CORRUZIONE A CASERTA E SAN NICOLA. Inizia il processo sugli appalti truccati che ha portato allo scioglimento per camorra. Alla sbarra Max Marzo, l’imprenditore Raffaele Nunziante, Franco Biondi, il fratello Giulio e tanti altri

10 Giugno 2025 - 15:26

In questo articolo uniamo, per una questione territoriale, ma per una connessione di soggetti e accuse, le due udienze per due procedimenti, ricordiamo, distinti

CASERTA – Procedono parallelamente davanti al giudice Maria Pasqualina Gaudiano del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere le udienze preliminari per due inchieste su appalti pubblici pilotati nei Comuni di Caserta e San Nicola la Strada, con un’intersezione di indagati e modalità operative. Nell’inchiesta relativa ai comuni di San Nicola la Strada e Caserta ci sono 22 indagati, ora imputati, tra tecnici comunali, politici e imprenditori, sono accusati di aver costituito un cartello illegale per l’aggiudicazione rotatoria delle gare per la manutenzione del verde pubblico. L’udienza, inizialmente fissata per oggi, è stata rinviata all’8 luglio 2025 per un difetto di notifiche. Tra gli indagati spiccano i fratelli Franco Biondi (dirigente del Comune di Caserta) e Giulio Biondi (ex dirigente a San Nicola la Strada), insieme a imprenditori come Michele Amato e Pasquale Viscusi.

Le accuse includono turbata libertà degli incanti e, per Franco Biondi, anche corruzione. Secondo la ricostruzione, le gare venivano pilotate con inviti a ditte “compiacenti”, escluse dalla competizione per favorire le società predestinate. A San Nicola la Strada, il meccanismo sarebbe stato gestito da Giulio Biondi con il supporto del collaboratore Francesco Zoleo e Pasquale Viscusi. I difensori – tra cui gli avvocati Gerardo Marocco, Giovanni Cantelli e Achille D’Angerio – dovranno presentare a luglio e ottobre le richieste di riti alternativi, mentre l’accusa prepara i dossier per il passaggio a giudizio.

E LA STORIA DI CASERTA, “SCINTILLA” DELLO SCIOGLIMENTO

Ma ovviamente la storia più sentita è quella che coinvolge l’ex vicesindaco Emiliano Casale, l’ex assessore Massimiliano Marzo e altri dirigenti comunali, tra cui lo stesso Franco Biondi e Giovanni Natale. Emerge qui un sistema corruttivo in cui appalti pubblici (verde, manutenzioni scolastiche) erano promessi in cambio di appoggi elettorali, con dipendenti comunali che garantivano l’assegnazione in cambio di favori personali. Durante l’udienza, la difesa dell’ex vicesindaco ha sollevato la questione della liceità

delle intercettazioni, inizialmente autorizzate per un’indagine sulla droga e poi riutilizzate nel procedimento. La Corte dovrà esaminare la richiesta di acquisizione dei decreti originari.

Come si sa, quest’ultimo procedimento ha portato all’arrivo della commissione d’accesso prefettizia e al successivo scioglimento del Comune di Caserta per infiltrazioni camorristiche, per questa storia, ma soprattutto per le connessioni che anche il sindaco Carlo Marino ha avuto con imprenditori di camorra, quale Luciano Licenza (CLICCA E LEGGI), il potere nei parcheggi dei Dresia, vicini al clan Mazzara e grandi elettori dell’ex sindaco, e altro ancora.