CASERTA. Alfredo Messore deve quasi un milione e mezzo di euro alla città, ma l’ex dirigente del comune non ci sta

10 Maggio 2021 - 18:10

CASERTA – Ha compiuto 12 anni il primo pronunciamento della corte dei Conti del 2009 che stabilito come Alfredo Messore, già dirigente del comune di Caserta – divenuto poi una specie di consigliere del primo cittadino Carlo Marino – debba pagare alla città la cifra di un milione 667 mila euro.

Negli anni la cosa sembra essere poi finita sempre in cavalleria, nonostante negli anni il comune capoluogo sia finito in dissesto finanziario perché, in sostanza, le casse cittadine sono disastrate e nonostante anche la prefettura di Napoli e la Guardia di finanza hanno sottolineato il mancato pagamento di questa ingiunzione

. Provando a dare un rapido contesto alla storia, ricordiamo che l’ex dirigente Messore è stato condannato assieme agli altri componenti della giunta guidata da Luigi Falco per danno erariale per alcuni pagamenti che tramite fondi dell’amministrazione comunale del Capoluogo avrebbe fatto a favore della Sace, società che si occupava in passato la raccolta rifiuti a Caserta.

Poi, alla fine dello scorso anno, Messore ha ricevuto la notifica dell’atto di precetto con il quale il comune ha intimato il pagamento di un milione e 400 mila euro, una somma dovuta secondo quanto deciso da una successiva sentenza

del 2015 della corte dei Conti. L’ingegnere, ovviamente, non ci sta dichiarando, tra le altre cose, che non deve nulla al comune di Caserta in quanto “il credito è estinto” e ha quindi chiesto di sospendere l’efficacia dell’esecuzione di questo pagamento al tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Interessante capire una cosa farà il comune, visto che ha incaricato l’avvocato Maria Vigliotta di rispondere e costituirsi in giudizio in difesa dell’amministrazione verso la richiesta fatta da Messore al tribunale sammaritano. Dicevamo, sarà interessante perché, come sottolineato in precedenza, è cosa nota il rapporto che Messore ha con il sindaco Marino, che l’ha tenuto spesso e volentieri nelle sue stanze almeno fino all’inizio dell’emergenza coronavirus. Vedremo se quindi questa opposizione di Palazzo Castropignano sarà puramente ornamentale o se davvero il comune vuole recuperare questo milione e passa di euro.

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