la gara del micronido anche Carlo D’Angelo, dipendente del comune di Teano e Ilaria Iorio su cui poi torneremo.

Domani, lunedì, torneremo ad occuaprci di questa vicenda, lavorando su altri documenti del decreto di perquisizione firmato dai magistrati della Dda di Napoli.