CASERTA. Festa della Liberazione: la Reggia fa il pienone mentre la città è abbandonata a se stessa

26 Aprile 2023 - 18:47

Ma il sindaco, ieri mattina ai Campetti, fa finta di nulla.

CASERTA (pasman) – Puntualmente la Reggia, con il bel tempo, il favore dei ponti festivi e venuta meno la pandemia, attira un gran numero di visitatori. Il D.G. del museo se ne gloria ed il sindaco ovviamente si accoda, giungendo ambedue a  rivendicare meriti persino inesistenti, se si pensa ai milioni di turisti che si sono avuti nel passato ed ai perduranti problemi di oggi nonostante i forti investimenti di denaro pubblico che ci sono stati negli ultimi anni. Ancora siamo, per il monumento, alle file estenuanti, alla bigliettazione difficoltosa, ai servizi igienici carenti, persino luridi come quelli lungo il viale del parco, con le porte finanche sfondate. Quanto alla città, tutto è lasciato a se stesso. Pur di aprire il parcheggio Pollio con nuove ed impattanti costruzioni per servizi eccedenti, inutili alla città ma particolarmente lucrosi per i privati, si deprime, anziché valorizzarla come sarebbe agevolmente possibile con poca spesa, la struttura interrata di sosta di piazza Carlo di Borbone, la quale è ineguagliabilmente perfetta per accogliere autobus turistici e vetture private dei visitatori senza conseguenze per il centro cittadino. Una scelta incomprensibile alla luce della ragione e degli elementari principi dell’azione amministrativa e che perciò non si comprende a quali interessi veri risponda. Intanto il traffico è una croce per i più. Anche nell’anno delle celebrazioni vanvitelliane, i percorsi del centro storico di accesso al monumento sono in condizioni pietose. Persino la improbabile targa che porta il nuovo nome della piazza Carlo di Borbone, oziosamente voluto dalla giunta Marino,

è storta sul suo palo fin da subito malfermo.

Ieri mattina il primo cittadino, in compagnia del deputato Stefano Graziano, era ai “campetti”, dove ragazzi ed adulti davano vita alle scampagnate, ai giochi, agli intrattenimenti di sempre, nonostante si tratti di attività vietate persino nelle villette comunali dei paesetti e nonostante non mancasse la polizia municipale sul posto.

Chissà se i due uomini politici si siano detti che una piazza monumentale come quella vanvitelliana, bene UNESCO in uno con la dimora reale, non può essere tenuta alla stregua di un parco comunale e si siano decisi a darsi finalmente una mossa. Magari aprendo il vicino parco Maria Carolina, nonostante la sua erba altissima, pur messo da tempo in mano ai privati per iniziative redditizie. Ma è da escludere perché, come abbiamo capito più tardi, Marino era sul posto per dare una intervista al TG3 regionale sulla giornata di festa e sul turismo in città. La quale intervista, in verità, ci ha in qualche modo frastornato, perché l’avvocato, anziché di Caserta, pareva parlasse della Svizzera, dove, notoriamente, tutto va come un orologio. Il sindaco, tra l’altro, non sapendo che dire, elogiava come strategico il nuovo e c.d. tavolo del turismo,  dove banalmente – con idea stravecchia – si sono messi forse d’accordo per tenere aperti i negozi del centro nei giorni di festa.

Fossero questi i problemi, saremmo a cavallo. Sempre nella mattinata, difatti, due turiste del Nord andavano in cerca del palazzo Tescione, intendendo visitarlo. L’avevano trovato indicato sui cartelli turistici e non scorgendo null’altro da vedere. Glielo abbiamo indicato e chissà che ne avranno pensato, visto che l’edificio non è proprio di gran pregio architettonico e conta per le sole vicende cittadine. Ed il punto è questo. Caserta sta perdendo, per una sciagurata politica urbanistica, che si giustifica solo per gli enormi interessi economici sottostanti, le sue testimonianze storico-architettoniche più autentiche. Siamo alla storpiatura della sua edilizia più antica. Nelle foto che pubblichiamo, proponiamo l’immagine dell’abnorme palazzo in costruzione in via Sant’Antida, visto da via S. Agostino, in confronto a prima . E’ un impatto intollerabile.

Il costruttore è lo stesso che, in via Vico, sta intervenendo sul palazzo storico all’incrocio con via Roma. Il che è allarmante, specie se perdurerà il già tardivo intervento della Soprintendenza ai beni culturali che abbiamo sollecitato, almeno per capire che sta succedendo in una delle strade più antiche del capoluogo.

L’antico palazzo di via Vico con le caratteristi volte dei ballatoi. Sarà abbattuto?

Ma il sospetto è che ormai queste preoccupazioni per il nostro patrimonio culturale siano ampiamente superate, giacché anche alla Reggia si bada all’ingrosso al numero dei visitatori, con il  quale si suppone coincida  il successo dell’ente, più che al profilo scientifico e della conoscenza. Non è un caso se un sempre attento Nando Astarita, raro cultore delle cose vanvitelliane ed appassionato amministratore del sito dal molto seguito REGGIANDO…e dintorni reali, abbia potuto segnalare in queste ore l’ennesimo svarione dell’istituto museale.