CASERTA. Dissesto, che caos! L’azienda delle pulizie deve avere subito 370 mila euro. Ma l’Organo di liquidazione non ha mai accantonato i soldi, nonostante la legge parli chiaro. E sul super-debito di Mario Pagano…

9 Aprile 2022 - 18:28

Torniamo su questa vicenda che rischia di avere conseguenze molto serie sulle già disastrate casse del comune capoluogo. Il racconto è un poco complesso, ma anche in questa circostanza proviamo a trattarlo un passo alla volta in modo da renderlo il più fruibile possibile

CASERTA (g.g.) –  Il pezzo lungo e articolato l’abbiamo scritto ieri (E PUOI LEGGERLO QUI

). Quella che diamo oggi pomeriggio-sera, invece, è una notizia legata alle informazioni pubblicate 24 ore fa e forse finanche più importante.

Com’è noto, il Consiglio di Stato (e i motivi li potete leggere nell’articolo di ieri o nella sentenza che pubblichiamo integralmente in calce anche oggi) ha sentenziato che il Consorzio Europeo Multiservice, titolare dei servizi di pulizia per buona parte del primo decennio del terzo millennio, dovrà ricevere sull’unghia il 50% del credito certificato da un decreto ingiuntivo del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

La cifra che il Consorzio avrebbe in verità già dovuto ricevere, considerato che la sentenza è stata pronunciata ad inizio febbraio e quindi la notifica qualche giorno dopo, mentre il termine per adempiere, pena la nomina del Prefetto di Caserta quale commissario ad acta era di 30 giorni, è di circa 370

mila euro, pari infatti al 50% del credito vantato da Multiservice per servizi erogati e non pagati.

L’elemento innovativo di tale sentenza risiede nel fatto che questo consorzio aveva chiesto e ottenuto di entrare nella massa debitoria del primo dissesto, salvo poi non arrivare ad una transazione, ritenendo evidentemente l’offerta del 40%, formulata dall’Organismo straordinario di liquidazione, non congrua rispetto alle proprie attese.

Sempre il Consiglio di Stato ha segnato la strada, affermando senza sé e senza ma che i 370 mila euro da corrispondere a Multiservice avrebbero dovuto essere attinti da un fondo di riserva, da un accantonamento che, ai sensi del comma 4 dell’articolo 258 del Tuel, dev’essere pari al 50% della somma complessivamente calcolata dei debiti non estinti e dunque di nuovo completamente esecutivi, nei processi transattivi della fase di gestione del dissesto.

Ed ecco la notizia di oggi: a quanto se ne sa, l’Organismo straordinario di liquidazione del primo dissesto del comune di Caserta non ha accantonato le somme previste dalla legge con vincolo di destinazione per ogni singola posizione.

Questo sarebbe accaduto non per un’iniziativa improvvida ed estemporanea dei commissari liquidatori, bensì da una loro determinazione frutto di un parere chiesto ed ottenuto in tal senso all’ufficio preposto del ministero degli Interni, cioè dal Governo.

Un vero e proprio pasticcio, dunque, visto e considerato che la decisione di non accantonare nel modo previsto dal Tuel è stata presa prima che il Consiglio di Stato rivoltasse come un calzino la giurisprudenza sulla specifica questione, in funzione della quale il Tar Campania aveva respinto il primo ricorso presentato dal Consorzio Europeo Multiservice, affermando in maniera a dir poco illogica, così come ha rilevato il Consiglio di Stato, che il diritto del consorzio e dunque, automaticamente, aggiungiamo noi, il diritto di tutte le entità economiche che hanno deciso di non transare, una per tutte l’azienda di Mario Granata Pagano che, ad occhio e croce, vanta un credito certificato di 12o milioni di euro, transitavano dal primo al second dissesto, ingabbiandone in pratica la possibilità di sviluppare una procedura esecutiva.

Ora, con la sentenza autorevolissima, che crea giurisprudenza solida, vorremmo sapere dove mai prenderà il comune di Caserta i 370 mila euro da corrispondere al Consorzio se, come abbiamo già scritto, l’Osl non ha mai accantonato le somme previste dalla legge.

Un’altra domanda che formuliamo a noi stessi, in modo da poterci lavorare nei prossimi giorni è la seguente: chi pagherà gli interessi maturati nelle more? E infine, cosa intende fare il comune di Caserta di fronte a una speculare iniziativa di tutti quei soggetti che si trovavano nella stessa condizione di Multiservice e che ora, con buona ragione e forti della sentenza del Consiglio di Stato, potrebbero chiedere l’immediata liquidazione, massimo entro 30 giorni dalla notifica degli atti, del 50% almeno del credito vantato? Una somma che, giusto per dire, nel caso di Granata Pagano, ammonterebbe ad una sessantina di milioni di euro.

Abbiamo l’impressione che, siccome nella vicenda ci sono interessi imprenditoriali, di aziende private che certo non si addormenteranno dinanzi a ciò che il Consiglio di Stato ha deciso, ne vedremo delle belle. E non è improbabile che occorrà un intervento legislativo per turare la falla apertasi dopo il verdetto arrivato da Palazzo Spada.

PER GLI AMANTI DELLA MATERIA, DI NUOVO LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO SUL CASO CASERTA-CONSORZIO EUROPEO MULTISERVICE