CASERTA. Il dramma di un padre: “Mia figlia 12enne con una grave malattia neurodegenerativa ignorata dal Comune. Costretti a combattere per ogni diritto”

6 Giugno 2025 - 15:21

Una vicenda dolorosa, fatta di ostacoli, umiliazioni e – denuncia l’uomo – atteggiamenti arroganti da parte di pubblici ufficiali

CASERTA – Una vicenda che racchiude, in modo emblematico, il volto peggiore della burocrazia e dell’inefficienza amministrativa. È quella di un padre casertano, che ha deciso di rompere il silenzio e raccontare pubblicamente il lungo calvario vissuto dalla sua famiglia per ottenere il rispetto di un diritto essenziale: l’assistenza domiciliare per la figlia dodicenne, affetta da una grave malattia neurodegenerativa.
La storia ha inizio nel 2017, quando la bambina viene presa in carico dai servizi sociali del Comune di Caserta e riceve sei ore settimanali di assistenza domiciliare. Nel 2019 la famiglia sceglie di optare per l’assegno di cura, strumento che consente continuità nell’assistenza grazie alla possibilità di scegliere un operatore di fiducia. Il Comune riconosce la minore tra i “malati gravissimi” e assegna il contributo, seppur con costanti ritardi nei pagamenti. Nel settembre 2022, però, il padre scopre casualmente che è stata pubblicata una nuova graduatoria per il ciclo 2022-2025: la figlia è esclusa, senza alcuna comunicazione e, fatto ancor più grave, senza che venga ripristinato il servizio alternativo di assistenza.
Di fronte all’assenza di spiegazioni, l’uomo si reca all’ufficio comunale, dove gli viene rinfacciata – con toni bruschi – la sua presunta disattenzione alla pubblicazione del bando. Ma il bando, sostiene il padre, non era mai stato pubblicato correttamente. Dopo aver richiesto formalmente l’accesso agli atti, riceve solo un documento privo di data e riferimenti ufficiali. La famiglia si rivolge allora al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che riconosce il diritto della minore all’assistenza domiciliare immediata, ma rinvia al giudice amministrativo per la questione economica dell’assegno. Nonostante la sentenza, il Comune non dà seguito all’ordine giudiziario.
Il neonato Distretto Regio e l’ufficio Servizi Sociali si rimbalzano le responsabilità, mentre la bambina resta senza assistenza. Solo in seguito a un ulteriore ricorso davanti al Tribunale collegiale, la verità viene riconosciuta nero su bianco: il Comune ha agito in modo irregolare, escludendo illegittimamente la bambina dalla graduatoria e venendo condannato a pagare l’intero assegno per il periodo 2022-2025, oltre alle spese legali.
Una

vicenda dolorosa, fatta di ostacoli, umiliazioni e – come denuncia il padre – atteggiamenti arroganti da parte di pubblici ufficiali: “Colpevoli di gravi violazioni, invece di risolvere il problema, hanno reagito con menefreghismo, negazione e persino tentativi di colpevolizzare la mia famiglia”. Non si tratta dell’unico episodio: lo stesso padre riferisce di aver dovuto affrontare due cause per ottenere un seggiolone posturale necessario alla scuola, entrambe concluse con sentenze a favore della bambina.
Il suo sfogo finale è una riflessione profonda sul rapporto tra cittadini e istituzioni: “Sono sempre stato rispettoso delle istituzioni pubbliche. Ma questa esperienza mi ha fatto provare rabbia, frustrazione e risentimento. La speranza è che i cittadini casertani decidano, una volta per tutte, di spezzare la catena della sottomissione e pretendano rispetto. Perché una città è ciò che i suoi cittadini decidono di essere”.