CASAGIOVE. “Lo famo strano” Oltre che Jessicagerini e Ivanoverdone. Corsale lo fa stranissimo e fa una nomina da mille e una notte a un amico o ex di Campochiaro

25 Agosto 2018 - 17:12

CASAGIOVE (g.g.) – La storia non insegna nulla a nessuno. In tanti si riempiono la bocca con questa frase di saggezza, coniata dai romani, ma poi, nella sostanza, risucchiati dalle contingenze, dalle necessità, da ragioni spesso misere e miserabili, il passato e la storia vengono letteralmente rimossi. Tanto, si dice, io sono io e non farò come quelli che hanno sbagliato prima.

Ricordo che uno delle inghippi più fastidiosi incrociati nella prima parte dell’ordinanza sulla presunta tangentopoli casagiovese che portò all’arresto, tra gli altri, dei titolari dell’azienda Termotetti che ancora oggi esercitano il servizio in città, pure essendo sotto processo per quei fatti, fu quella di metterci in testa (ci riuscimmo solo dopo un paio di giorni) che Imperadore era una persona, l’imprenditore e titolare dell’azienda dei rifiuti con sede a Gioia Sannitica e un’altra cosa era Imperatore.

Nell’estrema somiglianza dei cognomi ci sfuggiva la differenza tra la D e la T, l’Imperatore inquisito non era nemmeno parente dell’Imperadore, cioè di Mister Termotetti, inquisito e arrestato. Allora chi cavolo era Imperatore? Era una figura mediana che avrebbe dovuto riequilibrare i rapporti tra la Termotetti, titolare dell’appalto dei rifiuti a Casagiove e il comune.

Finì male, malissimo.

Leggiamo oggi che un altro professionista, l’architetto Filippo Virno di Santa Maria Capua Vetere, già assessore in quota Giovanni Campochiaro, nell’amministrazione Giudicianni, ha ricevuto un incarico simile. Udite, udite, nel comune di Casagiove non c’è tra gli assunti, tra i dipendenti, che costano alla comunità locale fior di quattrini un coglione che possa controllare il corretto adempimento della convenzione, dei contenuti contrattuali che regolano il rapporto tra il comune e la Termotetti. Attenzione, però, qui il fatto è differente rispetto a Imperatore. Filippo Virno non assume quest’incarico, ovviamente ben remunerato, ma in quanto rappresentante della società Primeco, la cui composizione andremo a verificare meglio nei prossimi giorni ma che si cavalca, come si può capire dalla sua ragione sociale, il ricchissimo filone dei rifiuti.

Per cui, il comune di Casagiove, affida un compito che, surrettiziamente, diventa quello di un dirigente e in parte anche di un assessore ad una società, avendo all’interno del comune una vecchia conoscenza di CasertaCe, l’ingegnere Cesaroni, proveniente dal comune di Caserta, assunto a Casagiove anche perché in grado di svolgere la funzione di dirigente Ecologia e Rifiuti. Cesaroni arriva e conquista un posto di lavoro a tempo indeterminato con significativa remunerazione per una ragione che poi non trova riscontro in un’attribuzione piena ed effettiva di questo compito, visto c considerato che affidare a una società la funzione di controllare il corretto adempimento del contratto con l’impresa titolare del servizio assorbe in sé il 90% della delega.

Ma non finisce qui.

Il sindaco Roberto Corsale ha voluto mostrarci di essere un vero e proprio virtuoso, un creativo, al punto da creare, da sé, una nuova normativa. La società Primeco, infatti viene nominata come supporto del Rup. Qui ci è capitato in qualche rara occasione, in qualche cucina degli orrori abitata dai dirigenti, se non ricordiamo male del comune di Caserta, di assistere a una cosa del genere, ma a questo finanche quelli lì: i Sorbo, i Biondi, i Mazzotti, nomi che fanno rabbrividire, non c’erano arrivati, visto che avevano nominato persone esterne come ausilio del Rup, ma persone fisiche non società, come è capitato stavolta. Vabbé, che dire, si tratta di uno spreco di danaro veramente inconcepibile, incomprensibile, se non con la accedendo alle solite ragioni rozzamente clientelari. Qualcosa dovremmo capirci nei prossimi giorni, perché si tratta di una roba troppo strano. Non sappiamo se, con rispetto parlando, la consorte del sindaco Corsale, quella che si presentò alla riunione in cui il marito fece fuori Danilo D’Angelo che la signora guardò diritto negli occhi per diversi secondi, dicevamo, non sappiamo se, nel legittimo perimetro del talamo nuziale, la moglie del primo cittadino gradisca qualche variazione sul tema, per altro raccomandata alle coppie di coniugi regolarmente sposate, concretizzata attraverso qualche acrobazia e qualche posizione divertente e scaccianoia. Insomma non sappiamo se i coniugi Corsale siano degli epigoni di Ivano e Jessica, al scolo Carlo Verdone e Claudai Gerini. Per il momento, però, possiamo dire con sicurezza che, sul fornte amministrativo, Corsale è un vero virtuoso. Altro che “lo famo strano”, questo qua lo fa stranissimo.

 

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