DELITTO CATERINO. Ciccio ‘a Brezza conferma in aula: “Sono stato specchiettista in quell’omicidio”

20 Gennaio 2020 - 18:24

CAPUA/ SAN PRISCO E CASAPESENNA (tina palomba) – “Su ordine di Michele Zagaria dovetti seguire Sebastiano Caterino in ogni suo movimento. Il mio ruolo nell’ambito del suo delitto è stato quello di specchiettista”. E’ quello che ha riferito nel corso del lungo interrogatorio, terminato da stamattina poco tempo fa,  che si è tenuto in Corte di Assise a Santa Maria Capua Vetere di  Francesco Zagaria, detto “Ciccio ‘a Brezza”, dal nome della frazione di Capua dove risiede, considerato referente del boss omonimo Michele Zagaria nell’ambito del processo che vede sotto accusa per altri reati anche l’ex primo cittadino Carmine Antropoli, e gli ex assessori Ricci e Taglialatela. L’ex sindaco è accusato dalla Dda di aver stretto un patto. Un patto che avrebbe condizionato le elezioni comunali di Capua del 2016, cui Antropoli non si candidò perché era stato sindaco per due consiliature dal 2006 al 2016, facendo però candidare un proprio fedelissimo, che poi perse. Il collaboratore inoltre in un passaggio alla Corte ha detto: “Marco Ricci mi affidò diversi lavori, mentre molti altri lavori mi furono affidati dal Comune di San Prisco che tolsi a Tavoletta per un valore di 8 miliardi di vecchie lire con la mia società Prisma costruzioni. Anche se non ero parente diretto di Zagaria millantavo di esserne il cugino”.