CORONAVIRUS. Vigili del Fuoco: li chiamano eroi e poi li prendono per i fondelli. Ad oggi niente screening con il dirigente Giovanni Nanni che dorme sonni (beato lui) tranquilli

22 Aprile 2020 - 15:08

Le questure si stanno muovendo autonomamente, molti corpi dei vigili urbani anche. I pompieri, invece, non solo sono ignorati dalle istituzioni, ma mai come in questa occasione molto male rappresentati dal loro massimo dirigente campano

CASERTA (g.g.) – Una delle frasi più in voga e tornata di strettissima attualità in queste settimane, pronunciata dai liberali, o almeno da quelli che credono di esserlo recita: “Moriremo di burocrazia”. Fino alla vigilia dell’epidemia da coronavirus risuonava come uno slogan, recante con sé un significato espresso metaforicamente. Moriremo, nel senso che saremo soverchiati, asfissiati dalle infinite e stolte lungaggini della di una pubblica amministrazione sempre più atrofizzata, piena di gente che non sa che fare in ufficio, che impone interminabili sevizie, una vera tortura al resto della popolazione e a soprattutto a chi, forse pensando di stare negli Stati Uniti d’America, in Canada o in Australia, hanno avuto la brillante idea di mettersi a fare gli imprenditori o la libera professione. Per cui di burocrazia può morire un’azienda, muore l’entusiasmo per la prospettiva di creare ricchezza per sé e per gli altri.

Dall’inizio del coronavirus,al significato metaforico che si è anche rafforzato (chiedete a chi in questi giorni sta presentando le pratiche per i prestiti bancari garantiti se non ci credete), si è affiancato un significato testuale. Di

burocrazia, in Italia, si può morire anche istantaneamente, senza aspettare che il cervello frigga dopo la delusione o dopo un crack imprenditoriale che apre la strada ad una morte per crepacuore o ad un suicidio. E attenzione, possono morire non solo quelle persone non facilmente individuabili negli interstizi più nascosti della popolazione, ma anche coloro che danno onore ogni giorno al nostro paese. Al momento, grazie anche all’iniziativa e all’impegno del questore di Caserta, i poliziotti che operano in questa provincia hanno iniziato lo screening rapido, che, come abbiamo spiegato più volte dagli schermi di questo giornale, non ti dà certo la diagnosi ma ti fornisce qualche preziosa avvisaglia, aprendo dunque la strada alla verifica decisiva del tampone. A quanto pare, anche alla questura di Napoli si stanno muovendo in questa maniera, chi, invece, è rimasto al palo sono i vigili del fuoco. I vigili del fuoco, ricordate? Quelli dei terremoti passati e più recenti, quelli dell’hotel di Rigopiano, quelli che avevano dato una divisa al pompiere che ci ha rimesso la vita intervenendo in un’abitazione dove un pazzo aveva lasciato in condizioni di massima insicurezza delle bombole del gas.

Quante parole avete ascoltato nelle parate della politica, negli interventi più triti della retorica parlamentare a favore di questo eroico corpo della vera protezione civile italiana? Ma questi eroi possono anche morire per mano di quella stessa Patria che servono ogni giorno con autentico sprezzo del pericolo. Ad oggi, se li sono palleggiati in tutti i modi. Il ministero e poi la Regione Campania. I test rapidi non ci sono, devono arrivare. Tutto questo impaludamento burocratico ha creato una condizione tale che tutti i vigili del fuoco della nostra regione sono esposti al pericolo di ammalarsi di coronavirus ogni giorno, ogni ora. Dato che i loro interventi non hanno una prospettiva precisamente valutabile al momento in cui sono attivati. Perché può capitare che entrando da un balcone per salvare un’anziana chiusa in casa, questa persona possa essere positiva al covid-19 e se nella concitazione di quell’azione di salvataggio, la mascherina è caduta o si è spostato, il vigile andrà via con il dubbio che quell’anziana potesse essere positiva. Una preoccupazione che l’Italia non riesce a trasformare di nuovo in tranquillità, perché il Governo, De Luca non hanno molto tempo per pensare a queste cose e perché il signor Giovanni Nanni non ritiene questa una priorità, se è vero come è vero che nei giorni scorsi il consigliere regionale del M5S Gennaro Saiello è stato costretto a presentare un’interrogazione all’appena citato De Luca per chiedere perentoriamente un intervento massiccio e mirato affinché tutti i componenti delle forze dell’ordine, così come sta giustamente (seppur tardivamente) succedendo per gli operatori della sanità, vengano sottoposti quanto mento allo screening rapido.

Chi si è mosso da sé, mai come in quest’occasione,”ha fatto per tre“. Le questure di Napoli e Caserta, ma anche i Vigili urbani di Caserta, i quali, sottoposti al tamponi, hanno scoperto che uno di loro ha contratto il virus, che gli girava dentro in maniera insidiosamente asintomatica, con la possibilità, dunque, di contagiare ognuno dei suoi colleghi con cui sarebbe entrato a contatto, le loro famiglie e via dicendo nella catena terribile di questa epidemia.

E allora, perché anche i Vigili del Fuoco dal loro interno, attraverso gli apparati dirigenti non si muovono e battono i piedi? Sarebbe interessante chiederlo al direttore generale dei Vigili del fuoco operanti in Campania, dottor ingegnere Giovanni Nanni.

QUI SOTTO L’INTERROGAZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE M5S GENNARO SAIELLO:

“Nell’ambito della gestione di questa gravissima emergenza, la Regione Campania ha giustamente deciso di sottoporre a test sierologici tutti operatori della sanità. Sulla base di un recente protocollo sottoscritto con Asl Napoli 1 e Questura, lo screening volto a individuare la presenza di anticorpi dovrebbe essere presto esteso anche ai poliziotti in servizio presso gli uffici napoletani e impegnati in iniziative di controllo di eventuali violazioni. Per la stessa ragione chiediamo di effettuare i test anche agli appartenenti a tutte le altre forze dell’ordine e ai Vigili del Fuoco”. E’ la richiesta del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gennaro Saiello, che sulla questione ha presentato un’interrogazione al presidente della giunta regionale.

“Alcune Regioni come la Toscana – scrive Saiello nell’interrogazione a sua firma – hanno deciso di sottoporre a test sierologici al personale di tutte le forze di pubblica sicurezza, compresi i Vigili del Fuoco. Abbiamo il dovere di tutelare ogni singolo lavoratore impegnato in queste settimane in prima linea, pur se con diverse modalità, nella lotta alla diffusione del contagio