E’ morto Cosimo Di Lauro, capo del cartello di Secondigliano. L’attore Salvatore Esposito gli ha dato il volto in “Gomorra”

13 Giugno 2022 - 16:34

Era detenuto nell’area di massima sicurezza del carcere milanese di Opera. “Figlio d’arte”, è stato protagonista di una delle guerre più sanguinose dei tutti i tempi nella storia delle mafie mondiali che provocò centinaia e centinaia di morti. E non risparmiò neppure donne e bambini, dopo la nascita dopo il gruppo degli scissionisti capitanati dalla famiglia Marino

CASERTA – È deceduto nel carcere di Opera, a Milano, l’ex reggente del clan di Lauro, Cosimo Di Lauro, che nella struttura penitenziaria milanese era detenuto in regime di 41 bis.

Secondo quando si è appreso sarebbe stata disposta l’autopsia.

Cosimo, in carcere dal lontano 2005, era figlio di Paolo Di Lauro, capo clan dell’omonima organizzazione camorristica di Secondigliano, e fratello di Marco, anche lui detenuto in regime di carcere duro, in Sardegna.

Cosimo, 49 anni, era ritenuto dagli inquirenti della DDA di Napoli colui che diede vita alla prima faida di Scampia che provocò un centinaio di morti.

Per la morte nel carcere di Opera a Milano del boss Cosimo Di Lauro non si trascura alcune pista di indagine, dopo l’apertura di un fascicolo da parte dei pm meneghini. Al momento, si propende per un decesso dovuto a cause naturali in quanto nella cella di Lauro non sarebbero stati trovati elementi che facciano pensare a un suicidio o a una morte violenta. Non si escluderà in fase di indagine però, secondo apprende AGI, una ipotesi di morte per avvelenamento.

La vita di Cosimo Di Lauro, figlio del reggente del clan più potente di Secondigliano negli anni della lotta intestina all’interno della fazione, è ripresa all’inizio della serie Gomorra, con il personaggio di Genny Savastano che ne riprende la figura.