DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE. Con gli straordinari per qualcuno finisce male. Il triste destino dei dipendenti del “servizio psichiatrico” dell’ospedale

1 Agosto 2019 - 18:34

CASERTA (g.g.) – Il dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Caserta conta su circa 300 dipendenti a tempo indeterminato appartenenti al cosiddetto Comparto, sezione infermieri. Se andassimo a studiare i documenti contabili dell’Asl, prenderemmo atto del fatto che l’azienda ha speso una valanga di quattrini, peraltro utili, anzi fondamentali per la delicatezza delle patologie e per la necessità dell’assistenza che questi malati, per pagare gli straordinari.

In un posto normale, dove la sanità si fa per i pazienti, per i cittadini e non per garantire le cricche di potere politico-sindacatocratiche che dettano legge con incredibili arroganza nell’Asl di Caserta, soprattutto nell’area aversana, ci renderemmo conto che il monte-ore di straordinario è stato equi-distribuito fra i 300 infermieri.

Siccome questo non è un posto normale, e le patologie che affliggono il sedicente management Asl sono di gran lunga peggiori di quelle che colpiscono i pazienti del Dsm, è accaduto che una trentina di anime elette hanno monopolizzato il 70/80% dei soldi destinati al pagamento dello straordinario.

Vediamo se, per una volta nella vita, riusciamo ad avere una smentita da mister Sal Stabile, comandante generale del sindacato Fials. Vediamo se potrà smentire, dimostrandolo carte alla anno, che questi 25/30 fortunatissimi non appartengono tutti al suo sindacato.

Invece, noi riteniamo che sia proprio così. Riteniamo, come già scritto in passato, che un’altra stella al merito sindacale, mister

Raffaele Ferrandino, per esempio, abbia lavorato per un numero di ore che il movimento di rotazione del pianeta Terra non riesce a coprire. Probabilmente i suoi straordinari sono stati commisurati in base al movimento di rotazione del pianeta Mercurio, dove un giorno dura il tempo assorbito da 58 giorni terrestri.

Battute a parte, Ferrandino, non a caso Rsu di Fials, candidato in appoggio a Stabile in qualche elezioni comunale, consigliere dell’Ordine professionale infermieri (ex Ipasvi), redattore di progetti remunerati attuati nel Dsm (ma dove lo trova il tempo di fare tutto ciò? Nella giornata del pianeta Mercurio!), ha fatto la parte del leone, guadagnando un bel po’ di quattrini aggiuntivi rispetto a quelli garantiti dallo stipendio, dalla remunerazione dei progetti, dai gettoni Opi. Magari se li sarà anche meritati, ma i 250 o 260 infermieri che non sono tra i “figli della gallina bianca”, gente con oltre 30 anni di servizio, non pensano di aver meritato queste discriminazioni.

Ma chi decide l’attribuzione delle ore di straordinario? L’Organismo sanitario di Dipartimento. E chi è il capo di dipartimento? Il simpaticissimo dottore e batterista Luigi “Ringo Starr” Carizzone da Aversa. Quello, per intenderci, che lavora in un ufficio contornato da un paio di figli dei fratelli Stabile, oltre che dal già citato Ferrandino e da una sorta di vice Ferrandino, visto il significativo bottino di ore di straordinario assegnate anche a lui, cioè D’Angelo.

La sede del dipartimento Salute Mentale l’hanno ormai trasferito da anni ad Aversa, nell’ex manicomio di Santa Lucia. Comanda un uomo degli Stabile, in quegli uffici ci sono figli, nipoti, affini e consanguinei degli Stabile, i candidati degli Stabile, gli Rsu degli Stabile. Ma non è che, per caso, stiamo parlando di un feudo, impropriamente governato dagli Stabile?

Sarà anche una combinazione, ma rappresenta un dato di fatto la concentrazione di ore di straordinario su un gruppo ben definito di infermieri targati Fials. E questo è connesso alla “stabilizzazione” del dipartimento di Salute Mentale? Non sarà una certezza, però neanche si può escludere.

Ultimamente, però, qualcosa deve essere successo. Il direttore generale dell’Asl Mario De Biasio, temendo di inciampare e passare un guaio proprio negli ultimi gironi che lo separano dalla pensione che, ineluttabilmente, arriverà non oltre la data del 3 settembre, si è attaccato al telefono e ha fischiato tre volte. Fine della giostra. Straordinario azzerato. Anche questo appare strano, perché se tutto ciò che è successo negli ultimi anni è stato equo e regolare, dato che l’Asl lo ha avallato, tutelato, nominando a suo tempo anche Carizzone come capo dipartimento, perché all’improvviso la pazziella viene tolta di mano ai giocatori?

E torniamo ai 260 sfigati, cioè a quelli che negli ultimi anni hanno visto come una chimera i soldi dello straordinario. Beh, per starci i cosiddetti dritti nel mondo, è necessario che ci siano i fessi. Per cui, come si dice, cornuti e mazziati. Prima sono stati esclusi dalla grande pappatoia degli straordinari, ora siccome questa pappatoia ha riscosso l’interesse di qualche autorità d’indagine viene bloccata. E indovinate chi si assume il peso di tappare i vari buchi che si sono creati, manco a dirlo, a Sessa Aurunca e soprattutto ad Aversa, dove la fine della mangiatoia ha fatto proliferare ferie, malattie ecc? I cornuti e mazziati.

I dipendenti che al tempo operavano nel cosiddetto Spdc, ospitato nell’ospedale civile di Caserta ma erogato al 100% dall’Asl, sono ancora in attesa della riapertura di questa area di assistenza da circa 3 anni. Fu promesso che la ristrutturazione delle aree fisiche che ospitavano il Spdc sarebbe terminata in pochi mesi. Ne sono trascorsi 36 di mesi e, come si suol dire, non si vede la via.

Diciamocela tutta, i 12 sfigati, sfruttati dell’Spdc subirono una vera e propria diaspora. Qualcuno fu mandato a Sessa Aurunca, qualcuno a Santa Maria Capua Vetere, altri a Maddaloni e qualcuno, qui, vicino a noi, nel Palazzo della Salute, sezione distaccata di via Roma. Diciamo che Carizzone questi qua se li era proprio scordati, dopo esserseli tolti dalle scatole.

Secondo voi, Carizzone e chi lo ispira, a chi ha pensato per tappare i buchi dei suoi disastri nel gestire gli straordinari? Devono avere una gran pazienza e un grande spirito di sopportazione i 12 eroi del Spdc di Caserta perché proprio loro sono stati individuati per coprire le carenze. I 6 infermieri che stanno a Caserta e che andrebbero risarciti per tutto quello che hanno dovuto sopportare negli anni, per la discriminazione economica da loro subita, ricevono un bel ordine di servizio nel quale gli viene ordinato di prendere baracca e burattini e di trasferirsi a 3o e a 5o chilometri di distanza. Come capitò con la deportazione degli ebrei, non è che i nazisti stettero lì a distinguere chi doveva raggiungere i campi di concentramento. Anzi, se eri anziano, invalido, se avevi un problema familiare grave sul fronte della salute, provavano un sadico gusto nello sradicarti e nello spedirti nel lager.

Nel gruppo individuato da Carizzone per svolgere la funzione di tappabuchi dei signorini della Fials privati dei gettoni d’oro ci sono persone che tra un paio di mesi andranno in pensione. Ce ne sono altre che usufruiscono della 104 anche per patologie personali. Una vergogna. Ancora una volta una vergogna, come succede sempre quando capita(purtroppo ce ne dovremmo occupare molto di più) di incontrare questioni dell’Asl e del dipartimento di salute Mentale.