CHIRURGIA & OBESITA’. Chiesto il processo per il dottor Nowzaradan italiano, il medico di Real Time. Cristiano Giardiello imputato per la morte di Pasquale Barbaro, figlio del re napoletano delle griffes
9 Settembre 2022 - 12:06
CASTEL VOLTURNO – Uno dei pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere ha formulato richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo a carico Cristiano Giardiello, chirurgo specializzato dell’Obesity Center della clinica Pineta Grande di Castel Volturno, divenuto molto noto anche per la sua partecipazione al programma, in onda su Real Time, rete televisiva del gruppo Discovery e in pratica fotocopiata da un’analoga esperienza televisiva che ha fatto diventare negli Stati Uniti ma anche in Europa, il medico americano di origine il dottor Nowzaradan una celebrità internazionale.
Cristiano Giardiello è in pratica il Nowzaradan italiano dato che la versione indigena “Vite al limite” si chiama nella edizione italiana “Obesity Center la clinica per rinascere” è stata girata interamente alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno, dove Giardiello opera.
Tanti i clienti importanti. Tra questi anche Pasquale Barbaro, che nel marzo 2020, proprio nel giorno dell’esplosione del covid, con l’Italia che si avviava di lì al 9 marzo al lockdown asoluto, morì subito dopo aver subito un intervento non invasivo, finalizzato proprio a ridurre il suo peso corporeo.
Pasquale Barbaro era, al tempo, il figlio 38enne di Antonio Barbaro, notissimo imprenditore commerciale napoletano, titolare da decenni e decenni dei negozi di abbigliamento tra i più conosciuti di Napoli anche per la loro particolare location all’interno della galleria Umberto I. Negozi che sin dagli anni 70 hanno proposto la vendita delle griffes più note della moda medio alta ma soprattutto del pret-á-porter.
Quella morte non fu archiviata dalla famiglia Barbaro come una fatalità, partirono le denunce, e fu arruolato l’avvocato Bruno Von Arx, uno considerato vero principe del foro, particolarmente preparato nel settore processuale relativo ad errori sanitari.
La procura della repubblica di Santa Maria Cpaua Vetere aprì un fascicolo di indagine sulla morte del 38enne che spirò tra atroci dolori nella sua casa napoletana di via Caracciolo, lasciando la moglie ed un figlio e oggi il pm ha ritenuto, una volta completata tutta la procedura susseguente alla notfica degli avvisi di conclusione delle indagini preliminari che esistano le condizioni per chiedere al tribunale di Santa Maria il rinvio a giudizio per Cristiano Giardiello e per una sua collaboratrice. L’istanza sarà valutata dal gup in un’udienza preliminare, aperta parzialmente al dibattimento tra le tesi delle parti, con Daniela e Fabiana Barbaro, sorelle di Paquale Barbaro, pronte a costituirsi parte civile.