CASERTA. Quasi 50 milioni di residui attivi per mancato incasso Tari. Marino e Pica vanno “allegramente” verso il terzo dissesto
28 Ottobre 2019 - 18:26
CASERTA (g.g.) – La giunta comunale della città capoluogo ha approvato il conto consuntivo. Numeri da vero e proprio disastro. Naturalmente, non un solo assessore si è reso conto di cosa abbia approvato. Non perché abbia dato il via libera a qualcosa di illegale, ma in quanto, non sapendo, non ha potuto neppure mettere a verbale questa semplice dichiarazione: “Così non si può andare avanti”. Abbiamo dato un’occhiata ai numerini. A noi non stupiscono e non dovrebbero stupire neppure i nostri lettori più attenti. Il comune di Caserta è un disastro, che tra uno, due, massimo tre anni, dovrà dichiarare il terzo dissesto, stavolta molto più rovinoso del secondo che, tutto sommato, poteva essere evitato e invece molto somigliante al primo, costituito da un buco astronomico. Sapete i signori Carlo Marino, Federico Pica e Girolamo Santonastaso quanto hanno scritto nella posta di bilancio contenente i residui attivi Tari, cioè i soldi che il comune di Caserta è convinto
Le indicazioni del consuntivo sono impietose ed implacabili: è dato certo e verificato, infatti, che la capacità di incasso è del 15.32%. Insomma, non ci vuole un matematico per capire che di qui a poco, questi 48 milioni di euro diventeranno, in larghissima parte, circa 40 milioni, debiti irreversibili, inesigibili e soprattutto non più utilizzabili per truccare il bilancio con il giochino dei residui. Un disavanzo di bilancio oggi mascherato con un artificio, con un gioco d’abilità, grazie alla tolleranza del legislatore, che avendo il problema di enti locali, i quali, dopo essere stati i maggiori colpevoli del disastro dei conti pubblici italiani, hanno subito (a nostro avviso, giustamente) tagli pesantissimi, non se la sente ora di completare la riforma, già iniziata, che trasformi i residui attivi in quello che dovrebbero veramente essere in un paese civile: crediti realmente, concretamente, materialmente esgibili e non numeri virtuali di autentica tossicodipendenza contabile, destinata a scaricare sulle future generazioni la frenesia di spendere e di spandere. Perché è così: l’uso indiscriminato e spregiudicato dei residui attivi serve, infatti, ad evitare politiche di bilancio salutari e virtuose; serve a mascherare i debiti in modo da poter spendere tutto quello che si può spendere per alimentare clientele e tener viva la mangiatoia di questi quattro accattoni di consiglieri comunali, che stanno lì solamente arricchire le proprie posizioni personali e quelle dei propri familiari.