E per forza Gennaro Licenza era “esen-racket”: il cognato ha scarrozzato Michele Zagaria nel suo furgone di latticini durante la latitanza e lui stesso ha costruito il bunker progettato dall’architetto Nocera

5 Novembre 2020 - 13:30

Nell’ultima ordinanza sugli imprenditori del cartello di Casapesenna, ci pare interessante presentarvi anche il testo integrale che pubblichiamo in calce all’articolo di quella esposta da Michele Barone

 

CASAPESENNA – Il ritratto che il pentito Michele Barone fa di Gennaro Licenza è di uno standard più elevato rispetto alle descrizioni riguardanti questo imprenditore o anche altri del cartello di Michele Zagaria, contenuti in diversi verbali di altri collaboratori di giustizia. Ci sono dei dettagli importanti da acquisire: Gennaro Licenza fa parte del ristretto novero di quelli che potremmo definire “esenti racket”, nel senso che Michele Zagaria non gli faceva pagare il pizzo anche quando i loro nomi comparivano negli elenchi redatti da chi lo stesso Michele Zagaria aveva messo a fare questo “lavoro”, cioè Michele Barone.

Questi racconta quando il boss consultò l’elenco e fece depennare proprio il nome di Gennaro Licenza. Si capisce bene il perchè da altri particolari raccontati dal Barone. Gennaro Licenza, fratello di Luciano Licenza, altro imprenditore molto noto e di quel Cirpiano Licenza ucciso anni prima insieme a Giovanni Sagliano, nell’ambito di una faida intera al clan dei casalesi tra il gruppo Caterino e quello Zagaria, è il materiale costruttore di uno dei bunker che hanno ospitato la lunga latitanza del boss.

Peraltro, si tratta di un bunker importante, noto alle cronache giudiziarie, visto che è quello progettato dall’architetto Carmine Domenico Nocera, arrestato nel 2015 insieme alla sorella Gesualda Zagaria sorella del boss, a Filippo Capaldo, nipote ed erede designato e ad altri. Nocera che abitava al centro di Caserta, in un elegante appartamento di via San Carlo e aveva al tempo quale suo avvocato l’attuale sindaco di Caserta Carlo Marino, fu anche, ricordiamo, nominato nel consiglio di amministrazione, nel Cda di quella che al tempo si chiamava Agisap, in pratica l’azienda speciale dell’amministrazione provinciale di Caserta che gestisce gli impianti sportivi, a partire dal gioiello della piscina olimpionica che dà su via Laviano.

Quel cda fu nominato dall’allora presidente della provincia Domenico Zinzi e il nome di Nocera fu fatto da un altro casapellese eccellente, cioè l’allora consigliere provinciale Antonio Magliulo, a sua volta ingegnere. Quei lavori al bunker furono fatti da Gennaro Licenza con un’impresa intestata alla moglie che di cognome fa Falanga ed è sorella di quell’Ernesto Falanga, dunque cognato di Gennaro Licenza, che col suo furgone per il trasporto di latticini, ha scarrozzato spesso Michele Zagaria durante la latitanza, perché riteneva, probabilmente non a torto, che nessuno (oddio, con la guardia di finanza sarebbe potuto succedere) avrebbe chiesto di aprire quel portellone di un mezzo attinente ad una piccola attività artigianale.

Va da se che uno, il quale costruisce un bunker e mette a disposizione il cognato per trasportare il latitante più ricercato d’Europa, sia esente racket.

Un passaggio finale su una notizia maturata proprio negli ultimi mesi, visto e considerato che nell’ordinanza degli arresti riguardanti gli imprenditori vicini al clan: i Ros dei carabinieri, in un’informativa depositata alla Dda lo scorso 3 giugno e fortemente collegata a questa ordinanza, hanno stabilito che le due società Etra Costruzioni e Artedile entrambe riconducibili a Gennaro Licenza, sono attive, vive e vegete.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA