CASAL DI PRINCIPE. Renato Natale asfalta le strade a pochi giorni dalle elezioni come facevano i fratelli Orsi nel 2003. Ma vuoi mettere, lui è Roosevelt

13 Maggio 2019 - 16:45

CASAL DI PRINCIPE (Gianluigi Guarino) – Prima di scrivervi e di dimostrarvi che chi amministra Casal di principe, cioè Renato Natale, è una sorta di François Mitterrand del ventunesimo secolo, facciamo un rapido cenno a una vicenda molto prosaica.

Roba terra terra, che però nel momento in cui è oggetto di attività da parte del sindaco di Casal di Principe, si riscatta e diviene un pezzo nobilissimo del New Deal DI Renato Natale che “giustamente” non può assumere in sé solo i tratti ereditari del primo presidente della Repubblica socialista della storia di Francia, ma deve collegarsi anche ad un’altra storia luminosa di democrazia sociale, come è stata senz’altro quella interpretata durante più di 15 anni di residenza alla Casa Bianca di Theodore Roosevelt.

In questi giorni, più di una polemica si sta sviluppando sui social, che tutto sommato in quello che è stato il regno del Clan dei Casalesi rappresenta un importante strumento di riscatto democratico, intorno a certi lavori di rifacimento della sede stradale e di impianto di dispositivi di pubblica illuminazione in certe aree della cittadina dell’agro aversano particolarmente sensibili, per storia, per cultura, a questa forma di assistenza che giammai, trattandosi del sindaco Renato Natale, oseremo chiamare assistenzialismo.

Insomma, in questi quartieri se l’aspettano l’asfalto durante la campagna elettorale. È un po’ una tradizione.

Se non è Natale senza il pandoro, a Casal di Principe è Natale, o meglio sarebbe dire Renato Natale solo con i cantieri pre-elettorali.

Correva l’anno 2003. I giorni erano questi di maggio. Casal di Principe si avviava ad andare alle urne per le elezioni comunali.

Insomma, se di mezzo non ci fossero stati 400-500 arresti, uno, svegliandosi da un lungo coma, potrebbe anche pensare di vivere ancora nell’anno 2003.

L’unica differenza è che i mezzi meccanici che spargono asfalto in questi giorni sono quelli del Comune, mentre 16 anni fa erano quelli di Sergio e Michele Orsi, che il sottoscritto da direttore del Corriere di Caserta, mentre Roberto Saviano copiava pedissequamente tutta la biografia dei racconti giornalistici sul Clan dei Casalesi, denunciava che un privato, un imprenditore asfaltava le strade pubbliche come solo a Casal di Principe, così testualmente scrivevo, poteva capitare.

Ora, ripetiamo, quell’asfalto veniva dal portafogli dei fratelli Orsi ed era finalizzato, sempre in quelle zone, a sostenere le candidature in quel caso di Forza Italia, negli anni successivi sarebbero state in altri Comuni quelle dei Ds di Brancaccio a sostegno dell’allora candidato sindaco Francesco Goglia che un giorno sì e l’altro pure, sempre su quel Corriere di Caserta vilipeso dal furbastro copiatore, definivo il compagno di briscola e tressette di Nicola e Giovanni Cosentino, i quali, solo in base a questo requisito, lo avevano candidato a primo cittadino di Casal di Principe.

Non ci risulta che Renato Roosevelt Natale formulasse queste denunce, probabilmente perché lui non considerava, tutto sommato, l’asfaltar strade a 15 giorni dalle elezioni una pratica deteriore, autentico quadro oleografico di quel clientelismo meridionale che ci ha fatti poveri e che, dentro a questa povertà, ha costruito tutte le condizioni per la nascita di mafie e camorre.

Noi che non siamo illuminati dalla stessa grazia, da quest’aura spirituale che accompagna il sindaco di Casal di Principe, possiamo ben dire che cose come questa fanno schifo e si configurano come un moto di rappresentazione della politica profondamente arretrato, addirittura arcaico, sinistramente o…destramente (va a finire che, come dice Totò, qualcuno pensi che la vogliamo buttare in politica) criminogeno.

Perché se la gente a Casal di Principe continua a vedere che le cose funzionano come funzionavano ai tempi degli Orsi, dei Nicola Ferraro, dei Cosentino, eccetera, non avvertirà alcuno stimolo a iniettare un proprio contributo di crescita morale e culturale coscienti unico vero modo per rendere impossibile i ritorni di fiamma della criminalità organizzata.

Siccome ci siamo dilungati un po’, rinviamo ad altro articolo la descrizione della similitudine storica tra l’uomo che nel 1980 entrò all’Eliseo portando in mano con orgoglio una rosa nel pugno e il “liberatore” di Casal di Principe, il quale libera da ogni male e riscatta da ogni ipoteca parentale i congiunti di camorristi che erano camorristi anche loro quando si candidavano con Cosentino, mentre adesso, siccome Renato Natale ha fatto la rivoluzione, eh già, l’ha fatta asfaltando le strade di certi quartieri due settimane prima delle elezioni, sono diventati dei santi.