CASERTA. Torna l’astronave a forma di furgone bianco. Sequestratori sfigati avrebbero tentato di rapinare un bimbo di 12 anni vicino alla “Dante Alighieri”

12 Ottobre 2018 - 11:58

CASERTA (G.G.) – Il fatto che uno presenti una denuncia alla Questura o ai Carabinieri per un presunto rapimento di un figlio 12enne, non vuol dire che di vero tentato rapimento si sia trattato.

Questa storia  noi non l’abbiamo mai presa molto sul serio. Riteniamo che l’evoluzione dei fatti ci stia dando ragione, visto che gli eventi si vanno definendo sempre più chiaramente come un chiaro esempio di psicosi collettiva ai tempi dei social, dunque, un vecchio problema che si è sempre verificato, in ogni epoca, iper amplificato dagli stumenti di comunicazione orizzontale che mettono in rete le parole, le idee, le notizie di miliardi di persone e dunque mettono in rete tante cose utili ma anche una montagna di cose negative, di sciocchezze, di cazzate che, però, proprio per l’ampiezza dei numeri, per l’ampiezza del popolo che dei social usufruisce e che è costituito da soggetti di varia consistenza umana e culturale.

Fatta la dovuta premessa che attiene, come abbiamo scritto nei giorni scorsi al dovere che l’informazione deve avvertire affinchè le notizie si colleghino il più possibile alla verità e alla realtà dei fatti e delle cose, vi segnialiamo questa denuncia fatta da un padre di un ragazzino di 12 anni di Recale, che frequenta la scuola “Dante Alighieri” di Caserta. Sarebbe stato oggetto di un tentato rapimento da parte di un extracomunitario sceso, ovviamente, dall’ormai leggendario “furgone bianco”, che sta in ogni dove di questa provincia, anche contemporaneamente e che, dunque, come sintetizziamo nella foto, viene sicuramente dallo spazio perchè è in grado di ripartirsi in tantissime copie.

Scusateci se la mettiamo un po’ sul ridere e ci scusi anche il signor Raffaele Porfidia, il quale tutto sommato ha fatto bene a presentare la sua denuncia, frutto del racconto fattogli dal figlio 12enne, il quale, da solo,aspettava che il nonno, in leggero ritardo rispetto all’orario solito in cui compie questa operazione, passasse a prenderlo nei pressi dello spartitraffico che separa via Medaglie d’Oro da viale Cappiello e via San Carlo.

Una sola domanda: siccome siamo arrivati almeno al decimo tentativo di rapimento enunciato e anche denunciato, come mai questi sequestratori strattonano, afferrano la ragazza del “Diaz” o il ragazzino della “Dante Alighieri” e ancora si avvicinano minacciosamente alla bambina di Trentola non riescono a portare a termine una sola di queste azioni criminali? O sono sfigati oppure come ci insegnano gli antropologi e gli psicologi delle masse l’emotività, l’insistenza con cui si sta parlando nelle case di decine di migliaia di famiglie casertane di questi presunti episodi ha creato una condizione rispetto alla quale, persone, soprattutto ragazzi, credono effettivamente di vedere ciò che raccontano e che, in realtà, è qualcosa di diverso.

Poi il rischio grosso è che questa psicosi determini la conseguenza ancor peggiore di un’emulzione diversa e molto pericolosa. Qualche soggetto psicolabile potrebbe effettivamente tentare un’azione del genere, perchè, come ulteriormente ci insegnano gli antropologi e gli psicologi delle masse, quello dell’emulazione, cioè il copiare cose che vengono nominate, citate, scritte ossessivamente, appartiene ad una consolidata casistica.