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CASERTA. Un po’ di chiarezza su Mario Pagano Granata e parcheggio Carlo III. Ieri il Tar ha sospeso con cui il comune sanciva lo sgombero di Cogein dall’intera area sotterranea

25 Maggio 2023 - 11:54

Quella del 12 maggio era stata, invece, una decisione monocratica del presidente dell’Ottava Sezione che, congelando l’ordinanza di Luigi Vitelli, aveva fissato per il 24 maggio, cioè ieri, la trattazione collegiale sulla domanda cautelare. Nei prossimi mesi (vi daremo poi notizia sulla data) il Tar tornerà a riunirsi per decidere sul merito, Approfittiamo dell’occasione per scrivere due parole chiare rispetto all’attuale rapporto tra il comune di Caserta e l’imprenditore Mario Pagano Granata

CASERTA (g.g.) – Il processo amministrativo è cosa complicata per chi come, al contrario di noi, non è costretto a farci i conti ogni giorno nel racconto delle nefandezze compiute dagli enti locali nostrani.

Lo scorso 12 maggio abbiamo dato notizia di un provvedimento emesso dal Tar Campania in cui impropriamente abbiamo associato quello che è stato un decreto monocratico a firma del presidente dell’Ottava Sezione, Alessandro Tomassetti, a quello dell’istituto della sospensiva cautelare rispetto ad un atto del comune di Caserta.

In effetti – per semplificare il discorso – il pronunciamento si è esplicitato tramite decreto presidenziale in audita altera parte. E non c’è bisogno di essere un latinista o di uno studioso del diritto romano per capire che, essendo fatto di gravissima urgenza, l’attore richiede un intervento di pronto soccorso, immediato ad

horas, per congelare, neutralizzare temporaneamente gli effetti di un atto amministrativo, e il Tar, nel momento in cui ammette questa istanza, si esprime in tempi così stretti (proprio per evitare che il danno maturi) da consentire al convenuto di costituirsi in giudizio, per l’appunto, in audita altera parte.

Nel caso di specie, parliamo di quello firmato dal dirigente del comune di Caserta, Luigi Vitelli, che più volte abbiamo incrociato per le serie vicende giudiziarie che lo vedono imputato per concussione in concorso, compiuto, secondo la procura del tribunale di Santa Maria Capua Vetere e del gip che lo ha rinviato a giudizio, mentre era dirigente al comune di San Tammaro (CLICCA E LEGGI IL FATTO).

Con ordinanza n°54542, il dirigente aveva firmato nei confronti della Cogein di Mario Pagano Granata lo sgombero e il rilascio del parcheggio interrato Carlo III, in viale Vittorio Veneto, quello al di sotto dei giardini della Reggia di Caserta, per capirci.

Dunque, il presidente dell’Ottava Sezione Tomasetti ha congelato lo sgombero firmato da Vitelli, il cui testo integrale potete consultare leggendo dal link in calce a questo articolo, assieme all’altro decreto – consentitecelo – ben più autorevole, sempre a firma del presidente Tomasetti.

Ovviamente, trattandosi di una sorta di procedimento sommario che il Tar ammette nel caso in cui concordi con l’attore sulla “estrema gravità e urgenza”, non può accadere che, in uno Stato di diritto, chi subisce l’atto giudiziario non possa presentare e difendere le proprie ragione.

Dunque, quando c’è un decreto monocratico a firma del presidente di una sezione del Tar, questi, contestualmente all’emissione del suo decreto, definisce, nel corpo dello stesso, una data molto prossima, molto vicina, affinché, non lui da solo, ma lui insieme all’intero collegio della sezione che presiede, formata dal presidente e da altri due giudici, possa pronunciarsi sull’istanza cautelare, ovvero sulla richiesta di sospensiva avanzata dall’attore, in questo caso dalla Cogein.

La data fissata era quella del 24 maggio, cioè ieri. In quella sede si è sviluppato un dibattimento in cui la parte convenuta, cioè il comune di Caserta, è stata (a differenza del momento del decreto monocratico) audita. Ovvero, Palazzo Castropignano si è costituita tramite memoria scritta e ha espresso le proprie ragioni dinanzi al Tar Campania, dopo che la Cogein aveva esplicitato le sue.

L’Ottava sezione si è riunita, dopo aver “ascoltato” le due parti, e ha di nuovo accolto la richiesta di Cogein, stavolta con un provvedimento più solido, ovvero una sospensiva dell’ordinanza di sgombero firmata dal dirigente Vitelli.

In pratica, il parcheggio interrato Carlo III resterà nella piena disponibilità di Cogein, per ora.

Quando il Tar si esprime su domande cautelari non entra nel merito delle ragioni esposte dalle parti, ma si limita ad allargare la sua struttura cognitiva relativa ai fatti, grazie alla possibilità data al convenuto di mostrare le proprie ragioni, decidendo, poi, con il concorso di tre giudici che collegialmente assumono la determinazione del tribunale.

In pratica, ciò che l’attore, dunque la Cogein, ha presentato al Tar in sede di richiesta di misura monocratica viene vagliato ancora una volta insieme alle integrazioni fornite dalla costituzione del convenuto, ovvero il comune di Caserta.

Ma, evidentemente, le ragioni esposte dalla Cogein quando ha presentato domanda per ottenere una decisione immediata del presidente dell’Ottava Sezione dovevano essere solide per quando riguarda il fumus boni iuris che, in pratica, va a consolidare ciò che il presidente della Sezione ha colto e recepito, facendone base costitutiva della sua decisione.

Insomma, da ieri il decreto di Luigi Vitelli è sospeso concretamente. E il fatto che si tratti di una decisione strutturata, quand’anche impugnabile dinanzi al Consiglio di Stato, è dimostrato dal diverso intervallo temporale che c’è tra una decisione monocratica del presidente e la celebrazione dell’udienza collegiale sulla sospensiva, rispetto a quello che si registra tra la decisione che, ripetiamo, può essere affermativa o negativa sull’istanza, e la celebrazione sull’udienza in cui di discuterà e si deciderà sul merito della questione.

Noi abbiamo assunto questa notizia un po’ al volo stamattina, per cui non abbiamo ancora letto il dispositivo del Tar Campania emesso ieri, mercoledì. Dunque, non possiamo comunicare ai nostri lettori ancora la data precisa, anche se, di solito, passano dai sei agli otto mesi. Quindi, fino ad allora, la Cogein avrà comunque piena gestione e piena potestà sul parcheggio sotterraneo Carlo III.

Ma dato che questa vicenda giudiziaria va, come si suol dire, a sfottere la (nostra) mazzarella, allora ve la dobbiamo raccontare (e così accadrà a partire dai prossimi giorni) bene e tutta, utilizzando lo schema che, per quanto riguarda le cose di Mario Pagano Granata, è stato da noi assunto con solidità, a partire dalla vicenda complicatissima e surreale fino all’assurdo della procedura di transazione del credito che l’imprenditore vantava con il comune di Caserta, nell’ambito della liquidazione della massa passiva dei dissesti operata da due commissioni liquidatrici del Ministero.

Perché una cosa è mettere in discussione, mescolando un po’ la politica a quella che è la storia di questa città, le origini, i motivi, tutti politici, ripetiamo, e dunque ora storico politici, dei diritti acquisiti da Mario Pagano Granata, altra cosa è affermare che, siccome non si è d’accordo, come non lo siamo in buona parte anche noi di CasertaCe, sul modo con cui questi diritti hanno preso corpo, utilizziamo l’arma giudiziaria per metterli in discussione, per abbatterli. Questa è roba fascista, è roba da soviet.

Chi mastica un po’, già solo a livello di Wikipedia-Bignamino, di liberalismo spicciolo, capisce che una cosa del genere provoca conati di vomito ad un liberale vero, secondo il quale, prima, ora e sempre, la politica è politica, e solo politica, e quindi possiamo stare ore a dibattere su ciò che le amministrazioni del tempo hanno deciso rispetto alle aziende di Granata Pagano e sulle quali abbiamo sempre espresso critiche nette ed inequivocabili, altra cosa, invece, è esercitare l’attività, aberrante, autoritaria, illiberale, consistente nel cercare di negare l’esistenza di un diritto, discutibile sul piano storico e politico, ma intangibile e indiscutibile sul piano giuridico.

Dunque, noi potremmo anche continuare a sostenere quello che abbiamo scritto in decine e decine di articoli, ovvero che tanti errori furno compiuti dalle amministrazioni comunali casertane relativamente alla gestione del parcheggio Carlo III o dei lavori, poi abortiti, riguardanti viale Douhet, giusto per citare due tra i casi più importanti e impattanti nella dinamica relazionale tra il comune e Mario Pagano Granata.

Ma affermare che, ad epilogo di arbitrati, lunghe procedure giudiziarie, un diritto sancito, che può essere anche criticato, diventando oggetto di confutazione e dibattito, possa essere invece demolito per partito preso, ebbene, diventa troppo facile, trattandosi di un atto eversivo senza se e senza ma, parafrasare il manifesto storico del liberalismo, vergato dalla penna di Voltaire.

Questi affermava, al cospetto di un suo interlocutore, di non essere d’accordo su nulla di quello che lui sosteneva, ma di essere pronto a farsi ammazzare – sì, proprio ammazzare – affinché l’interlocutore potesse liberamente esprimere quelle tesi e quelle idee che Voltaire considerava errate.

La parafrasi è la seguente: noi abbiamo espresso in diverse occasioni una condanna sugli errori compiuti (a nostro avviso) dalle amministrazioni comunali rispetto all’imprenditore Mario Pagano Granata, detto questo, noi siamo pronti, in piena coerenza con quella che è stata la nostra condotta di difesa di ogni libertà e conseguentemente del diritto che queste libertà garantisce, a fare letteralmente i pazzi affinché Mario Pagano Granata possa, nella sua attività, utilizzare quelli che possiamo definire tranquillamente i diritti derivatigli dal suo diritto.

CLICCA E LEGGI IL DECRETO MONOCRATICO E L’ORDINANZA DI SGOMBERO