Casalesi, la FABBRICA DEL RICICLAGGIO. 3.500 bonifici in circa 3 anni. 85 milioni di euro movimentati. Vi pubblichiamo “l’estratto conto” di ognuna delle 33 aziende cartolari di Peppe Guarino e co

22 Ottobre 2021 - 11:54

Il gip ne descrive le caratteristiche prima di pubblicare due tabelle ordinate in cui viene addirittura, grazie al lavoro specifico effettuato dalla guardia di finanza, stabilita una media dei bonifici, pari a 41 mila 77 euro cadauno. Infine, un nostro interrogativo e la speranza di conoscere presto, leggendo l’ordinanza, da dove affluisse nelle casse di queste società a monte, l’enorme flusso di danaro. Cosa vendevano e a chi vendevano? Solo rispondendo a questo interrogativo si può poi discutere delle provviste, frutto poi dell’evasione fiscale, la cui esistenza non può essere disgiunta da quella di fatture di vendita

 

TRENTOLA DUCENTA/SAN MARCELLINO – Nell’ordinanza che ha impegnato la guardia di finanza e che ha coinvolto Giuseppe Guarino e co., vengono riportati degli schemi esemplificativi delle società cosiddette a monte, cioè quelle che eseguivano i bonifici a favori delle società a valle. Sono state suddivise per settori merceologici: il primo riguarda il commercio di prodotti petroliferi, il secondo il commercio di legname e degli imballaggi.

Com’è possibile rilevare dal primo schema, la società che ha movimentato più soldi è la Fuel Trans srl che ha raggiungo oltre 10 milioni di euro. Il periodo monitorato va dal 24 maggio 2018 al 7 novembre dello stesso anno, dunque si tratta di appena 5 mesi e mezzo. 240

sono i bonifici eseguiti dalla società con una media di 44mila 218 euro e due centesimi ciascuno.

Sempre nell’ambito delle società a monte, il secondo schema riguarda quelle del commercio di legname ed imballaggi. La R.A.F. srl è quella che ha movimentato in 555 giorni, dal 5 gennaio 2016 al 12 luglio 2018, con 423 bonifici con una media di 10 mila 69 euro ciascuno.

Ovviamente tutte quante queste società apparentemente solide in realtà erano dei veri e propri castelli di carta. Scrive al riguardo il gip Tommaso Perrella che ha firmato l’ordinanza degli arresti di Giuseppe, di sua sorella Luisa Guarino e compagni: “Ci sono due anomalie, che indicano – scrive il giudice – la natura fittizia e meramente cartolare delle società: primo, il più delle volte falliscono o vengono poste in liquidazione dopo avere effettuato ingenti pagamenti sospetti; secondo, i titolari non hanno alcuna esperienza nel settore merceologico di cui si occupano le rispettive compagini sociale e risultano privi di reddito o di occupazione lavorativa.

“Inoltre – continua il gip – presentano nessuna o pochissime dichiarazioni per l’imposta relativa al reddito delle società e le dichiarazioni Iva. Si tratta di aziende prive di dipendenti e beni aziendali e sono soggette a continui cambi di sede, denominazione o amministratore. A fronte di ciò, queste imprese hanno – conclude il giudice Tommaso Perrellariportano una frenetica attività finanziaria, la maggior parte di esse hanno inviato quotidianamente bonifici rilevanti alle società cosiddette a valle.

Il nostro breve commento finale a questo stralcio dell’ordinanza. rimaniamo in fiduciosa attesa di dipanare il punto cruciale della trame: se le imprese a monte erano cartolari, in pratica finte, che indubbiamente non facevano dichiarazioni Iva o Ires e forse ciò consentiva loro accumulare delle provviste, questo fiume di danaro che inviavano con il loro tourbillon di bonifici alle cosiddette imprese a valle, ancora più finte e ancora più cartolari delle prime, come lo avevano introitato? con quali operazioni? Truffa Iva ok, ma questa esiste nel momento in cui sono registrate comunque delle fatture in incasso.

Seppur apparentemente, insomma, cosa vendevano in termini di beni e servizi, in realtà di beni perchè si trattava di aziende del settore dei carburanti e del settore di manufatti in legno degli imballaggi in modo da incassare soldi veri perchè vero era il fiume di soldi che inviavano alle aziende a monte e attraverso queste ai riscossori compulsivi grazie ai quali i soldi tornavano ad avere quella veste liquida che poi veniva consegnata a Giuseppe Guarino? Sicuramente nel resto dell’ordinanza la risposta a questa domanda cruciale, fondamentale, strutturale che costituisce riteniamo la vera architrave dell’accusa in ogni sede nella quale verranno discusse la validità dei titoli cautelari e più in là il processo a quelli che probabilmente si trasformeranno tutti da indagati ad imputati.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA