Casertano condannato per resistenza a pubblico ufficiale, ma è morto da due anni. LA STORIA
26 Agosto 2023 - 16:58
CASERTA – Forse un errore di comunicazione, una dimenticanza, al momento non possiamo saperlo. Fatto sta che la storia di A.A.S., casertano, mostra le possibili sviste della giustizia italiana.
L’uomo era stato condannato per resistenza a pubblico ufficiale dal tribunale di Grosseto. Una sentenza di primo grado poi confermata anche dalla corte di Appello di Firenze l’8 luglio del 2022.
Una storia ordinaria, un classico iter giudiziario, se non fosse che l’uomo era deceduto il 26 maggio 2020, all’età di 31 anni.
Prima della morte A.A.S. aveva presentato un ricorso rispetto alla condanna di primo grado, decisione che sarebbe dovuta essere estinta per la morte dell’imputato, notizia notificata dal legale dell’uomo il 5 luglio 2022, ovvero pochi giorni prima della sentenza di Appello.
Ecco, quindi, il problema, il difetto di comunicazione. Evidentemente, negli uffici della corte di Appello di Firenze non era giunta l’informazione del decesso dell’imputato casertano.
La decisione dei giudici di secondo grado è poi giunta in Cassazione, quando l’avvocato di A.A.S. ha chiesto l’annullamento della sentenza di condanna per morte del reo.
“La morte dell’imputato prima della decisione, determina l’inesistenza giuridica della sentenza, in quanto il reato si estingue senza la presenza del soggetto processuale contro cui far valere la pretesa punitiva”.
Con queste parole, quindi, la sesta sezione penale della corte di Cassazione ha finalmente chiuso la vicenda, annullando la decisione, senza rinvio, della corte di Appello.