CASERTA. Uccide la madre con 10 coltellate. Chiesta la perizia psichiatrica

16 Giugno 2020 - 18:28

CASERTA- (Tina Palomba) E’ stata chiesta la perizia psichiatrica per Eduardo Chirico, il 24enne di Caserta, detenuto per il delitto della madre, Rubina Chirico, 54 anni, omicidio consumato sabato 23 maggio in un’abitazione di Corso Trieste. La strategia difensiva dell’avvocato del giovane, Vittorio Giaquinto,  punta a dimostrare che il matricida sia mentalmente infermo. Se l’infermità dovesse essere accertata e non limitatamente alla notte dell’omicidio della madre, il giovane potrebbe essere trasferito dal carcere in una struttura adatta alla cura delle patologie mentali. Una tragedia familiare ma soprattutto una storia allucinante è quella che hanno ricostruito gli uomini della squadra mobile di Caserta intervenuti sul caso.
IL RETROSCENA 
Ai poliziotti della Questura, dove  Eduardo Chirico, si è costituito spontaneamente alcune ore dopo il delitto, ha raccontato  quasi ogni dettaglio del delitto e del movente così come emerge nel provvedimento del fermo convalidato subito dopo dal gip Emilio Minio del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.  “L’ho uccisa mentre dormiva con più di dieci coltellate alla testa e persino sugli occhi. Da bambino mi sottoponeva a pressioni insopportabili”, così ha raccontato agli agenti.  Eduardo viveva presso gli zii a Spello, in provincia di Perugia, dove frequentava il corso di laurea in Scienze Politiche. Ai poliziotti ha  spiegato persino : “Mia
madre soffriva di problemi psichici ed è stata sottoposta diverse volte a TSO presso il centro di igiene mentale di Santa Maria Capua Vetere da bambino mi ha segregato a casa quando vivevo con lei a S. Maria Capua Vetere e non mi faceva andare a scuola. Attribuiva la colpa dei nostri problemi a mio padre che non ho mai conosciuto e ad un avvocato.  La notte del delitto diceva che c’era una persona in casa perché era ossessionata contro un penalista di Santa Maria Capua Vetere  E.S. e voleva persino che testimoniassi il falso contro di lui. Ho comprato a Perugia il coltello per ucciderla. Non potevo più accettare questa vita.  Voleva che fossi sempre con lei a telefono e che mi facessi continuamente foto
”. Il gip ha confermato nel fermo “la crudeltà e la premeditazione avendo organizzato il delitto alcune settimane prima”. Il corpo senza vita  della donna la mattina del 23 maggio è stato trovato in un  lago di sangue. Oltre al coltello è stato sequestrato anche il pigiama del ragazzo sporco delle tracce ematiche.