CASERTA. La camorra si riorganizza: “Grandi clan evoluti in imprese mafiose”. La relazione semestrale della Dia

15 Settembre 2023 - 09:28

“I tentacoli della criminalità anche nella politica”

 CASERTA – “Le province di Napoli e Caserta rimangono i territori a più alta e qualificata densità mafiosa. E’ qui, infatti, che si registra la presenza dei grandi cartelli camorristici e dei sodalizi più strutturati i quali, oltre ad aver assunto la gestione di tutte le attività illecite, si sono gradualmente evoluti nella forma delle cosiddette ‘imprese mafiose’ divenendo nel tempo competitivi e fortemente attrattivi anche nei diversi settori dell’economia legale”. Lo rileva la Dia nella sua Relazione semestrale, evidenziando anche “la crescente tendenza dei clan più evoluti
a ‘delocalizzare’ le attività economiche anche all’estero per fini di riciclaggio e di reinvestimento con l’obiettivo di
trasferire le ricchezze in aree geografiche ritenute più sicure e più remunerative”. Mentre “ad un livello inferiore, si
rilevano gruppi minori, non di rado in posizione strumentale e funzionale alle organizzazioni sovraordinate, dediti
prevalentemente ai tradizionali affari illegali quali lo spaccio di stupefacenti, le estorsioni e l’usura che incidono in maggior misura sulla sociale percezione di insicurezza”.

La relazione evidenzia anche “un’ulteriore e insidiosa minaccia è costituita dalle strategie più subdole e raffinate adottate dalle organizzazioni camorristiche più strutturate ed orientate all’infiltrazione dell’economia e della finanza anche tramite pratiche collusive e corruttive. I consistenti capitali illeciti di cui dispongono tali organizzazioni, derivanti soprattutto dal traffico di stupefacenti, non appena reimpiegati nell’economia legale alterano, talvolta irreversibilmente, le normali regole di mercato e della libertà di impresa, consentendo ad esse di acquisire posizioni dominanti, o addirittura monopolistiche, in interi comparti economici”.

Intanto c’è anche una forte, fortissima ingerenza della malavita nella politica locale. “Frequenti risultano – spiega infatti nella sua relazione la Dia – i casi di pervasiva ingerenza all’interno della pubblica amministrazione campana volti a condizionarne i regolari processi decisionali per l’affidamento degli appalti pubblici, altro settore di prioritario interesse criminale. Grazie alla rete di relazioni intessuta tra taluni esponenti delle Amministrazioni locali e delle imprese, i clan riescono ad aggiudicarsi importanti commesse pubbliche sia con affidamenti diretti in favore di aziende ad essi collegate, sia tramite i sub-appalti”.