Don Stefano Giaquinto ricorda don Peppe Diana: “Lavoro e impegno civile per vincere la giungla della camorra”

16 Marzo 2024 - 17:08

Intervista al sacerdote della parrocchia di San Michele Arcangelo a Casagiove.

CASERTA/CASAGIOVE (pm) – Continua il percorso di CasertaCe.net tra le tante iniziative promosse per questo trentennale della morte di Don Peppe Diana – che ricorrerà martedì 19 marzo – il sacerdote  di Casal di Principe ucciso dalla camorra alle 7.30 di mattina, emblematicamente nella sua sacrestia, mentre si accingeva a dire messa. “Il prete dei neri, che aiutava gli immigrati nordafricani a sopravvivere in una terra ostile”, come raccontarono i giornali dell’indomani nel pubblicare la notizia, per dire del suo impegno  sacerdotale verso gli ultimi. Aspetto questo, in verità, alquanto in ombra rispetto alla sua battaglia contro i clan, ma altrettanto centrale nella sua missione pastorale e nel suo impegno civile.

L’altro giorno abbiamo annunciato la pubblicazione del libro “Don Peppino Diana – Un prete Affamato di Vita”, presentato a Caserta in anteprima nazionale, del professore Sergio Tanzarella (clicca qui per leggere la nota). In una sala stracolma di persone, il docente, ordinario di Storia della Chiesa, illustrava il suo lavoro discutendone con il sacerdote don Nicola Lombardi, all’epoca dei fatti seminarista anziano e che venne incaricato in quell’urgenza di rivestire il corpo di don Peppe Diana alla morgue dell’ospedale di Caserta dove si era tentato di soccorrerlo e con l’avvocato  Italo

Madonna, legale di parte civile nei due gradi del processo penale che seguì.  Il saggio ha ricostruito, con rigoroso metodo storico, gli avvenimenti di quegli anni, intesi come episodi, contesto e clima sociale, e contiene inediti che ci riserviamo di approfondire in prossimi articoli che vi dedicheremo.

Oggi incontriamo il sacerdote don Stefano Giaquinto, parroco della parrocchia di San Michele Arcangelo di Casagiove, peruna sua riflessionesu don Peppe Diana e sull’attualità di lui nei nostri territori.

Don Stefano Giaquinto

CasertaCe.net–  Don Stefano, intanto grazie per la sua disponibilità. In vista del trentennale dell’uccisione di don Peppe Diana, che cadrà il prossimo 19 marzo, nelle diocesi casertane è un fiorire di inziative di commerazione, che affiancano le celebrazioni liturgiche. La sua parrocchia di San Michele Arcangelo in che modo si sta preparando alla ricorrenza?

Don Stefano Giaquinto–  E’ un cantiere aperto – si è partiti dal basso coinvolgendo il mondo della scuola, enti territoriali, insomma tutta la comunità. Ora si avvicina il trentennale con diversi appuntamenti da vivere: il 18 sera saranno tra noi il Procuratore Capo di S. Maria C.V. dott. Pierpaolo Bruni, il Procuratore Capo di Messina dott. Antonio D’Amato, la Dirigente Scolastica dott. Angela Maccauro. Vigilia forte e coraggiosa per formare buoni cristiani e onesti cittadini. Mai un passo indietro. Venerdì Santo la Via Crucis “animata” in ricordo delle vittime di mafia, con lettura di testi di don Tonino Bello e…. la conclusione anzi un inizio sarà il Grest giugno – luglio (ndr: Grest è la contrazione delle parole Gruppo Estate ed è un’esperienza di animazione del tempo libero che si concretizza per lo più in Parrocchia o in Scuole di ispirazione cattolica nei mesi estivi). E tante altre iniziative in cantiere.

CasertaCe.net – All’esterno delle realtà parrocchiali e cattoliche, vede che l’esempio e l’insegnamento del martire di Casal d Principe sia accolto dai giovani e dalla società civile casertana?

Don Stefano Giaquinto – Quel seme “vero” ha messo in campo una Risurrezione dei nostri territori. Grazie a quel sangue oggi tante storie parlano di don Diana. E’ emozionante quando in giro incontro scolaresche e non solo  sentire la bellezza della testimonianza di Peppe. Sembra che sia uno di loro. Soprattutto nel pianeta giovanile è una testimonianza credibile. L’insegnamento c’è e ci sarà…

CasertaCe.net – Lei è un prete conosciuto per il suo impegno verso i ragazzi di strada, sia tossicodipendenti, sia emarginati, sia presi nelle maglie della delinquenza. In proposito ha, dunque, il polso della situazione. Come stanno oggi le cose, nel nostro territorio, sul fronte del disagio giovanile e si fa abbastanza, da parte dei poteri pubblici, per farvi fronte?

Don Stefano Giaquinto – Oggi c’è bisogno di una riconversione del progetto educativo da parte di tutte le agenzie educative. Il mondo giovanile viaggia veloce, dobbiamo lasciare i belvederi delle nostre comodità per viaggiare con loro. Disagi ci sono senza nasconderli, vi sono solo parole ma nella progettualità si fa troppo poco. Questo territorio ha bisogno di lavoro e non di passerelle (già iniziate di nuovo), le nostre fabbriche sono diventate cimiteri a cielo aperto. Un’offesa grande alla nostra Terra di Lavoro. Piace pensare a tanti anzi tantissimi giovani cresciuti alla sequela di don Peppe, che mettono i loro talenti in circolo. Non hanno paura di osare anzi…! A coloro che hanno in mano la “res pubblica” è il tempo “oggi” non “domani” di fare investimento sulle nuove generazioni – hanno una marcia in più. Meno chiacchierologia e più concretezza. Sempre dalla parte dei giovani.

CasertaCe.net – L’eco della santità e delle opere di don Peppe Diana è giunta dal casertano all’intero Paese anche grazie all’opera di divulgazione della sua figura promossa dal vescovo emerito don Raffaele Nogaro e da don Luigi Ciotti, il noto presidente dell’importante associazione di promozione sociale e contro le mafie “Libera”, del quale lei è tra i più stretti collaboratori. Attraverso quali vie e proposte potrà essere perpetuata la memoria di don Diana per diffonderne la lezione religiosa e civile, nel nostro difficile territorio che ancora conosce il giogo della criminalità e del malaffare?

Don Stefano Giaquinto – La strada tracciata da don Diana è quella del “seme” – dobbiamo chiedere un supplemento al giovane di Nazareth – affinchè il nostro impegno “concreto” diventi segno per tanti. La camorra negli anni passati ha assassinato la nostra terra, oggi in modo diverso continua a “dare” segnali che non è morta anzi – per questo dobbiamo fare rete ed essere “uomini e donne che fanno resistenza”. Penso spesso alle nuove leve che emergono, con i loro linguaggi e prese di posizione rispetto ad un vivere di giustizia. Noi, dove siamo come agenzie educative? Sempre rinchiusi oppure a pensare a mille progetti che sono sempre un rattoppo mai un fine. Per vincere la giungla della camorra c’è bisogno di lavoro e impegno civile. I giovani credono ai testimoni credibili – se dopo 30anni il 19 marzo a Casale arriveranno 8000 scout e sono attese più di 20.000 persone e senza contare il cammino di tutti questi anni – allora è vero: don Peppe resta sempre giovane tra giovani. Don Diana martire – prega per la nostra terra e quando non siamo sulla strada giusta prendici a pedate. Grazie don Peppe.