Clan dei CASALESI, una super villa fittata dal prestanome di Nicola Schiavone senior alla Nato e che in tre anni ha fruttato 400mila euro. L’investimento di altri 400mila euro nel fondo Arca. Questi sono i danari veri della camorra
25 Luglio 2022 - 13:30

Se è vero com’è vero che il tribunale del Riesame di Napoli non ha ritenuto che esistessero gravi indizi di colpevolezza per contestare l’aggravante camorristica a Nicola Schiavone e a suo fratello, è anche vero che noi leggendo questo mare di pagine con l’atteggiamento del frate certosino, riteniamo, e ce ne assumiamo tutte le responsabilità, primo, che l’aggravante camorristica c’è, secondo, che qualche pezzo deviato delle istituzioni abbia ridimensionato la portata, metteni bastoni tra le ruote, come dimostra la conclamata e provata fuga di notizie, agli inquirenti
CASAL DI PRINCIPE/GIUGLIANO – (g.g.) Abbiamo già informato i nostri lettori del particolare status di cui ha goduto Carmelo Caldieri, da tutti denominato Leo. Il giuglianese era considerato uno competente e si è fatto apprezzare moltissimo negli anni da Nicola Schiavone detto monaciello.
Il prestanome l’ha fatto, ma è stato un prestanome di serie A rispetto al modo con cui invece sono stati utilizzati i vari Luca Caporaso, Di Girolamo e compagnia. Un fedelissimo, un affidabile. Al punto da essere utilizzato per una serie di operazioni di investimento molto delicate e molto importanti.
A fronte di una condizione economica molto modesta, così come si vede dall’elenco delle dichiarazioni dei redditi accertato dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta che, solo nel 2018, segnalano un reddito di poco più di 70 mila euro, comunque largamente insufficiente per giustificare quelle operazioni di investimento. A Leo Caldieri è intestata una quota nel fondo Arca, neall’inteerno del quale, in soli 4 anni, sono stati versati 400mila euro.
Poi ci sono le operazioni immobiliari che si rappresentano come fatto ugualmente rilevante. Più di una, ma quella che incuriosisce e fa pensare riguarda una super villa in quel di Giugliano, pagata 144mila euro in contanti e in un’unica soluzione e poi sottoscrivendo un mutuo da 200.000 euro.
Questi 340mila euro sono rintrati in tre dal 2015 al 2018, grazie ad un inquilino tutt’atro che irrilevante. E figuriamoci se Leo Caldieri, lui, da solo, sarebbe stato in condizione di contattare i vertici amministrativi della Nato
Fatto sta che in tre anni, la Nato ha versato canoni per un importo di 450mila euro, consentendo di realizzare una sorta di ammortamento alla Speedy Gonzales.
Questa è la camorra vera. E questo è dimostrato dalle difficoltà e dalla non completa compiutezza di questa indagine che come dimostrano le fughe di notizie, ha trovato qualche significativo avversario anche all’interno delle istituzioni. Più leggiamo queste cose e più capiamo che il pupillo di Francesco Schiavone Sandokan ha messo insieme un patrimonio di centinaia e centinaia di milioni di euro che sarebbe pure interessante capire dove siano andati afinire, visto e considerato che la moglie di mister trick, andava nella casa di Casal di Principe in via Genova, cioè a 50 metri di distanza dalla fatidica via Bologna, cioè dalla casa di Sandokan e dalla moglie Giuseppina Nappa, e dai cassetti, considerandoli spiccioli da usare per qualche operazione veloce, prelevava 25mila euro in contanti o addirittura 50, 60mila euro, il 23 dicembre 2018.
Alla prossima puntata.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA
