CASERTA AL BALLOTTAGGIO. Ma qualcuno ha spiegato a Enrico Letta che Marino ha già un consigliere iscritto a CasaPound, che il pd a Caserta è, numeri alla mano, morto e che comandano Antonio Luserta e Giovanni Zannini?

15 Ottobre 2021 - 12:12

CASERTA – (g.g.) Qualcuno di Caserta che magari un tempo aveva guardato al pd come si può guardare ad un partito moderno, agganciato alla struttura politico-programmatica del miglior riformismo europeo, in grado di mettere insieme socialdemocrazia e liberaldemocrazia avrebbe potuto spiegare a Enrico Letta, dopo essere stato ampiamente disilluso per  quello che il pd è stato a Caserta  e in provincia di Caserta, soprattutto negli ultimo 6 anni, che lui ieri da segretario nazionale, era qui da segretario nazionale del nulla, che in tutta evidenza non esiste e che sarebbe stato utile che gli spiegassero che l’attuale segretario provinciale Emidio Cimmino, messo li da  uno Stefano Graziano al culmine di un’autostima  che ingiustificatamente gli sprizzava da tutti i pori,  come proprio ventriloquo politico, è addirittura, arrivato terzo alle elezioni comunali nel suo paese. Terzo su tre candidati dopo aver spaccato in due il partito e il centro-sinistra.

Già, il centro-sinistra: sempre l’ex Decmocrats deluso avrebbe detto al segretario nazionale di chiedere  a qualcuno dei pochi reggicoda presenti ieri al seguito di Letta di spiegargli se sia vero o se si tratti, invece, solo di una diceria, che il centro-sinistra, a Caserta, non c’è più, se è vero oppure si tratti solo di una malevolenza che Carlo Marino, candidato sindaco che dichiara formalmente di appartenere al pd, ha già eletto al primo turno un consigliere comunale, cioè Francesco Guida della lista Radici, iscritto come risulta da più tracce giornalistiche di un passato recentissimo, a CasaPound, che non sarà la Forza Nuova  dell’assalto alla sede della  Cgil, ma poco ci manca, visto e considerato che l’elaborazione culturale, storica, filosofica, del grande letterato americano, è buona solo per l’etichetta, per il nome di un’associazione,  popolata da pseudo fascistelli, più sedicenti che militanti, dato che probabilmente chi vi fa parte non ha mai letto una sola riga dei Cantos

Pisani, ne ha mai incrociato uno scritto o anche l’ intervista televisiva, pur presente nelle storiche Teche rai, nella quale Ezra Pound racconta dei  contenuti culturali dei suoi incontri con Benito Mussolini.

Infine, il deluso-disilluso avrebbe potuto chiedere a Enrico Letta di trovare qualcuno che gli spiegasse che, il vero,  gli unici azionisti di maggioranza della coalizione di Carlo Marino su cui quest’ultimo conta realmente per il ballottaggio  si chiamano Antonio Luserta e Giovanni Zannini, coautori di una lista di sedicenti moderati che ha quasi doppiato quella del pd, costruita da soggetti che, per blindare le loro posizioni, le proprie poltrone,  hanno sbarrato la strada ad ogni possibilità di partecipazione, di apporto di persone di qualità che magari dalla società civile, potessero ridare un po’ di linfa alla inesistente elaborazione  politica di un partito che a Caserta è divenuto un coacervo di interessi neppure di seri A, neppure di serie B ma di serie C o peggio ancora, coltivati e in molta parte realizzati da soggetti che hanno realmente il problema di articolare parole comprensibili quando aprono la bocca visto che nella maggior parte dei casi sviluppano suoni disordinati e indecifrabili come quelli dell’uomo di Neanderthal.

Questo avrebbero dovuto raccontare ad Ernico Letta, ieri pomeriggio nella sua trasferta a Caserta. Ma siccome Carlo Marino non si è neppure sognato  di sfiorare certi argomenti, Enrico Letta ha  svolto la funzione della figurina da far vedere a qualche imprenditore che la sa lunga, a qualche rigattiere di voti sparsi, a qualche aspirante a qualche cosa, a qualche faccendiere ritornato dalle catacombe della storia orribile del rapporto che il Clan dei Casalesi ha avuto con pubbliche istituzioni del  territorio della provincia di Caserta,  attraverso questi soggetti che hanno funzionato per anni e anni da vera e propria cinghia di trasmissione. Ciò,  in un contesto di desolazione della ragione, con la buona politica confinata ad una distanza siderale, ancor più cospicua da quella che separa la terra dalla nebulosa di Orione.