Come volevasi dimostrare. La Meloni ordina: i coordinatori regionali e provinciali che devono candidarsi, si dimettano immediatamente
20 Febbraio 2020 - 16:33
CASERTA – (g.g.) Gimmi Cangiano, che noi perdoniamo sempre perchè, tutto sommato, la riteniamo una brava persona che ha solo il problema di avere un rapporto con la lettura decisamente problematico, prese quel nostro articolo come un attacco personale, manco si trattasse di uno statista internazionale, di Putin o di Trump. Cioè di personaggi tanto importanti da essere, di per sè, motori e riferimenti di un’iniziativa giornalistica. Al contrario, quello che scrivemmo nell’articolo che Cangiano contestò, ovviamente non in maniera ufficiale visto che non sarebbe stato molto semplice per lui aprire un contraddittorio dialettico con questo giornale, era finalizzato alla dimostrazione, o quantomeno a fornire un’argomentazione solida alla seguente tesi che portavamo avanti: Gimmi Cangiano, da coordinatore regionale di Fratelli d’Italia non avrebbe potuto candidarsi con serenità e nè avrebbe creato condizioni di tranquillità all’interno del partito, tenendo insieme sia la carica politica, che l’aspirazione conclamata e ufficializzata, di correre per un seggio in consiglio regionale.
Il buon Gimmi, invece di far tesoro di quell’articolo e di auto limitarsi, neutralizzando in pratica l’esplicazione delle funzioni derivanti dalla sua posizione, ha continuato a dire a destra e a manca che la lista di Caserta, alla fine, l’avrebbe fatta lui in quanto coordinatore regionale. Ma perchè Cangiano ci teneva a comunicare ciò ad altri candidati in pectore? Quanto era condizionato questo suo atteggiamento dalle necessità che gli provenivano dalla legittima ambizione di candidarsi, ma soprattutto di essere eletto con certezza al consiglio regionale?
Da allora ad oggi, questa situazione è anche peggiorata, dato che Cangiano, soprattutto di fronte alla candidatura annunciata di Alfonso Oliva, ha speso la carica politica che ricopre per esercitare pressioni, di tipo politico naturalmente, nei confronti di quello che riteneva evidentemente un competitor territoriale che l’avrebbe indebolito nell’area in cui risiede e risiedono la maggior parte dei suoi voti, mettendo in discussione il primato delle preferenze, la conquista dello status di primo eletto, unico modo per considerare certa l’elezione in consiglio regionale.
Giorgia Meloni può essere la portatrice di valori non condivisi o condivisibili, può essere considerata un’avversaria politica da combattere, ma come ha detto pubblicamente l’intelligentissimo Fausto Bertinotti, se uno è onesto intellettualmente, non può, anche di fronte ad un avversario politico, ad una che il comunista Bertinotti considera una neo fascista, togliergli il merito della serietà, dell’onestà e dell’impegno con cui la Meloni svolse la funzione di vice presidente della Camera, quando a capo dell’assemblea di Montecitorio, c’era l’allora leader di Rifondazione Comunista, che oggi afferma che la Meloni fu la migliore e la più leale dei componenti di quell’ufficio di presidenza.
Non stupisce, allora, il fatto che Fratelli d’Italia si spinga in una direzione realmente coraggiosa. Perchè tra il dire e il fare, soprattutto nella politica italiana, altro che un mare solo, ci sono tutti e tre gli oceani messi insieme e anche il lunare mare della tranquillità.
Qui tutti parlano di trasparenza, di attenzione a una serie di elementi attraverso i quali i partiti dovrebbero recuperare quella dignità e quella reputazione che hanno perso negli ultimi tre decenni. Ma al di la dei buoni propositi, enunciati naturalmente nei soliti e sempre più stucchevoli salotti televisivi, non si va. Per cui, se succede ciò che è successo oggi, e cioè che un partito, seriamente, non tre giorni prima dell’ufficializzazione delle candidature, ma già da molto prima, cioò da quando il proposito di candidarsi è stato ufficializzato, congela la possibilità che il coordinatore regionale o il coordinatore provinciale possano effettuare nomine o possano realizzare cose che vadano al di la dell’ordinarissima amministrazione, beh, la novità c’è, si vede ed è tremendamente concreta.
La nota di Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, è accorta e non lascia nessun pertugio a disposizione di chi, trovando una piccola falla nella definizione regolatoria di un atto politico di tipo gerarchico, riesce a mantenere un pò di potere definitorio nella fase di creazione di quelle liste elettorali di cui entrerà a far parte.
Donzelli stabilisce, in maniera forte e chiara, una incompatibilità che diventa di fatto, per come è congegnata, una ineleggibilità da parte di chi ricopre cariche politiche apicali. Detto questo, ben sapendo che la volontà ufficialmente espressa di candidarsi, nel meccanismo messo in funzione da Fratelli d’Italia che già sta raccogliendo i certificati penali, quelli dei carichi pendenti, e soprattutto il cosiddetto 335 del codice di procedura penale che segnala, anche se non sempre, l’eventuale esistenza di indagini a carico di chi quel certificato è titolare, non significa che uno si candiderà al 100%, visto che potrebbe fare marcia indietro, lo stesso Donzelli chiarisce che tutti quelli che oggi hanno detto di volersi candidare, non possono assolutamente fare nomine nel partito e svolgere un’azione politica che vada al di la del minimo del minimo.
Conclusione: alla luce di questa circolare, Gimmi Cangiano ed Enzo Pagano, entrambi intenzionati a candidarsi alle elezioni regionali, ed entrambi già in campo avendo già presentato la certificazione, dovranno decidere, in pochi giorni, se conservare le proprie cariche politiche rinunciando alla candidatura o dimettersi per puntare a un seggio in consiglio regionale. Altro non potranno fare. La circolare dei vertici nazionali di Fratelli d’Italia vieta sostanzialmente ai coordinatori regionali e provinciali che hanno espresso il proposito di candidarsi, di mettere becco nella fase di costruzione delle liste.
Allora, Cangiano è successo esattamente quello che il sottoscritto ti aveva ampiamente annunciato due mesi fa?
QUI SOTTO LA NOTA DI DONZELLI
Si avvicinano alcune importanti elezioni regionali e comunali.
Come da prassi consolidata siamo a chiedere, a chiunque abbia intenzione di candidarsi a elezioni a preferenza o abbia espresso disponibilità in tal senso e, al tempo stesso, ricopra cariche monocratiche interne, di comunicarci immediatamente le proprie intenzioni, così da poter permettere al nostro Presidente Nazionale di procedere alle dovute sostituzioni per il sereno svolgimento della competizione elettorale interna.
Siamo, inoltre, a comunicare che non sono consentite, da oggi a dopo le elezioni regionali e amministrative, nomine interne locali o regionali nei territori coinvolti dagli appuntamenti elettorali, se non in casi concordati con il Dipartimento Organizzazione. Questo al fine di evitare “nominifici elettorali” che potrebbero in qualche modo influenzare la corsa interna a preferenze.
Un caro saluto,
Giovanni Donzelli
Responsabile Dipartimento Organizzazione
Fratelli d’Italia