CASERTA Nell’ex parcheggio Pollio dei Dresia entrano solo i più fortunati. Richiedenti asilo prima convocati e poi impossibilitati ad accedere agli uffici del Viminale

2 Luglio 2022 - 17:28

L’ex caserma ospita ancora gli uffici della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. La Commissione convoca gli immigrati a cui, poi, l’accesso è impedito. Intervengano prefetto e questore

 

 

CASERTA L’ex parcheggio Pollio di viale Vittorio Veneto è inaccessibile non solo agli automobilisti, ma anche a coloro che lì si recano per presentare domanda di acquisizione dello status di rifugiato politico.

E’ oramai dalla fine di gennaio che i cancelli sono chiusi e gli unici che possono accedere all’area sono alcuni dipendenti dei tanti uffici pubblici dislocati nelle vicinanze. Insomma, lì dove c’era un parcheggio ora non c’è più (pare che i ritardi dell’amministrazione nel bandire la nuova gara siano, tra l’altro, dovuti anche al fatto che l’ex caserma non sia accatastata). Nei mesi, tra l’altro, poco dopo la “momentanea” uscita di scena della famiglia Dresia che gestiva il parcheggio attraverso la società Sea Services, l’area è anche divenuta terra di parcheggiatori abusivi e di venditori di souvenir e libri sulla Reggia di Caserta. Di qui, la decisione di mettere un lucchetto e di impedire l’accesso ai non autorizzati.

Il fatto, però, è che l’ex caserma Pollio non ospitava solo il parcheggio a pagamento dei Dresia, ma anche alcuni uffici pubblici. Tra questi la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. Pardon, abbiamo sbagliato tempo verbale: non ospitava, ma ancora ospita gli uffici della commissione che fanno capo al ministero degli Interni. Per tale ragione, due mattine fa, un cittadino eritreo, convocato proprio dall’Organismo di riconoscimento dello status di rifugiato politico, si è visto impedito l’accesso dal lucchetto. Incredulo ed anche un po’ imbarazzato, l’uomo ha chiesto aiuto alle forze dell’ordine a cui ha mostrato la lettera di convocazione presso l’ufficio ma, anche queste, non hanno potuto che invitarlo a telefonare al numero affisso sotto il cartello posto alla destra del cancello chiuso. Beh, l’immigrato, fortunatamente, aveva con sé un cellulare ed ha potuto interloquire con i componenti della commissione.

Ridicolo, non trovate? Noi speriamo che il cittadino eritreo sia riuscito a risolvere i suoi problemi, ma certo è assurdo che si venga convocati in un ufficio in cui si è fisicamente impossibilitati ad accedere. Chi avrebbe dovuto prevenire un simile disagio per chi già è costretto a scappare dalla propria terra martoriata? La Prefettura? La Questura? Speriamo lo facciano presto. Intervengano il prefetto Giuseppe Castaldo ed il questore Antonino Messineo: la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale va ubicata in altra sede.